Senato: nonostante il parere negativo, ma non vincolante, del Consiglio di Presidenza, Pietro Grasso ha deciso che il Senato si costituirà parte civile al processo per la compravendita dei senatori in cui è imputato, tra gli altri, anche Silvio Berlusconi; “Per noi è un ineludibile dovere morale per partecipare all’accertamento della verità” ha detto il Presidente. Ovviamente negative le reazioni da Forza Italia, Berlusconi viene descritto come molto irritato, Toti ha parlato di atto incivile e Brunetta di colpo a freddo alla pacificazione; la decisione di Grasso viene invece accolta con favore dal M5S e dalla sinistra del Pd, un po’ meno dai renziani.
Verifica di governo: giornata frenetica di incontri per Letta e Renzi, allo scopo di preparare al meglio la direzione del Pd che oggi si occuperà non solo di riforme istituzionali, ma avrà come sostanza politica soprattutto la tenuta del governo. Le ipotesi sono quelle di un Letta bis o addirittura di una staffetta che porti il sindaco di Firenze a Palazzo Chigi. In serata telefonata tra il premier ed il Presidente della Repubblica, Napolitano ha garantito a Letta il suo sostegno esprimendogli “apprezzamento per la continuità e i nuovi sviluppi dell’azione di governo”. Da parte sua Renzi ha detto “Io lavoro, se Enrico ha fretta di fare il rimpasto lo dirà e lo farà lui. Io, sia chiaro, sto fuori da tutto”. Alfano è disposto ad appoggiare l’eventuale cambio alla guida dell’esecutivo, ma a patto che l’operazione avvenga in tempi ristretti, perché “la nostra pazienza ha un limite temporale” e “il governo è bloccato dai problemi interni del Pd”.
Napolitano: incontrando i 72 rappresentanti italiani al Parlamento europeo il presidente della Repubblica ha voluto replicare a chi ancora lo accusa di aver creato una “dittature delle larghe intese” tenendo a battesimo i governi di Mario Monti ed Enrico Letta, che hanno imposto al Paese politiche economiche durissime senza però farlo uscire dalla crisi. Napolitano ha negato che i due governi siano stati inventati “per capriccio della persona del presidente della Repubblica”, affermando “ho condotto consultazioni con tutti i partiti e non è mai uscita indicazione diversa dalla decisione che ho poi dovuto prendere”; ha poi puntualizzato che “le politiche restrittive, con conseguenze gravemente recessive, sono cominciate ben prima dell’arrivo di Monti”.
Politica estera
Onu – Vaticano: volano scintille sulla pedofilia ed è guerra aperta tra Santa Sede e Nazioni Unite. Il caso è scoppiato a Ginevra al termine della 65ma sessione del Comitato per i Diritti del Fanciullo, con osservazioni conclusive relative alle misure prese da alcuni Stati, tra cui il Vaticano, che riflettono una bocciatura clamorosa. Gli esperti del Palazzo di Vetro hanno osservato che la Santa Sede dovrebbe allontanare immediatamente tutti i preti pedofili ed i Vescovi che li hanno coperti, che in passato non è stata riconosciuta la portata degli abusi sessuali, che è stata violata la Convenzione sui diritti dei bambini e che il Papa dovrebbe dare l’ordine di aprire tutti gli archivi per assicurare alle giustizia coloro che hanno molestato vittime innocenti. Sconcerto da parte del nuovo segretario di Stato monsignor Pietro Parolini, che ha chiesto di poter studiare il rapporto prima di replicare alle accuse.
Marò: irritazione da parte del ministro degli esteri indiano per le notizie diffuse ieri da alcuni giornali locali ed agenzie di stampa, secondo cui il dicastero degli Interni avrebbe dato il via libera alla Procura generale per incriminare i due militari italiani sulla base della legge antiterrorismo chiamata Sua Act, escludendo però l’eventualità della condanna alla pena capitale. Ben diverse le assicurazioni garantite all’Italia, che parlavano di un processo tenuto sulla base del codice penale con l’imputazione di omicidio preterintenzionale e condanna, presumibilmente non pesante, dopo la quale i due marò sarebbero stati quasi subito rimandati in Italia sulla base di un accordo del 2012 tra Roma e New Delhi.
Economia e Finanza
Rating: secondo la Corte dei Conti Pil e debito pubblico non rappresentano dati sufficienti per valutare l’Italia; non si può prescindere dal patrimonio storico, artistico e letterario del nostro Paese. La Corte ha inviato una lettera alle tre principali agenzie di rating, Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s, spiegando che avrebbero creato all’Italia un enorme danno, abbassando a più riprese il giudizio sulla sua affidabilità economica fino a portarlo quasi al livello “junk”, cioè spazzatura. Il parere negativo avrebbe avuto conseguenze pesanti sullo spread, sui tassi di interesse dei titoli di stato e quindi sul debito sovrano; l’importo sarebbe quantificabile in 234 miliardi, anche se la cifra non è confermata direttamente dalla Corte, essendo al momento in corso solo un’istruttoria. Apprezzamento all’iniziativa è giunto dal ministro dell’Economia Saccomanni e da quello delle Attività culturali Bray. Secondo S&P invece “l’accusa è inconsistente, superficiale e priva di ogni fondamento”.
Fisco: via libera alla sospensione delle cartelle Equitalia per imprese e professionisti in credito con la pubblica amministrazione. Il congelamento, valido per il 2014, è stato introdotto grazie ad un emendamento del Movimento 5 Stelle licenziato dalle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, che approderà oggi a Montecitorio e poi al Senato, che avrà tempo fino al 21 febbraio per convertirlo. Rimane il vincolo del
provvedimento attuativo che dovrà essere emanato dal ministero dell’Economia per fissare criteri e modalità di applicazione.