Politica interna
 
Milano – Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia cerca di smorzare i toni con Roma dichiarando che “a Milano non si gioca una partita nazionale”. Il tentativo di riportare la competizione politica entro i confini comunali stride, però, con la lettera appello firmata da Pisapia insieme ai colleghi di Cagliari e Genova, nella quale s’invita a un’unità “aperta e larga” del centrosinistra. Un invito che, secondo il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, va “rivolto ad altri, a chi, segnatamente Sel, ha deciso di non confermare l’alleanza in alcune città che andranno al voto, come Torino e Bologna”. Pisapia minimizza: “La lettera non era assolutamente rivolta al presidente Renzi ma per creare dibattito nel centrosinistra”. A Milano il clima non è certo sereno. Ieri la maggioranza si è disgregata su una delibera fondamentale come il recupero degli scali ferroviari dismessi. Simbolicamente quasi una fine anticipata di legislatura.
 
Pd – Domani si aprirà a Firenze la sesta Leopolda. Sabato esponenti del governo del peso di Boschi, Gentiloni e Madia saranno interrogati non da deputati e senatori, bensì dai partecipanti alla kermesse. Renzi spiega perché non ci saranno le bandiere del Pd: “Non è un meeting di partito, ma un incontro di persone che credono nel valore della politica”. Ed estende l’invito a tutti i parlamentari: “Carissimi colleghi… Non è un’iniziativa targata Pd, lo sapete. Chi di voi vuole esserci, è il benvenuto”. Il bersaniano Miguel Gotor respinge l’invito contestando la “promozione di iniziative di corrente” da parte del leader e attacca sottolineando che “l’organizzazione che dirige non può essere trasformata in un comitato elettorale permanente”. Sempre sabato, al Teatro Vittoria di Roma, si terrà una sorta di “anti-Leopolda”. Roberto Speranza e Gianni Cuperlo hanno convocato i militanti per la manifestazione “Con il Pd nel mondo che cambia”, che vedrà Bersani sul palco ed Emma Bonino ospite d’onore.
  
Politica estera
 
Putin – Vladimir Putin alza i toni sottolineando che i missili “Kalibr”, partiti dal Mediterraneo e già usati contro i nemici in Siria, possono essere armati anche con testate nucleari. Salvo poi rettificare immediatamente dichiarando che “contro i terroristi tutto questo non serve”. Concetto ribadito anche dal ministro degli Esteri Lavrov. Nella sostanza il messaggio è chiaro: in Siria i russi sono decisi a usare la mano pesante. Negli ultimi giorni, oltre ai missili partiti dai sommergibili, i russi hanno usato i vecchi bombardieri strategici Tu-22 M con 60 incursioni. Anche l’America si sta muovendo con consiglieri militari ed elicotteri Apache. Appare sempre più evidente la necessità di un coordinamento tra le forze in campo, come ha affermato Lavrov.
 
Francia – Il governo francese sembra non escludere l’idea di creare un centro d’internamento per migliaia di sospetti islamisti non ancora condannati. Il governo si è rivolto al Consiglio di Stato con questa domanda: “Può la legge autorizzare una privazione di libertà degli interessati a titolo preventivo e prevedere la loro detenzione in centri previsti a questo scopo?”. Secondo il documento redatto dall’ufficio del primo ministro Manuel Valls e diffuso dal sito Lundi Matin, l’obiettivo è “accrescere la sorveglianza di individui conosciuti dai servizi di polizia che presentano degli indizi di pericolosità”.
 
America – Donald Trump comunica tramite Twitter la sua intenzione di correre per la presidenza della Casa Bianca anche da indipendente, se non avrà il sostegno del suo partito. Dopo le ultime esternazioni di Trump sui musulmani, infatti, molti esponenti repubblicani hanno preso le distanze dall’imprenditore che, se dovesse competere da indipendente, consegnerebbe la Casa Bianca alla candidata dei democratici Hillary Clinton. Il problema per i repubblicani è che al momento non si vedono strumenti per arginare l’incontenibile outsider. In base ai sondaggi l’elettorato repubblicano premia Trump con il 34,2%, più del doppio rispetto ai due cubano-americani: Ted Cruz, con il 15,4% e Marco Rubio, con il 13,5%.
 
Economia e finanza
 
Salva-banche – Ieri Carmelo Barbagallo, capo della Vigilanza di Bankitalia, in un’audizione alla Commissione Finanze della Camera ha attaccato esplicitamente la Commissione europea: “L’intervento del Fondo Interbancario di tutela dei depositi avrebbe consentito di porre i presupposti per il superamento della crisi senza alcun sacrificio per i creditori. Ciò non è stato possibile per la preclusione manifestata da uffici della Commissione Ue, che hanno ritenuto di assimilare ad aiuti di Stato gli interventi del Fondo”. Da Bruxelles questa volta non stanno a guardare e viene lasciato trapelare un documento che metterebbe in chiaro anche le responsabilità italiane: il 16 novembre un documento della Commissione prospettava tre alternative con costi sociali differenziati e l’ultima parola sarebbe comunque l’avrebbe avuta Roma. E mentre i toni della polemica si alzano, arrivando a toccare le istituzioni finanziarie e politiche ai massimi livelli, un ulteriore elemento di tensione è arrivato ieri, con il suicidio di un pensionato obbligazionista di Banca Etruria. L’uomo aveva investito circa 100 mila euro in obbligazioni della banca.  
 
Mercati – Ieri i mercati sono stati dominati da una forte volatilità. In mattinata le Borse europee avevano imboccato la strada del rialzo, ma l’entusiasmo si è ben presto spento. Le oscillazioni delle Borse si sono protratte fino alla prima parte del pomeriggio, poi sono entrati negli “order book” dei titoli gli investitori statunitensi e i mercati hanno nuovamente accelerato al rialzo. Un miglioramento legato anche alla crescita del prezzo del petrolio, che si è però fermata poco dopo le 16.30. La tensione si è riflessa solo parzialmente sui titoli di Stato. Il BTp decennale ha chiuso la seduta con un rendimento dell’1,57%.
 
Fisco – Il rientro volontario dei capitali illecitamente detenuti all’estero è stato un successo. L’operazione ha portato all’emersione di una base imponibile nascosta di 60 miliardi di euro. Un imponibile che frutterà allo Stato italiano un gettito di 3,8 miliardi di euro, superiore di 400 milioni rispetto all’ultima previsione del governo. Ma non c’è nessun tesoretto spendibile immediatamente, in quanto una parte di questi soldi è già stata usata a copertura di spese (1,4 miliardi di euro), e il resto sarà effettivamente utilizzabile solo nel 2016, e man mano che andranno avanti gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate e le sue notifiche alla Ragioneria dello Stato.