In evidenza sui maggiori quotidiani:
– 5Stelle, si cambia: liste aperte e filtro di Grillo e Di Maio
– Industria e lavoro: l’Italia riaccende i motori
– Rincari nel 2018: aumentano luce e gas
– Ilva, scongiurato lo stop per il momento
– La gaffe di Trump: “Negli Stati Uniti fa troppo freddo, non c’ era il riscaldamento globale”?
Politica interna
Forza Italia: l’ Accordo con l’ Udc. Nel giorno in cui la quarta «gamba» centrista di Forza Italia raggiunge l’accordo con l’Udc di Cesa, Tonino Gentile, sottosegretario allo Sviluppo economico dell’attuale esecutivo e uomo forte della galassia alfaniana, si dimette da coordinatore nazionale di Alternativa popolare e invita a votare FI. Non a caso c’è già chi sussurra: «Senza Tonino il Pd perderà pure la Calabria». «Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista — spiega Gentile — al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallito. Con la sinistra fuori gioco, dice il leader di Forza Italia in un’intervista al Corriere della Sera, per «il crollo verticale dei consensi» legato non alla leadership di Matteo Renzi ma all’«esaurimento della funzione storica di quel partito», la sfida è «fra i moderati come noi, che si riconoscono nei valori liberali e cristiani del Ppe, e movimenti ribellisti, pauperisti, giustizialisti, come i grillini». Moderati è la parola chiave per il Cavaliere, quella che può attrarre nel centrodestra molti delusi dalla politica, soprattutto del ceto medio, che spesso si sono astenuti dal voto.
Riflessioni politiche in vista del 4 Marzo. Non finisce un anno si chiude un’era, al termine di una legislatura senza precedenti nella storia repubblicana: un capo dello Stato rieletto, due inquilini al Colle nell’arco di due anni, tre presidenti del Consiglio frutto di accordi di larghe e piccole intese, e la scissione delle due forze politiche —il Pd e il Pdl— che hanno rappresentato i capisaldi del bipolarismo. L’Italia che verrà dopo il 4 marzo sarà quindi inevitabilmente figlia di un quinquennio che si è rivelato sorprendente e intanto i cinque stelle cambiano pelle. E per la sfida politica del 4 marzo rivoluzionano lo statuto interno per aprire alle candidature della società civile, e lanciano il nuovo codice etico, con una multa di centomila euro a chi trasgredisce le regole. Uno stravolgimento necessario dettato dalla necessità di lasciare nelle mani di Di Maio un partito dall’architettura verticale, gestibile in prima persona e con parlamentari «di maggiore qualità», come sottolineano dai vertici M5S.
Politica Estera
Bombe italiane in Yemen. «Come hanno fatto bombe made in Italy a uccidere una famiglia in Yemen?». E il titolo del video-reportage pubblicato sulla homepage del New York Times. Riannoda,con immagini di bambini uccisi dai bombardamenti nella guerra civile yemenita, la storia di una fabbrica di armamenti in Sardegna che esporta a Riad. L’Arabia Saudita, secondo il reportage, non usa le bombe solo contro i combattenti Houthi sciiti ma anche contro civili,in particolare una famiglia di sei persone uccisa dai bombardamenti. Gli affari milionari che legano l’isola con una delle zone di conflitto del pianeta era già venuta alla luce, se non altro per il viavai di aerei e cargo che arrivano a Cagliari e Olbia per portare via le bombe confezionate a Domusnovas. Il caso che ha già fatto discutere in Italia, ora diventa un caso internazionale con l’inchiesta curata dal New York Times.
Niger. Gli oppositori dell’intervento militare italiano in Niger hanno fatto inutile diga accusando: vedrete, i nostri soldati non andranno a dar la caccia a schiavisti e jihadisti, fine utilissimo, forniranno, gratuitamente, ascari per gli interessi minerari della Francia (le miniere di uranio sfruttate da «Areva», tra l’altro grande elemosiniere di presidenti d’Oltralpe). Sospetto malizioso ma balordo: la Francia quegli interessi li difende accuratamente e con efficacia da sola, fin dall’epoca delle cosiddette «indipendenze» concesse al suo impero africano. ll controllo delle frontiere sud della Libia è un vecchio pallino italiano. Un’aspirazione da almeno 300 milioni di euro per un’aziendache già nel 2009 si era aggiudicata l’appalto per il monitoraggio elettronico dei confini. Quel progetto, confermano diverse fonti, tornerà in campo con la presenza militare italiana varata dal governo. Una missione contestata da Ong e movimenti: meglio un esercito di insegnanti.
Economia e Finanza
Rincari 2018. Gli immancabili rincari del Capodanno si sentono soprattutto su autostrade, gas e luce. Le cifre percentuali danno un’indicazione sommaria — l’aumento medio dei pedaggi è del 2,74%, il metano cresce del 5%, la corrente addirittura del 5,3% — ma quando si scende sulla scala più ristretta i numeri diventano più rappresentativi: per esempio l’autostrada Milano-Serravalle da lunedì rincarerà del 13,91% e addirittura il 52,69% per la Rav Aosta-Monte Bianco. La spesa annua per energia della famiglia-tipo sarà di 1.579 euro.
Ilva. L’Ilva allontana il rischio di contraccolpi produttivi immediati qualora il Tar di Lecce, nell’udienza del 9 gennaio, avesse accettato la richiesta della Regione Puglia e del Comune di Taranto di sospendere il decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) sul nuovo piano ambientale. Come ha fatto il Comune nei giorni scorsi, anche la Regione ha deciso di ritirare la sospensiva, tecnicamente definita istanza cautelare. Ne ha dato notizia, con soddisfazione, il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, al quale Emiliano ha immediatamente replicato che se viene meno l’istanza cautelare volta ad ottenere subito la sospensione del Dpcm in attesa della pronuncia di merito, non è stato però ritirato il ricorso e non lo sarà «fino a che non verrà raggiunto un accordo sul piano industriale e ambientale tra tute le parti del tavolo». Sempre ieri è arrivata la buona notizia che l’Ilva pagherà alle oltre 300 imprese dell’indotto i 30 milioni non ancora saldati relativi ai crediti maturati sugli appalti fino al 10 dicembre scorso.