Politica interna
Intercettazioni – Una stretta sulle intercettazioni non è all’ordine del giorno, ha sottolineato Matteo Renzi: sono altre le priorità, produzione industriale in testa. Resta il fatto che le conversazioni sull’inchiesta Concordia appena pubblicate, in cui il premier esprimeva al generale Michele Adinolfi giudizi negativi su Enrico Letta, hanno riacceso il dibattito politico sulle intercettazioni. In particolare, Ncd e Fi premono per una riforma in tempi rapidi. Sfruttando i recenti fatti di cronaca, ma anche il calendario parlamentare: la legge sulle intercettazioni, al momento ferma in commissione Giustizia della Camera, dovrebbe infatti riprendere il suo cammino martedì. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando assicura il voto della Camera in due settimane. Intanto, in un’intervista a Repubblica, Adinolfi definisce banale la vicenda delle intercettazioni. “Rispondo dei miei atti e non delle mie amicizie”, ha dichiarato.
Caso Verdini – La spaccatura tra Denis Verdini e Silvio Berlusconi sembra essere ormai vicina a trasformarsi in una vera e propria scissione. Venerdì scorso l’ultima telefonata tra i due, un tentativo di chiarimento che si sarebbe concluso con un addio. L’ex coordinatore pensa infatti che la stagione delle riforme condivise con il centrosinistra debba continuare, specie in considerazione dei problemi di Renzi con la minoranza Pd. Il leader di Fi è invece convinto del contrario: i dem vanno battuti, non aiutati. Intervistato dal Corriere della Sera, il senatore ex Pdl e ora Gal Vincenzo D’Anna indica il timing della frattura: questo mese la costituzione al Senato di un gruppo con cui sostenere le riforme renziane, entro l’estate un’associazione.
Politica estera
L’Isis contro l’Italia – Un’autobomba con 450 chili di esplosivo a bordo è stata fatta esplodere contro il consolato italiano al Cairo, uccidendo una persona e ferendone altre dieci. L’attacco terroristico è stato rivendicato dall’Isis, anche se non mancano i sospetti sui Fratelli musulmani. In un’intervista alla Repubblica, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha parlato di un attacco diretto all’Italia, che è in prima linea contro il Califfato. Proprio l’Egitto è considerato cruciale per garantire la stabilità in Medio Oriente. “Ci hanno colpito, ma non ci faremo intimidire”, ha assicurato il ministro.
Commemorazioni Srebrenica – Il premier serbo Aleksandar Vucic ha dovuto lasciare le celebrazioni per l’anniversario dell’eccidio di Srebrenica sotto i colpi di sassi, scarpe e bottiglie. Vent’anni fa, dopo la caduta dell’enclave sotto la protezione dell’Onu, 8mila musulmani furono massacrati da parte dei serbi di Bosnia. Nonostante avesse chiesto scusa per Srebrenica nel 2010, la Serbia ha proibito ieri una manifestazione commemorativa a Belgrado e rifiutato la definizione di genocidio, spalleggiata in questo dalla Russia. Nel frattempo, un carteggio desecretato da Cia e Casa Bianca rivela che, nel 1995, Washington fece da freno a Parigi e Londra nell’aiutare la città, nella convinzione che in caso di offensiva serba la maggior parte della popolazione musulmana sarebbe fuggita. La giustificazione a posteriori chiama in causa la disfatta dell’intervento militare in Somalia di due anni prima e l’ostacolo rappresentato dalla Russia, alleata storica della Serbia.
Economia e Finanza
Emergenza Grecia – Alla fine la maratona dell’Eurogruppo in vista del vertice Ue di oggi non è servita a evitare che l’Europa si spaccasse sul salvataggio da 74 miliardi della Grecia, di cui 25 destinati alla ricapitalizzazione del sistema bancario. Mentre lo scetticismo si diffonde in diversi Stati del Nord e dell’Est, sul fronte del no si sono imposti un possibile voto contrario del Parlamento finlandese e la proposta del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble di un’uscita della Grecia dall’euro per cinque anni. Una proposta che, hanno ricordato fonti comunitarie, non è possibile perché la moneta unica è irreversibile con gli attuali trattati. Un altro scenario riferito sempre dalla stampa tedesca è la nascita di un fondo in cui Atene verserebbe 50 miliardi di attivi in garanzia, unita a non meglio precisati tagli alla spesa automatici. Renzi ha invece ribadito la volontà dell’Italia a trovare un accordo, perché la Grecia non sia ancora umiliata. Il tutto mentre cambiano gli equilibri di potere all’interno del governo greco, dove quattro ministri sarebbero pronti all’uscita. Gli scenari che si aprono dopo il sì del Parlamento a firmare un compromesso per evitare il default sono un rimpasto, un esecutivo di unità nazionale o un voto anticipato. Quest’ultima è la soluzione caldeggiata dall’ala più dura di Syriza.
Liberalizzazioni – In vista della scadenza di domani, si stanno limando gli emendamenti al disegno di legge liberalizzazioni all’esame delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. Le oltre 50 audizioni in due mesi dovrebbero garantire il via libera alle correzioni. Un numero di audizioni record, raggiunto anche a causa delle pressioni delle lobby, che segnala la lentezza del percorso parlamentare del provvedimento: il sì definitivo non arriverà prima della pausa estiva. Quanto ai contenuti del disegno di legge, si cercano misure per evitare i maxi-conguagli nelle bollette di elettricità e gas dopo l’abolizione del mercato tutelato. Per l’Rc auto dovrebbero arrivare sconti “certi”, mentre sarebbero allo studio formule alternative per aumentare la concorrenza tra notai. I punti più controversi restano la possibilità di vendere i farmaci di fascia C con ricetta anche nelle parafarmacie, l’eliminazione della riserva sull’invio degli atti giudiziari e la portabilità piena dei fondi pensione.