Politica interna

 

Amministrative Roma: i confronti in tv stanno diventando il tormentone della campagna elettorale, gli altri candidati a sindaco attaccano Virginia Raggi che ieri non si è presentata alla sfida con i concorrenti allestita dal Tgr Lazio. “Se ha paura di confrontarsi con i suoi competitori figuriamoci quando dovrà confrontarsi con il governo nazionale” ha commentato Giorgia Meloni, mentre Alfio Marchini ha definito “antidemocratico” il comportamento della Raggi, che ha rifiutato anche un invito proveniente dal Gay Village in un programma che prevedeva un confronto a tre, senza Marchini e la Meloni ma con Giachetti e Fassina. La candidata dei Cinque stelle ha sempre motivato le sue assenze sostenendo di avere impegni presi in precedenza, o avanzando “motivi familiari” per giustificarsi. Ma secondo alcuni grillini la Raggi in tv funzionerebbe poco, in quanto fredda e scarsamente empatica.

 

Italicum: la sinistra dem è sulle barricate, Bersani pone degli altolà, Cuperlo va al Quirinale per esprimere i suoi dubbi a Mattarella, D’Alema ironizza. Obiettivo la campagna elettorale per il Sì al referendum, che rischia di provocare “una drammatica spaccatura nel campo democratico e costituzionale”, come ha detto l’ex segretario del Pd Bersani, che chiede di abbassare i toni, rispettare le ragioni di chi è per il No alla riforma della Carta e di cambiare l’Italicum. Ma Renzi prosegue sulla linea d’attacco e dal Giappone, dove si trova per il G-7, rinvia ai mittenti l’accusa di deriva autoritaria e di svuotamento della democrazia, e conferma che le riforme “aumentano i poteri dell’opposizione e dei cittadini”. La vera mina vagante nella maggioranza di governo ed all’interno del Pd è comunque la legge elettorale, Roberto Speranza chiede che, appena approvata la riforma, si rimetta mano all’Italicum, ma da Renzi non arriva alcuna apertura neppure su questo fronte; il malumore cresce, anche D’Alema interviene mentre Enrico Letta si chiama fuori da ogni dibattito precongressuale del Pd.

 

 

Politica estera

 

Marò: anche Salvatore Girone può fare ritorno in Italia, dopo che la Corte Suprema indiana ha concesso l’immediata esecuzione dell’ordine del Tribunale arbitrale internazionale dell’Aja. Il marò potrà rientrare a casa nell’attesa che si svolga tutto il procedimento arbitrale. Ci sono voluti quasi 4 anni dall’episodio della petroliera che portò all’arresto dei due militari; Massimiliano Latorre rientrò invece già nel 2014, dopo aver subito un leggero ictus. Matteo Renzi ha espresso la sua soddisfazione per la decisione delle autorità di New Delhi, confermando la stima e l’amicizia dell’Italia nei confronti dell’India, ma dalle file dell’opposizione sono in molti a criticare il governo perché ci sono voluti ben quattro anni per arrivare a questo risultato. Il ministro Gentiloni ha invece parlato di “grande lavoro di squadra” mentre il titolare dell’Interno Alfano ha detto “credo che oggi sia solo il caso di fare i complimenti”.

 

Migranti: la centrale operativa della Guardia Costiera Italiana ha allertato tutte le navi militari e commerciali, di ogni nazionalità, che navigano tra le coste libiche e quelle del Mediterraneo, per soccorrere le migliaia di migranti in balia del mare nel tentativo di raggiungere l’Italia. Solo ieri, come non accadeva da anni, sono stati oltre 4.000 i migranti soccorsi e tratti in salvo da questa grande flottiglia che rispetta la legge del mare, “Salvare chi chiede aiuto”.  La Guardia Costiera ha dovuto coordinare gli interventi per soccorrere uomini, donne e bambini, o a volte per abbandonare corpi ormai irrecuperabili per motivi igienico-sanitari. Una giornata campale che ha visto lavorare in collaborazione tutte le missioni, Formed, Mare Sicuro, Frontex, presenti nel Mediterraneo insieme alle organizzazioni umanitarie. Nei primi 5 mesi dell’anno sono stati oltre 40mila i migranti sbarcati in Italia, con un picco di 6mila arrivi negli ultimi 3 giorni.

 

 

Economia e Finanza

 

Confindustria: dal palco dell’assemblea di Confindustria il neo-presidente Vincenzo Boccia rilancia il tema delle relazioni industriali. Quando riprenderà il confronto con i sindacati “avremo come bussola lo scambio salario-produttività”, ha detto il neopresidente nel suo discorso, che ha peraltro trattato numerosi temi, dal fisco agli investimenti in Europa, alla gestione del bilancio pubblico ed alla tassazione del lavoro. Boccia ha lanciato al governo un invito a proseguire “con forza” sulla strada delle riforme, e quanto al riassetto costituzionale ha ricordato che “Confindustria si batte dal 2010 per superare il bicameralismo perfetto e riformare il Titolo V”. Rivolgendosi poi alle imprese il presidente dell’associazione degli industriali ha sottolineato l’apporto che esse devono dare allo sviluppo, anche innovando i modelli di finanziamento e di governance; la crescita “deve diventare la nostra ossessione”.

 

Padoan: secondo il ministro dell’Economia la nuova legge di bilancio che prenderà il posto della vecchia Stabilità rappresenta l’ultimo passaggio per rendere la programmazione economica più forte, trasparente ed efficace. Nel corso dell’audizione parlamentare sulla riforma, prevista per dare attuazione al principio di equilibrio di bilancio, Padoan ha parlato dell’ipotesi di allungare l’orizzonte temporale della programmazione di bilancio, con un Def a sua volta aggiornato. Ha inoltre ricordato che la richiesta italiana, fatta insieme ad altri sette paesi Ue, di riconsiderare il criterio di calcolo dell’output gap, fondamentale per definire lo stato dello squilibrio strutturale, è stata accolta e procederà. La proposta era quella di allineare su quattro anni, anziché sui due utilizzati dalla Commissione, il timing per il calcolo del Pil potenziale, che per l’Italia risulterebbe più favorevole ai fini di valutazione dei saldi. Dal ministero è arrivata in serata la conferma che la valutazione del nuovo metodo di calcolo di questi parametri tecnici è aperta, anche se nessuna decisione ufficiale è stata presa.