Ministero Economia

Politica interna

 

Legge di Stabilità – I partiti hanno presentato circa 1200 emandamenti, che saranno votati al Senato a partire da mercoledì. Tra le proposte più rilevanti del Pd, il restringimento della platea di quanti beneficeranno del taglio del cuneo fiscale (fino a 28 mila euro lordi annui), un prelievo più pesante dalle pensioni sopra i 90 mila euro all’anno a fronte di un’indicizzazione piena per quelle sopra i 1500 euro mensili. Il Pdl, concentrato soprattutto sulla riduzione del costo del lavoro, agganciata però alla produttività e non al reddito, e l’alleggerimento del carico fiscale sugli immobili, ha invece indicato coperture aggiuntive per 7-8 miliardi raddoppiando così l’entità della manovra. Spiccano una sanatoria sulle sanzioni di Equitalia e la vendita degli stabilimenti balneari. Il M5S sta invece preparando una proposta di legge sul reddito di cittadinanza, 600 euro mensili a cui allineare anche le pensioni minime. Secondo il Movimento la misura costerebbe 19 miliardi reperibili con una patrimoniale, l’azzeramento delle spese militari e contributi dalle pensioni d’oro, ma per il sottosegretario all’Economia, il Pd Stefano Fassina, si tratta di “pura demagogia, costerebbe 30 miliardi”.

 
Pd – Entrerà in vigore da lunedì il blocco dei tesseramenti. A deciderlo la Direzione del partito, che però si è spaccata, con due astenuti e 12 voti contrari, tra cui quello del candidato segretario Civati, per il quale si tratta di una “decisione tardiva e insufficiente” a sanare situazioni dove “ci sono più iscritti che elettori”.
 
Pdl – Ospite di una trasmissione televisiva, Marcello Dell’Utri ha annunciato a sorpresa che “tutti e 5 i figli di Berlusconi, in modo compatto, hanno chiesto la grazia” per il padre, anche se “evidentemente non la vogliono dare, vogliono che Berlusconi si arrenda”. A stretto giro però è arrivata la smentita dei legali dell’ex Premier: “Una notizia destituita totalmente di ogni fondamento”, ha replicato l’avvocato Ghedini. E una smentita ufficiosa è arrivata anche dal Quirinale. Intanto, nel Pdl si continua a navigare a vista con risse continue tra lealisti e governisti. Ieri si sono scontrati Formigoni e Polverini, mentre Quagliariello ha rinfacciato a Capezzone i numerosi cambi di casacca.
 

Politica estera

 
Iran – Dopo due giorni di negoziati a Ginevra tra Iran e i membri del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania, sembra essere a un passo la firma di un primo accordo sul nucleare di Teheran. Da una parte, si offrirebbe l’allentamento delle sanzioni economiche; dall’altra in cambio l’Iran dovrebbe bloccare temporaneamente lo sviluppo del programma nucleare, aprendo a ispezioni che ne certifichino l’effettivo uso a fini civili. Sullo sfondo, la strenua opposizione dell’Arabia Saudita, di una parte del Congresso statunitense e di Israele, con Netanyahu che ha parlato di “errore storico”.
 
Libia – Il Paese non ha pace dopo la fine dell’era Gheddafi e secondo il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, “la situazione è assolutamente fuori controllo”. Un nuovo movimento popolare chiamato “9 novembre” scenderà oggi in piazza a Tripoli per protestare contro le politiche del governo di Zeidan. Intanto, in Cirenaica sta guadagnando consensi un movimento indipendentista, che coi suoi miliziani sta minacciando la produzione di alcuni pozzi petroliferi.
 

Economia e Finanza

 

Imu – Il Presidente del Consiglio è intervenuto per mettere a tacere le voci sulle difficoltà da parte del Tesoro nel reperire i circa 2,5 miliardi di euro necessari a cancellare la seconda rata dell’Imu: è una “decisione già presa dal Governo e sulla quale non si torna indietro”, ha ribadito Letta.

 
Francia – Standard&Poor’s ha tagliato il giudizio sul debito sovrano del Paese, da AA+ ad AA, giustificando la scelta con il controproducente aumento del peso fiscale e con il mancato avvio di riforme strutturali.
 
Bce – All’indomani del taglio dei tassi d’interesse del 0,25% da parte della Bce, gli opinionisti tedeschi hanno attaccato il Governatore Draghi, spingendosi persino a ipotizzare che il banchiere si sia mosso in virtù di sollecitazioni giunte proprio dall’Italia. E non mancheranno nel futuro prossimo le occasioni di scontro in sede europea: per quanto riguarda l’unione bancaria, Francoforte vorrebbe istituire un’Authority unica, Berlino è invece favorevole a mantenere una molteplicità di soggetti facenti parte di una “rete”.