Politica interna
Italicum – Dopo il no alle modifiche al testo della legge elettorale deciso dall’assemblea Pd mercoledì notte, la minoranza riflette sul da farsi, con posizioni che vanno dall’intransigenza al disagio di fronte all’inasprimento dei toni. L’ex segretario Pierluigi Bersani dice che l’intenzione non è far cadere il governo ma convincere Renzi a cambiare percorso. Ma per il premier la partita dell’Italicum è chiusa, e non prevede tempi supplementari. Dopo aver invitato il capogruppo Speranza a ritirare le dimissioni, il presidente del Consiglio suggerisce di concentrarsi sulle priorità dell’economia e della politica estera. E prima di salire sull’aereo che lo porta a Washington, dove oggi incontrerà Barack Obama, lascia trapelare quella che potrebbe essere la contropartita: modificare la riforma costituzionale nel suo punto più delicato, con un ritorno al Senato elettivo.
Le Regionali – Dopo l’avviso di garanzia per l’alluvione che ha colpito Genova lo scorso ottobre, Raffaella Paita non solo riceve conferma della fiducia da parte del Pd, attraverso le parole di Guerini e Lotti, ma incassa anche l’appoggio del cardinale di Genova Angelo Bagnasco. Nonostante questo, i democratici sarebbero intenzionati ad avviare sondaggi e interviste per tastare gli umori degli elettori liguri e verificare il possibile effetto della vicenda sul voto del 31 maggio. E se nel Pd sembra tornata un po’ di quiete (almeno sul fronte Regionali), in Forza Italia infuria sempre più la tempesta. Berlusconi conferma la candidatura della Poli Bortone in Puglia, sancendo la spaccatura con Fitto, e mantiene il pugno di ferro con Verdini sulla questione Toscana. L’ex Cavaliere rifiuta di candidare un fedelissimo dell’uomo del Nazareno e tra i due la tensione sale alle stelle.
Politica estera
Incontro Renzi-Obama – Oggi il premier sarà alla Casa Bianca per incontrare il presidente Usa. I due si erano già incontrati in passato, ma questa è la prima visita di Renzi in qualità di presidente del Consiglio. I temi del colloquio sono quelli che hanno occupato le pagine dei giornali negli ultimi mesi: la Libia, la crisi ucraina, gli sviluppi del negoziato con l’Iran e le iniziative per contrastare l’Isis. Una delle questioni più calde è sicuramente quella dei rapporti con la Russia di Putin, soprattutto dopo le incomprensioni nate in seguito alla visita di Renzi al Cremlino. E per affrontare la crisi libica, il premier tenterà di ottenere la disponibilità americana a impiegare i suoi droni armati.
Ucraina – Nel giro giro di due giorni, nella Nuova Ucraina nata dalla rivolta popolare dell’anno scorso vengono uccisi in tre diversi attentati altrettanti dissidenti filorussi, che avevano criticato la svolta occidentale del governo dopo Majdan. Le tre vittime, due giornalisti e un ex deputato, vanno a ingrossare le fila degli oppositori scomparsi misteriosamente dalla metà di febbraio in poi: sono in tutto 15 tra suicidi sospetti, delitti inspiegabili e sparizioni.
Economia e Finanza
Grecia – Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis lancia l’allarme: Atene sta finendo la liquidità. Sui mercati si riaffaccia lo spettro del default greco e gli effetti si fanno subito sentire: Milano chiude con un -1,75% e sono in rosso anche tutte le altre Borse principali. A preoccupare le Piazze è soprattutto lo stallo delle trattative sul debito tra Ue e Grecia e le imminenti scadenze. La Commissione non è soddisfatta del pacchetto di riforme presentato dal governo Tsipras, ha detto il portavoce del presidente Jean-Claude Juncker, mentre Christine Lagarde del Fmi avverte: una dilazione dei pagamenti da parte di Atene «non è consigliabile». Sull’Eurogruppo del prossimo 24 aprile si addensano fosche nubi.
Conti pubblici e ripresa – «L’Italia diventerà un Paese diverso grazie alle riforme e alla stabilità politica. Crescerà di più e il debito scenderà». Il ministro dell’Economia Padoan, negli Stati Uniti per partecipare al G-20, esprime fiducia parlando di fronte agli investitori stranieri e ai partner internazionali. Del resto, ha sottolineato Padoan, le stime del governo sono simili a quelle del Fondo monetario internazionale e della Ue. Secondo il ministro, le previsioni positive sono favorite dalla concomitanza di prezzi bassi del petrolio ed euro debole ma anche da una spinta tutta interna al Paese cha va avanti sulla via delle riforme.