Politica interna

M5S: Beppe Grillo suona la carica a poco più di due settimane dalle amministrative, chiude le porte a Salvini, mette in guardia gli “eretici” del movimento e concentra la battaglia sulla capitale, dove una vittoria potrebbe cambiare il futuro del movimento. Ma l’orizzonte è già proiettato al futuro, “o in un anno gli italiani decidono di darci una possibilità, o ce ne andiamo a casa”, dice il leader a metà fra provocazione ed ultimatum ai suoi lettori. Dopo la tappa napoletana di martedì, non molto affollata, Grillo è a Roma per incontrare la candidata Virginia Raggi ed i giovani che la sostengono; a fianco a lei l’ex comico chiuderà la campagna elettorale ai primi di giugno, perché se nelle altre città i grillini sono outsider, nella Capitale puntano al colpaccio. “Se andiamo a casa noi c’è un pericolo, arrivano le destre, quelle forti” dice Grillo che poi definisce Salvini “un passato fermo, immobile” con il quale il suo movimento non ha alcuna attinenza.

Referendum: entro sabato 15 ottobre il governo deve mandare a Bruxelles una proposta approvata della legge di bilancio che imprime, per la prima volta dopo tre anni, una lieve stretta all’economia. Ma lo stesso week end è quello previsto, anche se non ancora ufficialmente, per il referendum costituzionale. Il Governo si trova a dover affrontare un conflitto di calendario, due impegni diversi nello stesso momento, e il premier capisce il rischio di andare alla consultazione subito dopo aver varato tagli e tasse. Qualcosa deve cambiare, o il referendum viene anticipato di almeno una o due settimane oppure si ritarda l’invio della legge di bilancio alla Commissione europea.

 

Politica estera

Libia: è ormai ufficiale la spaccatura tra il governo di unità nazionale di Tripoli guidato da Fayez el-Sarraj ed il governo “militare” del sedicente esercito libico del generale Haftar a Bengasi. L’uomo forte di Tobruk respinge i decreti dell’esecutivo di Tripoli, che istituiscono la Guardia presidenziale e autorizzano l’insediamento dei ministri nella capitale del Paese tragicamente frammentato. Haftar liquida con una battuta gli sforzi delle Nazioni Unite per la stabilità e la pacificazione della Libia, ed afferma senza mezzi termini “non penso che questa soluzione imposta dall’Onu avrà successo”. Del resto già la scorsa settimana aveva rifiutato di incontrare l’inviato del Palazzo di Vetro sostenendo di “non avere tempo da perdere con lui” e che “non si può formare alcun governo mentre si combatte il terrorismo” intendendo affermare di essere impegnato contro l’Isis, che occupa Sirte e Derna, ed i fratelli musulmani.

Conferenza Italia-Africa: l’Africa non è una minaccia, non è solo il luogo da dove partono i migranti, ma piuttosto “un’opportunità che dobbiamo cogliere, cercando di fare girare la testa all’Unione Europea”. Matteo Renzi la vede in questo modo, lo va dicendo da mesi e lo ribadisce all’appuntamento della Farnesina che per primo lui ha voluto. Ma il messaggio risuona anche nelle parole del Presidente Mattarella, che apre la conferenza ribadendo che il primo dovere, di fronte all’emergenza nel Mediterraneo, è quello di salvare vite umane, e poi individua nel nostro Paese un ponte verso il continente africano, “libero da pregiudizi, rispettoso delle peculiarità degli interlocutori e pronto ad un confronto pragmatico e aperto”. Molti i ministri degli Esteri di Paesi africani presenti, insieme ai rappresentanti dell’Unione Africana, ai quali il ministro degli Esteri italiano Gentiloni ricorda che “nostro interesse nazionale è avere il Mediterraneo e l’Africa come prime aree di riferimento di politica estera.

 

Economia e Finanza

UE: confermando lo spirito conciliante emerso negli ultimi giorni, la Commissione europea ha dato il via libera alla legge di Stabilità italiana per il 2016, in cambio di promesse ed impegni per il 2017. A causa però di un debito ancora molto elevato, Bruxelles ha annunciato un nuovo rapporto sull’andamento economico del Paese entro novembre, occasione per fare il punto sulle finanze italiane. Il commissario Moscovici ha detto di aver ricevuto impegni chiari da Roma per centrare l’obiettivo di deficit dell’1,8% del Pil nel 2017, che eviterà una deviazione significativa rispetto al cammino verso il pareggio di bilancio. L’Italia è riuscita a strappare non poche concessioni dalla Commissione europea ed ha evitato una procedura di infrazione nonostante un debito stabilmente alto; il premier Renzi ha espresso soddisfazione per le concessioni ottenute, ha detto che “l’Italia è tornata alla credibilità grazie alle tante riforme di questi anni” ed ha promesso un calo della pressione fiscale per il ceto medio a partire dal 2017.

Padoan: reduce dalla trattativa con Bruxelles sui conti pubblici e già in Giappone per il G7 dei ministri finanziari, Padoan si dice soddisfatto per il risultato ottenuto nella trattativa con la Commissione europea, che ci ha concesso 25 miliardi di flessibilità in due anni. Il governo sta preparando un decreto volto a rafforzare il finanziamento delle piccole e medie imprese oltre il canale bancario, ed ha già cominciato il lavoro sulla legge di Stabilità, che grazie alla riforma della legge di Bilancio, che ha appena iniziato l’iter alla Camera, permetterà di rendere permanente la revisione della spesa. Sul possibile calo della pressione fiscale Padoan è cauto, afferma che è “prematuro” parlare di singole misure, che vanno valutate nell’ambito della legge di stabilità. Sul tema delle banche il ministro ribadisce che il governo sta lavorando da più di due anni a riforme strutturali del settore, sempre volte a favorire le aggregazioni perché “in Italia ci sono ancora troppe banche”.

Un pensiero su “LE NOTIZIE DEL GIORNO. Le condizioni dell’Ue: verifica a ottobre sui conti italiani – Lavoro, si sgonfia la bolla del bonus”

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