Politica interna

 

Csm – È caos nel Csm dopo le dichiarazioni di Piergiorgio Morosini, consigliere togato del Csm della sinistra di Area, che in un’intervista di ieri al Foglio ha spiegato “perché Renzi va fermato”, parlando di “rischio di una democrazia autoritaria”. Ma lui già alle 9 di mattina smentisce tutto. Morosini ha incontrato il giornalista, ma “il colloquio informale è stato travisato, mi sono state attribuite parole che non ho detto”. Ore dopo il direttore del Foglio Claudio Cerasa, pur confermando il contenuto della pagina, ammette che il titolo dell’articolo non corrisponde a una frase presente nel testo. Ma ormai la polemica è esplosa. Walter Verdini lo liquida come un “militante propagandista”, mentre il vice di Sergio Mattarella, Giovanni Legnini, parla di “attacchi inaccettabili”, e invita i magistrati a rispettare gli altri poteri. Anche il Guardasigilli Andrea Orlando lascia trapelare irritazione e pretende un colloquio formale con Morosini.

 

Soru – L’europarlamentare sardo Renato Soru è un evasore fiscale. L’ha stabilito il giudice Sandra Lepore, che gli ha inflitto tre anni di carcere, uno di meno rispetto a quanto chiesto dal pm Andrea Massidda. Soru ha già tratto le conseguenze: dimissioni immediate da segretario regionale del Pd, riflessione in corso sull’incarico europeo. La vicenda inizia nel 2009, quando Annozero scoprì che a Londra esistevano società dormienti riferibili a italiani. Una di queste era Andalas sdt, titolare Soru, capitale sociale di due sterline. La Finanza scoprì che sei anni prima, quando Soru era governatore della Sardegna, Andalas aveva prestato a Tiscali 27 milioni di euro, per poi farseli restituire con gli interessi. Operazione che avrebbe fruttato due milioni e mezzo depositati su un conto italiano, mai dichiarati al Fisco. Soru, che parla di “sentenza ingiusta”, ha annunciato che ricorrerà in appello.

 

Politica estera

 

Renzi-Merkel – Ieri la cancelliera Angela Merkel era a Roma per incontrare a Palazzo Chigi il premier Matteo Renzi. Dopo l’incontro, davanti ai giornalisti, i due leader affrontano un’analisi comune che si riassume in una frase: “L’Europa ha di fronte il rischio della sindrome dei Maya”. Merkel parla di Ue “in una posizione molto fragile” a cominciare dal nodo migranti, sul quale è in linea con l’Italia: “Dobbiamo difendere le nostre frontiere esterne senza cadere nei nazionalismi, serve lealtà, la frontiere non si chiudono”. Per Renzi “l’importante è la comune volontà di avere un approccio carico di diritti umani, con una proposta politica europea seria e di lungo periodo”. La cancelliera loda poi le riforme messe in atto dall’Italia, a cominciare dal Jobs act, mentre Renzi rimarca le connessioni fra le economie dei due Paesi. Nel pomeriggio, di fronte ai vertici dell’Ue, in Campidoglio, alla tavola rotonda sullo stato dell’Unione, Renzi torna a parlare d’investimenti, imprescindibili per non far perdere all’Europa “la sua leadership nel panorama mondiale”.

 

Stati Uniti – George Bush, sia padre che figlio, hanno deciso di non dare il loro appoggio a Donald Trump da qui all’elezione di novembre. In molti ormai parlano di morte del partito repubblicano, a cominciare dalla rivista The Atlantic per arrivare allo speaker della Camera Paul Ryan, che dichiara di non poter “più sostenere la candidatura di Trump”. Il gesto dei Bush è eclatante e apre ufficialmente una crisi nel partito: si teme che Trump vada incontro a una disfatta che porterebbe alla perdita del Senato e quindi della Corte suprema.

 

Economia e finanza

 

Visco – Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenendo alla conferenza “The State of the Union” a Firenze, torna a criticare la nuova regolamentazione Ue in materia di crisi bancarie, e in particolare il bail-in: “Uno strumento disegnato per ridurre l’impatto di una crisi non deve creare le premesse di renderla più probabile”. Visco rimarca come non sia “stata data sufficiente attenzione al fatto che la stabilità finanziaria è di vitale importanza per l’economia reale”. E consiglia “un temporaneo sostegno pubblico in caso di crisi sistemiche, quando l’uso del bail-in non basta ad ottenere gli obiettivi di risoluzione ma invece rischia di compromettere la stabilità finanziaria”. Il numero uno di Bankitalia precisa infine che il sistema bancario italiano è solido, e cerca di dissipare i timori legati ai crediti deteriorati: “Gli accantonamenti per sofferenze sono aumentati costantemente dalla metà del 2012 e gli indici di copertura sono in linea con la media per le principali banche europee”.

 

Fisco – Governo e ministero dell’Economia stanno iniziando a ragionare sui meccanismi per abbassare l’Irpef. L’intenzione è quella di concentrarsi sulla classe media, sui redditi che vanno dai 28mila ai 55mila euro. Una delle ipotesi sulle quali si sta lavorando è di ridurre di un punto percentuale due aliquote: quella del 27% che scatta a 28mila euro di reddito, e quella del 38% che invece scatta superati i 55mila euro di reddito. Il costo della manovra sarebbe di 3 miliardi di euro, e potrebbe essere facilmente finanziato rimandando di un anno l’abbattimento dal 27,5% al 24% dell’Ires sulle imposte, misura inserita nella scorsa legge di Stabilità ma che scatterebbe solo il primo gennaio del prossimo anno. Il punto debole dell’operazione è lo scarso impatto sulle buste paga dei contribuenti. Altra ipotesi allo studio è un ritocco del bonus da 80 euro, con un incremento di 20 euro della misura, che coinvolgerebbe 10 milioni di lavoratori, con un costo di 2,4 miliardi di euro.

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