Politica interna
Italicum – L’assemblea del Pd approva la nuova legge elettorale, ma il partito si spacca. Nonostante l’appello-avvertimento di Matteo Renzi (sì alla riforma o cade il governo), la minoranza rappresentata da Area Riformista (bersaniani, lettiani e dalemiani) non molla, abbandona l’assemblea e non partecipa al voto. Per protesta si dimette il capogruppo alla Camera Roberto Speranza. Intanto Forza Italia, Lega, Sel e Fratelli d’Italia scrivono al capo dello Stato per denunciare lo «strappo costituzionale» se si arrivasse a mettere la fiducia sull’Italicum, una mossa che le opposizioni definiscono un golpe.
Le Regionali – La candidata del Pd in Liguria, Raffaella Paita, ha ricevuto un avviso di garanzia per l’alluvione dello scorso ottobre. È accusata di omissione in atti d’ufficio per la mancata allerta, concorso in disastro colposo e omicidio colposo. La Paita ha ribadito la correttezza del suo operato e il Pd locale le conferma fiducia. Ma i vertici regionali si sono subito riuniti per tentare di arginare il pericoloso impatto che la vicenda potrebbe avere sull’esito del voto. In casa Forza Italia le cose non vanno meglio: gli ultimi sondaggi darebbero il partito sotto la soglia del 10% nelle principali Regioni chiamate a eleggere i nuovi rappresentanti. Dopo la faida interna con Raffaele Fitto in Puglia (che non intende mollare, anzi prepara una sorta di class action per contestare l’uso del simbolo e delle liste da parte dei vertici del partito), ora potrebbe scoppiare anche un “caso Toscana”, conseguenza del divorzio tra Berlusconi e Denis Verdini.
Politica estera
Scontro Turchia-Vaticano – Dopo gli scambi di battute dei giorni scorsi conseguenti alle frasi pronunciate da papa Francesco, ieri il Parlamento europeo ha approvato, per alzata di mano, una risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni di inizio ‘900 compiuto durante il periodo ottomano, e propone di istituire una giornata europea per la commemorazione delle vittime. Nel testo si chiede alla Turchia di cogliere l’occasione del 24 aprile (data in cui si ricorderà il centenario del massacro di circa 1,5 milioni di cristiani armeni) per riconoscere il genocidio. Reazione sprezzate da parte del presidente Recep Tayyp Erdogan: mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro, dice. E aggiunge: «Se volessi, potrei deportare tutti i centomila che ancora vivono nel nostro Paese».
Lotta all’Isis – Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni parla della situazione in Libia. Se non si riuscisse a stabilizzare il Paese, si renderebbero necessarie attività mirate antiterrorismo contro lo Stato Islamico e azioni per frenare le ondate migratorie, ha detto Gentiloni. La crisi dello Stato nordafricano sarà al centro anche dei colloqui tra Barack Obama e Matteo Renzi, che oggi arriverà a Washington per la prima visita ufficiale. Gli Usa vorrebbero che l’Italia prendesse la leadership fra gli europei sul dossier anti-Isis.
Economia e Finanza
Bce – In una conferenza stampa che passerà alla storia per l’”attacco” a colpi di coriandoli da parte di una giovane attivista tedesca nei confronti di Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea lancia un messaggio rassicurante sui progressi dell’Eurozona e sull’intenzione dell’istituto di Francoforte di portare a termine il Qe da 1.100 miliardi appena varato. L’economia dell’area euro migliora e ci sono chiari segnali che le misure di politica monetaria attuate dalla Bce, compreso l’acquisto di titoli di Stato, funzionano. Secondo il rapporto sulla stabilità finanziaria del Fmi, il Quantitative easing però da solo non basta: sulla crescita dell’Europa pesano ancora 900 miliardi di crediti inesigibili per cui bisogna migliorare la qualità degli asset bancari.
Grecia – Piccoli segnali di apertura nei confronti dell’esecutivo Tsipras arrivano dalla rigida Germania di Angela Merkel. Secondo il settimanaleDie Zeit, Berlino starebbe preparando un piano di emergenza per permettere ad Atene di restare nell’euro anche in caso di default. A frenare gli entusiasmi ci pensa Standard&Poor che ha tagliato il rating greco da B- a CCC+, cioè vicino al livello spazzatura. È scettico anche Valdis Dombrovskis, vicepresidente della commissione Ue, che, in vista dell’Eurogruppo del 24 aprile, dubita che Atene sarà in grado di rimborsare per tempo le prossime rate di crediti. Inoltre, aggiunge Dombrovskis, durante la riunione non verranno approvati nuovi finanziamenti.