Politica interna
Riforma costituzionale – Dopo la presentazione ieri di una “controriforma” da parte di 25 dissidenti dem vicini a Roberto Speranza, da Palazzo Chigi arriva la disponibilità a dialogare senza pregiudizi, anche se Matteo Renzi non intende rimettere tutto in discussione. Secondo la minoranza Pd, il premier procederebbe con cautela auspicando nel soccorso di Forza Italia o almeno dei verdiniani. Intanto, i mediatori lavorano alacremente con la speranza di trovare un accordo interno ai democratici. Il nodo politico resta l’elezione diretta dei senatori: magari non si riuscirà a modificare l’articolo 2 ma la questione potrebbe essere inserita nel passaggio della legge in cui si stabiliscono le competenze dei nuovi senatori. Così l’intesa sembra sempre più a portata di mano.
Legge Severino – La norma redatta dall’ex ministro della Giustizia del governo Monti colpisce ancora. Questa volta a finire sospeso è stato il neoeletto sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni. Esponente di Forza Italia, era rinato dalle ceneri delle sue vicende giudiziarie, guadagnandosi anche l’appoggio personale di Silvio Berlusconi. La sospensione è il frutto della condanna per abuso d’ufficio, rimasta in carico a Mallegni dopo i processi. Dopo aver ribadito la sua fiducia nella giustizia, il neosindaco ha poi detto di essere intenzionato a presentare ricorso contro la sospensione.
Politica estera
Libia – L’inviato dell’Onu Bernardino Leon ottiene il primo sì di Tobruk, Zintan, Misurata e altre fazioni indipendenti al documento che propone un governo di unità nazionale. Dall’altra parte però la delegazione di Tripoli ha lasciato i negoziati del Marocco perché definisce il nuovo piano di pace «un tradimento». La posta in gioco è molto alta: si tratta di dare coesione e forza a un’autorità centrale in grado di ricompattare il Paese, impedendo che l’Isis approfitti del caos interno per estendere la sua influenza. Nonostante questo passo avanti, le distanze restano immense e, tra gli osservatori, sono in molti a credere che l’intesa sia destinata a restare in alto mare.
Julian Assange – Il fondatore di WikiLeaks, da tre anni rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, chiede asilo politico alla Francia con una lettera indirizzata a François Hollande. Ma in meno di un’ora Assange ha ricevuto il netto rifiuto dell’Eliseo: secondo Parigi, l’australiano non corre alcun pericolo immediato ed è inoltre oggetto di un mandato di cattura europeo per le accuse, da parte della Svezia, di violenze sessuali. Il rifiuto del presidente francese ha scatenato molte polemiche, dopo che, il giorno precedente, molte personalità si erano spese per chiedere di accoglier la richiesta di Assange.
Economia e Finanza
Grecia – Ieri ad Atene sono scese in strada le due anime della Grecia che domani si scontreranno in un referendum drammatico: in piazza il popolo del no batte quello del sì, ma per gli ultimi sondaggi sarà un testa a testa. Alla viglia del voto che deciderà il futuro greco, il Paese è nel caos: le banche lanciano un allarme e dichiarano di avere liquidità per 1 miliardo fino a lunedì. Intanto, a Bruxelles il dialogo tra governo ellenico e Unione Europea è sempre più teso: il ministro delle Finanze Varoufakis prevede l’intesa post voto, mentre Alexis Tsipras ribadisce la richiesta ai creditori di un taglio del 30% del debito e si appella agli elettori invitandoli a dire no a ricatti e ultimatum. Il premier si dice convinto che l’intesa si troverà anche in caso di vittoria del no, ma la risposta della Commissione Ue gela le speranze: il negoziato sarà difficile anche se dovesse prevalere il sì.
Poste – L’azienda si prepara a sbarcare in Borsa entro la fine del 2015: il Tesoro intende collocare il 40% del capitale ipotizzando un incasso intorno ai 4 miliardi di euro. La novità emersa ieri, dopo una riunione tra il ministero dell’Economia, i vertici dell’azienda, gli advisor e i global coordinator, è che nell’Ipo di Poste Italiane quote rilevanti di azioni saranno riservate all’azionariato popolare e ci saranno privilegi specifici per i dipendenti. Il calendario delle operazioni è piuttosto stretto: l’idea è di approdare a Piazza Affari nella seconda metà di ottobre. Questo significa inviare il prospetto di quotazione alla Consob entro fine luglio per ricevere il via libera nelle prime due settimane di settembre.