Governo – Il premier Enrico Letta, durante il dibattito sulla fiducia tenutosi alla Camera, ha dichiarato che lotterà “come un leone” per evitare che l’Italia “ripiombi nel caos”. Letta prende di mira i populisti, in primis il M5S, che incitando le forze dell’ordine all’insubordinazione “avallano la violenza”, e li invita a non votare la fiducia. Accusa respinta al mittente da Grillo, che sul suo blog ritrae il premier con naso da Pinocchio: “Letta mente agli italiani e offende il M5S”. Ma Letta insiste, sottolineando che i “forconi” sono una piccola minoranza e “non rappresentano il Paese”. L’agenda del capo dell’esecutivo si compone di sedici cartelle di “obiettivi realizzabili” in “tempi certi”, che ottengono la fiducia dei deputati (379 sì e 212 no) e poi dei senatori (173 sì contro 127 no). Letta si dà diciotto mesi per tirar fuori dalla crisi una società “fragile e stordita”, rilanciare l’occupazione e ricostruire le istituzioni. Il premier lo chiama “Impegno 2014”, si firmerà a gennaio anche con Renzi e Alfano senza però che venga rimessa in discussione la fiducia incassata ieri.
Renzi – Per Matteo Renzi ieri è stata una giornata d’impegni istituzionali. S’inizia presto con la segreteria mattutina poi, mentre si vota la fiducia al governo Letta, Renzi si reca al Quirinale. L’obiettivo del neo vincitore delle primarie Pd è duplice: domare il partito, per avere manovra d’azione, e concretizzare le promesse, dalle riforme istituzionali ai costi della politica. Nella prima riunione Renzi ribadisce le sue priorità e ripete che la riforma elettorale è e resta materia del Parlamento. Poi sottolinea l’intenzione di dare all’opposizione la presidenza dell’assemblea del partito. Ma il ruolo, ricoperto finora da Rosy Bindi, resta ancora vacante. Al Quirinale Renzi stabilisce le priorità e inserisce anche la legge elettorale: l’obiettivo resta il varo, almeno in prima lettura, entro le Europee di fine maggio. L’altro tema delicato di cui parla con Napolitano è il lavoro. Delicato anche per gli equilibri interni del Pd. Dice Rosy Bindi: “Spero che scelga un metodo collegiale”.
Forconi – Le manifestazioni di piazza di questi giorni scuotono e preoccupano la politica. Oggi il ministro degli Interni Angelino Alfano riferirà alla Camera sulle manifestazioni del movimento dei Forconi, anche sulla base delle allarmate informazioni dei servizi che vedono gravi rischi d’infiltrazioni e di “atti eclatanti” nella protesta che sta creando disagi in molte città. Il movimento dei Forconi, estremamente eterogeneo, attira la simpatia delle opposizioni. Prima Grillo, poi la Lega Nord ma anche Berlusconi, in tanti hanno strizzato l’occhio ai manifestanti. Ma, almeno per il Cavaliere, con la sgradevole conseguenza di essere costretto (dalla maggioranza del suo partito) a una marcia indietro precipitosa su un incontro con una delegazione di autotrasportatori, che si sarebbe dovuto tenere ieri nella sede di Forza Italia. Con un comunicato l’ex premier ha annunciato di aver deciso di “rinviare l’incontro” per “evitare ogni possibile strumentalizzazione”.
Politica estera
Ucraina – L’Ucraina sembra aver imboccato la strada delle trattative per cercare di rimettere in piedi l’intesa con l’Unione Europea, fortemente voluta dai manifestanti che occupano permanentemente il centro di Kiev. Il presidente Viktor Yanukovich, che era stato tentato dal ricorso al pugno di ferro, ha affermato ieri che non ci sarà alcun uso della forza contro dimostrazioni pacifiche e ha invitato l’opposizione a non porre ultimatum. Queste, infatti, chiedono le dimissioni del governo e la liberazione di tutti gli arrestati come condizione per sedersi al tavolo del dialogo. Le diplomazie e i responsabili degli organismi finanziari internazionali sono intanto al lavoro per trovare una via d’uscita “tecnica”. Il problema principale è dato dalla profonda crisi economica del Paese. Il primo ministro Mykola Azarov ha dichiarato che servirebbero 20 miliardi di euro per ammodernare le industrie ucraine. L’Europa ha offerto un’assistenza molto più limitata, ma ha sempre sostenuto che l’accordo di associazione porterebbe investimenti e benefici di vario tipo, in grado di compensare le perdite.
Obama – La stretta di mano tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e Raul Castro durante la cerimonia in memoria di Nelson Mandela ha fatto infuriare i conservatori americani. Il senatore John McCain dichiara: “Quella stretta di mano è uno strumento di propaganda per Raul, un modo per rafforzare la sua dittatura brutale”. La Casa Bianca da parte sua smentisce che il saluto fosse stato concordato a tavolino: “La stretta di mano non era pianificata, non si sono detti nulla di particolare, Obama lo ha salutato come ha fatto con gli altri leader presenti”.
Economia e Finanza
Esodati – Il governo si appresta a modificare la legge di Stabilità, con lo stanziamento di maggiori risorse per la tutela dei lavoratori “esodati”, la revisione della manovra sull’indicizzazione delle pensioni, e la costituzione di un fondo per la riduzione delle tasse sul lavoro alimentato dai tagli di spesa, dai proventi della lotta all’evasione e dai fondi che arriveranno dalla tassazione dei capitali esportati illecitamente che rientreranno in Italia. Ad anticipare le intenzioni del governo è stato ieri il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina. L’intervento mira alla tutela di altri 20mila lavoratori “che nel 2014 si troverebbero senza ammortizzatori sociali e senza pensione”.
Spread – Lo spread ha raggiunto ieri un nuovo minimo da luglio 2011, da quando sono cominciate le tensioni sui mercati. È sceso a 221 punti base, con tassi sui Btp decennali appena sopra il 4%, prima di chiudere a quota 224, consentendo al presidente del Consiglio, Enrico Letta, di giudicare la discesa “un primo risultato fondamentale” del suo governo perché la “differenza tra avere interessi al 7% e al 4% vuole dire la differenza tra la vita e la morte per le imprese, il bilancio pubblico, le famiglie”. Il Tesoro ha poi collocato Bot annuali per 5,5 miliardi, l’intero ammontare offerto, peraltro inferiore a quello dei titoli in scadenza, a testimonianza che il fabbisogno di finanziamento dell’anno è stato quasi raggiunto.