Politica interna
Lodi – Giuseppe Fanfani, consigliere laico per il Pd del Csm, ha definito in una nota la misura cautelare contro il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, “ingiustificata e comunque eccessiva”. Una dichiarazione che fa subito divampare lo scontro, con l’Anm che parla di “indebita interferenza”. E dopo polemiche e inviti “a maggiore riservatezza e continenza” nel plenum, la frenata di Fanfani, nel metodo: “Non chiederò, allo stato, l’apertura di una pratica al Csm, salvo nuove evenienze”. Ma non nel merito: “È un dovere anche dire che un magistrato sbaglia”. Prende atto del chiarimento il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini: “Non mi piace un Csm imbalsamato ma vivo e plurale”. E anche il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, ringrazia Fanfani “per la generosa, leale e chiara ammissione di sostanziale irritualità della sua originaria dichiarazione alla stampa”. Dal canto suo il premier Renzi ribatte a Grillo che parla di Pd “quintessenza del malaffare”: “La questione morale non esiste. Ma in percentuale ci sono più indagini sul M5S”.
Prescrizione – La commissione Giustizia ha adottato il testo base della riforma del codice penale che recepisce, per farlo viaggiare più velocemente, l’intero articolato sulla prescrizione: quello già votato dalla Camera che porta il tempo di prescrizione della corruzione da 12,5 anni a 21,9 anni. Questo nuovo tetto non è ben digerito dagli alleati del Ncd e dai neo alleati di Ala. Il ministro Angelino Alfano avverte: “No al testo della Camera, ci sono troppi eccessi, torniamo al testo del Consiglio dei ministri del 30 agosto 2014 che tutti abbiamo votato”. Secondo Alfano il massimo che si può concedere alla prescrizione della corruzione sono 15,5 anni. Non sono inoltre mancate le polemiche per la presenza, inizialmente negata, del verdiniano Falanga al vertice di maggioranza per discutere della prescrizione. Il M5S attacca: “Verdini è ufficialmente in maggioranza. Di questo avevamo informato il presidente della Repubblica che ne prese atto”, osserva Roberto Fico.
Politica estera
Ue – La Commissione Ue ha fatto tre proposte ai governi: eliminare l’obbligo di visto ai 75 milioni di cittadini turchi quando si recano nell’area europea di Schengen, estendere fino a sei mesi i controlli temporanei ad alcune frontiere di 5 Paesi e modificare il Trattato di Dublino sull’accoglienza dei rifugiati. La liberalizzazione dei visti è stata sollecitata entro giugno prossimo dalla Turchia nell’ambito dell’impegno con l’Ue di frenare o riaccogliere dalla Grecia i rifugiati siriani e iracheni. Erdogan ha infatti minacciato di far saltare l’accordo sui rifugiati, convincendo Angela Merkel a fare pressioni sulla Commissione Ue per far annunciare la proposta sui visti. L’estensione fino a sei mesi dei controlli alle frontiere tra Germania e Austria, tra Austria e Slovenia e Ungheria, ai confini danesi, svedesi e della extracomunitaria Norvegia, è consentito dal regolamento del Trattato di Schengen sulla libera circolazione e la Commissione l’ha giustificata con la difficoltà della Grecia di controllare le frontiere esterne. Quanto alla modifica del Trattato di Dublino non c’è unità di vedute tra i Paesi membri, e la Commissione ha proposto un ricollocamento dei profughi, nonostante quello in corso sia stato respinto da diversi Stati.
Stati Uniti – Dopo la vittoria in Indiana la strada di Donald Trump è spianata verso la competizione con la candidata democratica: “Ora dobbiamo battere Hillary, crooked Hillary, la corrotta Hillary”. Tra i repubblicani c’è incredulità e rabbia per non essere riusciti ad offrire agli elettori un’alternativa credibile al miliardario newyorkese. Trump è già concentrato nella sua nuova impresa, provare a riunificare la famiglia dei repubblicani, “ma non tutta, c’è una parte di cui non ho bisogno”. E poi ha aggiunto: “La gente ha votato per me, non per il partito”. Ora si attende di vedere chi sceglierà come candidato vice presidente: “Sarà un politico, qualcuno che mi aiuti nei rapporti con il Congresso”, è l’unico indizio. Per Trump la sfida è di riuscire ad allargare il consenso, andando oltre quella base di americani frustrati e arrabbiati che l’ha condotto fin qui.
Economia e finanza
Pensioni – Il presidente del Consiglio Matteo Renzi conferma l’impegno del governo a intervenire nel 2017 per rendere più flessibili le uscite previdenziali, in particolare per chi ha oggi 64-65 anni, i più penalizzati dalla riforma Fornero, e torna a ipotizzare una riduzione generalizzata dell’Irpef. Il nuovo meccanismo che sarà introdotto il prossimo anno per dare flessibilità alle uscite previdenziali si chiamerà Ape e riguarderà i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953. Con l’Ape “si potrà eventualmente anticipare con una decurtazione economica l’ingresso in pensione, ma varrà solo per un certo periodo, proprio per i nati nel ’51-‘53”. Quanto alle imposte, oltre alla rivalutazione del progetto di sfoltimento degli scaglioni Irpef, Renzi ha annunciato novità sulla riscossione affidata a Equitalia, che starebbe lavorando su nuove forme di rateazione dei debiti fiscali, e sulle tasse universitarie.
Banche – Dalla terza edizione dell’Outlook sulle nuove sofferenze delle imprese, presentato da Abi e Cerved, emerge che il calo delle nuove sofferenze già osservato l’anno scorso è destinato a rafforzarsi nei prossimi due anni, e nel 2017 i nuovi ingressi in sofferenza delle imprese industriali torneranno a svilupparsi a un ritmo normale e ai livelli pre crisi. Secondo la ricerca, complessivamente, il tasso di ingresso in sofferenza delle imprese scenderà dal 3,7% del 2015 al 3% del 2016, per attestarsi al 2,4% alla fine del 2017. Si tratta del valore minimo dal 2009, anche se ancora superiore rispetto al 2008 (1,7%).
[…] LE NOTIZIE DEL GIORNO. Inchiesta di Lodi, battaglia nel Csm – Renzi, pensioni flessibili nel 2017 […]