Politica interna
Pd – La consultazione pubblica per decidere il nuovo segretario ha registrato un’affluenza oltre ogni previsione, con oltre due milioni e mezzo di votanti. I sondaggi della vigilia sono stati rispettati, ma il successo di Renzi ha assunto proporzioni quasi plebiscitarie, con il 68% dei consensi. Cuperlo si è fermato al 18%, mentre l’outsider Civati ha ottenuto il 14%. Grande la soddisfazione del sindaco di Firenze: “Tocca a noi, a una nuova generazione e questa volta il cambiamento sarà vero”. E non è mancata una frecciata ai molti big di scuola diessina schierati con Cuperlo: “Non finisce la sinistra, ma una vecchia classe dirigente”. Da parte sua, Cuperlo ha allontanato lo spettro della scissione, assicurando che “nessuno scenderà dal treno”. Tra i primi a congratularsi con Renzi, è stato proprio il Premier Letta, il cui esecutivo secondo alcuni commentatori potrebbe essere terremotato dal pressing costante già annunciato dal nuovo segretario: “Lavoreremo insieme con spirito di squadra”.
Forza Italia – In un comizio romano Silvio Berlusconi ha lanciato i “Club di Forza Silvio”, che dovranno essere 12 mila in tutta Italia, un baluardo “per la nostra libertà, per non avere un futuro illiberale” e per non rivivere l’incubo degli ultimi 20 anni, periodo in cui “ci sono stati quattro colpi di stato”, da Tangentopoli all’impennata dello spread del 2011. L’ex Premier ha invocato una nuova legge elettorale “che rispetti il bipolarismo”, per realizzare la quale si è detto disposto perfino a “un nuovo esecutivo con M5S e Sel”. Infine, degne di nota le bordate di fischi riservate ad Angelino Alfano, quando Berlusconi ha ricordato che “quando gli ho lasciato il partito era al 37%, quando l’ho ripreso era arrivato all’11,7%”.
Giorgio Napolitano – Ha risposto al fuoco incrociato di Forza Italia e Movimento 5 Stelle, che dopo la bocciatura della legge elettorale da parte della Consulta chiedono ora a gran forza lo scioglimento delle Camere; e lo ha fatto citando proprio il parere di un costituzionalista molto stimato negli ambienti grillini, a suo tempo addirittura proposto proprio per salire al Quirinale: “Apprezzo molto la risposta di Zagrebelsky e di Onida. Gli argomenti dal punto di vista politico e istituzionale sono inoppugnabili”. I due costituzionalisti avevano sostenuto che i parlamentari non devono decadere “per il principio di continuità dello Stato. Perché lo Stato è un ente necessario”. Grillo tuttavia in serata ha rilanciato: “Napolitano, che è stato eletto due volte con il Porcellum, è un Presidente incostituzionale al quadrato”.
Politica estera
Ucraina – Non si placano le proteste di piazza, con il centro di Kiev che ha ospitato ieri 500 mila persone per la più grande manifestazione dalla rivoluzione arancione. E proprio la protagonista ora in carcere di quella stagione, Yulia Tymoshenko, ha incitato i cittadini che sostengono l’emancipazione del Paese dalla Russia a non fermarsi. Ieri militanti del partito nazionalista Svoboda hanno abbattuto e distrutto una statua di Lenin, intonando l’inquietante coro “Yanukovich, il prossimo sei tu”.
Spagna – Alla vigilia del decisivo Eurogruppo odierno sull’unione bancaria il Premier spagnolo Rajoy, intervistato da La Stampa, si mostra ottimista poiché “in Europa il peggio è passato (…), i sacrifici hanno avuto un senso” e ora è arrivato il tempo per “crescita e integrazione”.
Economia e Finanza
Grecia – Il Parlamento greco ha approvato il budget statale per l’anno 2014. Sono previsti 3,1 miliardi di tagli, ma anche il ritorno alla crescita dopo sei anni di recessione. Qualche ora prima la troika aveva congelato l’ultima tranche da 1 mld di euro a causa di alcune perplessità per gli sforzi di risanamento compiuti da Atene.
Irlanda – Ė ufficialmente fuori dal programma europeo di protezione finanziaria, chiesto e ottenuto circa due anni fa. Lo ha annunciato Klaus Regling, Presidente del fondo salva-Stati (Efsf), secondo cui “l’impegno del governo irlandese ad attuare il programma di aggiustamento e il sostegno della popolazione sono state le vere chiavi del successo”. Nel febbraio 2011 l’Europa aveva stanziato 17,7 mld di euro a beneficio di Dublino, il cui sistema creditizio era sull’orlo del default.
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