Politica interna
Italicum: Renzi attende gli avversari per partire con lo scontro sulle modifiche alla nuova legge elettorale, mai utilizzata ma già destinata a cambiare. Il premier da New York ha ribadito la “totale disponibilità” al dialogo, rimandando al Parlamento per chiarire i tempi necessari a riscrivere la legge. Renzi vorrebbe comunque mantenere il premio di maggioranza, estendendolo eventualmente dalla lista alla coalizione così da poter attrarre le attenzioni di Forza Italia. Tra le opposizioni intanto il M5S ha fatto la sua mossa, proponendo che l’Italicum sia “cancellato tout court in quanto antidemocratico e incostituzionale” e manifestando la volontà di tornare al voto proporzionale. In giornata la maggioranza ha tenuto un vertice per compattarsi in vista del voto di oggi sulla mozione di Si-Sel riguardo l’incostituzionalità dell’Italicum e da cui è emerso l’accordo per la presentazione alla Camera di una mozione che impegni le forze politiche al dialogo sulle modifiche dell’Italicum.
M5S: Sembrano montare sempre più i malumori tra i Cinque Stelle sull’operato di Virginia Raggi (nuovamente criticata per la dimenticanza sulla revoca di De Dominicis), a pochi giorni dalla delicata kermesse di Palermo. Sull’incontro, organizzato da Roberta Lombardi e dallo staff di Davide Casaleggio, sono trapelati ieri dettagli che potrebbero aumentare le tensioni all’interno del Movimento. Sembrerebbe infatti che a presenziare sul palco saranno solo i “big” Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Di Maio e Di Battista, con conseguente esclusione di altri importanti rappresentanti. Oltre a questa scelta elitaria, la kermesse potrebbe essere aperta e chiusa da Beppe Grillo, quasi a voler ribadire chi è ancora il membro più importante del M5S.
Politica estera
Siria: La tregua è sempre più in bilico e il recente bombardamento al convoglio umanitario dell’Onu ad Aleppo ha dimostrato quanto sono tesi i nervi sul territorio siriano. Non si conosce ancora la nazionalità dei caccia che hanno sganciato le bombe ma Ban Ki-Moon ha accusato Assad, considerato il “principale responsabile” dei 300mila morti dall’inizio della guerra civile. In seguito all’episodio l’Onu ha dichiarato che sospenderà gli aiuti umanitari. Gli Stati uniti hanno invece accusato la Russia (ancora irritata per il bombardamento da parte della coalizione per errore alle postazioni siriane a Deir ez-Zour) di essere colpevole, ma il ministro della Difesa russo ha negato qualsiasi responsabilità, accusando i soccorritori di aver incendiato apposta il convoglio. Indipendentemente dall’artefice, resta chiara l’avversione di Assad verso la tregua, considerata per lui un ostacolo nella ripartizione dei territori. Nonostante i gravi episodi, Russia e Usa continuano a dichiarare pubblicamente di voler mantenere l’accordo, con il segretario Kerry che conferma che “la tregua non è morta”.
Obama: Il presidente degli Stati Uniti ha pronunciato ieri il suo ultimo discorso all’Onu, fissando un’agenda per il futuro che dovrà tenere in considerazione quattro punti. Il primo è la crescita, così da eliminare le disparità economiche fra Stati. Il secondo punto è la vittoria del liberalismo sull’autoritarismo e sulla forza come strumento di governo, in un velato riferimento alla conduzione di Putin. Il terzo obiettivo sarà eliminare ogni forma di intolleranza, razzismo e fondamentalismo. Infine secondo Obama sarà fondamentale continuare sulla strada della collaborazione internazionale, rigettando qualsiasi protagonismo legato alla vecchia concezione di super-potenza.
Economia e Finanza
Banche centrali: L’attenzione dei mercati sarà oggi tutta al duplice discorso di Bank of Japan e Federal Reserve sulle mosse future, nonostante sia sempre più lo scetticismo sull’inefficacia delle politiche monetarie degli istituti centrali. I due paesi si trovano in situazioni opposte, con gli Stati Uniti in crescita mentre il Giappone rimane ancora azzoppato da una economia che da diverso tempo non inverte la tendenza negativa. Probabile che sarà proprio la Banca centrale giapponese a fare annunci importanti, con un ulteriore taglio dei tassi e la possibile immissione di nuova liquidità sul mercato con l’acquisto di titoli di stato, obbligazioni e azioni. La Fed invece non dovrebbe ancora annunciare il rialzo dei tassi, nonostante sia una tra le economie più sane. La banca centrale americana non sarebbe però ancora convinta della robustezza della ripresa, evidenziata da un valore di inflazione ancora insoddisfacente. Ecco perché il rialzo potrebbe arrivare verso fine anno, rimanendo però molto contenuto.
Pensioni: Cambio di programma per l’appuntamento tra sindacati e governo per chiudere le trattative sulle pensioni. L’incontro era previsto per oggi ma è stato deciso un aggiornamento per il 27 settembre, quando sarà pubblicato il Def e si avranno a disposizione cifre più chiare su cui poter lavorare. I due schieramenti hanno comunque continuato a lavorare, per riuscire a risolvere i due nodi rimasti: l’anticipo della pensione per i lavoratori precoci e il numero delle persone che potranno usufruire dell’”Ape sociale”, dedicato ai meno abbienti e pagato dallo Stato alle banche. Mentre sul primo punto il governo non ha intenzione di permettere l’anticipo per 41 anni di contributi (uscirebbero dal lavoro 70mila lavoratori con una spesa di più di un miliardo), sulla seconda questione si discute su quale sia la pensione massima a cui si concederebbe il rimborso totale. Il governo si blocca a 1200 euro netti, mentre i sindacati spingono a 1300 netti. Alla trattativa guarda con attenzione anche l’Eurostat, che potrebbe intromettersi e prendere provvedimenti nel caso la platea si ampliasse troppo.