Politica Interna
Pd: Matteo Renzi ha apprezzato contenuti e toni dell’intervista rilasciata ieri da Vasco Errani a Repubblica. Bersaniano da una vita, uscito immacolato dalla vicenda giudiziaria che nel 2014 lo portò alle dimissioni, l’ex governatore dell’Emilia Romagna ha sempre riscosso la stima del premier, che ha tenuto aperto con lui un canale di comunicazione. Errani chiede al segretario del Partito Democratico una “svolta” nelle politiche di governo dopo il flop delle amministrative, concedendo in cambio la possibilità di svelenire il confronto interno. “Il Pd è l’unica alternativa alla destra ed ai populismi”, questa l’idea di fondo di Errani condivisa dai vertici dem; tra i renziani c’è la consapevolezza che andare divisi al referendum sarebbe una “roulette russa”, per questo si ragiona su come sfruttare la mossa di Errani. Secondo i bersaniani le parole dell’ex presidente della regione Emilia hanno tolto ogni alibi a Renzi, ”se lui vuole il dialogo noi non diremo di no” spiega Davide Zoggia.
Parisi: l’ingresso sul palcoscenico della politica nazionale di un personaggio come l’ex manager, con la missione di rivitalizzare il centrodestra, sembra aver suscitato interesse e simpatia da parte dell’opinione pubblica, ma anche molta diffidenza. Secondo un sondaggio di SWG il trend elettorale di Forza Italia non si è mosso più di tanto, il partito continua a viaggiare intorno al 13,5% dei consensi, mentre il centrodestra nel suo complesso aggrega il 30% dell’elettorato italiano, ma fra i suoi sostenitori c’è una forte richiesta di unità con il 45% dei “simpatizzanti” pronti a votare un nuovo partito unico di area. Secondo la lettura offerta dai dati SWG tentare di ricomporre le fratture che attraversano l’elettorato non sembra essere compito agevole per una nuova classe dirigente di centrodestra, anche perché di fronte alla stagnazione dell’economia e al terrorismo evocare parole d’ordine che suscitino entusiasmo e partecipazione non è facile.
Politica Estera
Siria: nella città di Manbij gli ultimi jihadisti dell’Isis sono riusciti a beffare i guerriglieri curdi, fuggendo dal quartiere in cui erano asserragliati grazie allo scudo umano che si sono creati caricando su camion e fuoristrada oltre duemila civili, fra cui donne, ragazzi e bambini. Dopo 73 giorni di assedio da parte dei guerriglieri curdi la roccaforte islamista del Nord della Siria è caduta, ma la disfatta per lo stato islamico non è stata completa. Gli oltre 400 jihadisti si sono rifugiati in villaggi vicini al confine turco di Jarabulus, ultimo ancora controllato dall’Isis. La liberazione di Manbij è costata la vita a 300 combattenti curdi ed a qualche volontario europeo nelle loro fila. Dei millecinquecento islamisti che hanno resistito per due mesi e mezzo oltre mille sono stati uccisi, gli altri sono fuggiti; pochi i prigionieri.
Thailandia: altre 24 ore di paura nel paradiso delle vacanze, il Paese è di nuovo nel caos, colpito da sanguinosi attentati nei luoghi più frequentati dai turisti di tutto il mondo. Tra giovedì e venerdì sono esplosi quattordici ordigni, alcuni a distanza di pochi minuti, in quattro diverse località del Sud; ci sono stati quattro morti e trentasei feriti, tra i quali molti stranieri. Anche due italiani sono stati raggiunti da schegge ma entrambi non sono in pericolo di vita. Il bilancio degli attentati poteva certo essere peggiore, altri ordigni inesplosi sono stati rinvenuti e disinnescati dalle forze speciali, un portavoce della polizia nazionale ha detto che la serie di bombe non è collegata al terrorismo, ma è “sabotaggio locale”, i responsabili sarebbero da cercare fra i separatisti musulmani di etnia malese che da decenni combattono per staccare i loro territori da Bangkok, ma finora nessun attentato con questa matrice si era mai verificato al di fuori delle province più meridionali della Thailandia.
Turchia – Il giorno dopo l’attentato all’aeroporto di Istanbul il presidente Erdogan dichiara che “la Turchia continuerà a combattere contro il terrorismo”. In mattinata lo scalo Ataturk, uno dei più importanti in Europa, si rimette in moto: nel pomeriggio l’operatività è quasi completa. L’ufficio del governatore ha reso noti alcuni dati ufficiali: 42 vittime tra cui 14 stranieri, 239 i feriti, 41 dei quali in terapia intensiva. L’attentato non è stato rivendicato, ma secondo il governo turco dietro ai kamikaze ci sarebbe la mano dell’Is.
Egitto – Il Senato ha deciso di mandare all’Egitto un segnale forte sul caso Regeni: l’aula ha approvato ieri l’emendamento al “decreto legge missioni”, che prevede la sospensione all’Egitto della fornitura di pezzi di ricambio per gli F-16: 159 voti favorevoli, 55 contrari e 17 astenuti. Il relatore del Pd, Gian Carlo Sangalli, definisce l’atto un modo per “tenere sotto pressione l’opinione pubblica e anche l’Egitto”. In realtà la presa di posizione non avrà ripercussioni pratiche, anche perché i pezzi di ricambio di quel tipo sono disponibili sul mercato a prezzi molto contenuti. Ma al Senato è comunque esplosa la polemica, con il vicepresidente Maurizio Gasparri che sottolinea come quegli aerei siano usati per combattere l’Is.
Economia e Finanza
Pil: battuta d’arresto, in parte annunciata, quella del prodotto interno lordo del secondo trimestre 2016 comunicata ieri dall’Istat. La variazione congiunturale zero, con un +0,7% tendenziale, calcolata su valori concatenati e al netto degli effetti del calendario, arriva infatti a pochi giorni dai dati negativi della produzione industriale e dopo l’ultima nota mensile dell’istituto di statistica che recava con sé un segnale negativo dall’indicatore composito anticipatore. Per trovare un altro trimestre piatto bisogna risalire fino al secondo del 2007. Diversi osservatori indicano nel rallentamento globale dell’economia una delle determinanti cruciali dell’indebolimento del ciclo economico nazionale, mentre il ministero del Tesoro sottolinea anche l’impatto di fattori geopolitici, dal terrorismo ai migranti alla Brexit. In un articolato commento diffuso sul suo sito web dopo l’arrivo delle stime dell’Istat il Mef ha ricordato che varie fonti governative avevano già segnalato che le stime di crescita formulate ad aprile con il Def sarebbero state messe in discussione; l’esecutivo è dunque consapevole della fragilità del ciclo e delle sue origini, ma altri dati, come l’occupazione e l’andamento dei servizi, danno indicazioni confortanti per i trimestri successivi. Nella stessa nota non manca un riferimento ai conti pubblici, che restano sotto controllo nonostante la crescita più debole del previsto; il dato diffuso da Bankitalia è in linea con le aspettative, il valore assoluto del debito continuerà a salire mentre il rapporto tra debito e Pil si è stabilizzato e il governo lavora per farlo scendere. Dalle opposizioni arrivano invece critiche all’operato del governo, con Matteo Renzi principale bersaglio; secondo Renato Brunetta per correggere i saldi di finanza pubblica occorrerà una manovra da 30-40 miliardi, e la legge di Stabilità di ottobre sarà lacrime e sangue per il Paese. Dal M5S si parla di “tragici fallimenti economici” del governo Renzi, il leader leghista Salvini accomuna Monti, Letta e Renzi in un unico giudizio, “stesse promesse e stessi fallimenti”.