Politica interna
Riforme – Un fronte politico trasversale muove un attacco in sede giudiziaria all’Italicum, la nuova legge elettorale che entrerà in vigore a luglio del 2016. La folta pattuglia che si contende la primogenitura dell’iniziativa comprende esponenti della sinistra Pd, parlamentari di Sel e del M5S ed è assistita da un coordinamento di giuristi. La raffica di ricorsi, con i quali si punta a portare l’Italicum davanti alla Corte Costituzionale, saranno depositati a inizio novembre in contemporanea presso diverse Corti d’Appello e si concentrano su due degli aspetti più controversi della nuova legge, il ballottaggio e il premio di maggioranza.
Caso Roma – Ormai mancano sette giorni al termine del conto alla rovescia e in queste ore Marino sembra avere veramente maturato la decisione di ritirare le dimissioni e andare a un chiarimento politico. Un clamoroso dietrofront che però il Pd non sembra intenzionato ad assecondare. Il partito sta lavorando per chiudere tutte le strade al sindaco e i consiglieri del Comune sono pronti, se necessario, a votare una mozione di sfiducia. Renzi, dal canto suo, esclude ogni possibile concessione a Marino e fa sapere che è disposto a incontrare il sindaco dimissionario solo dopo la conferma del suo addio definitivo alla poltrona.
Politica estera
Sisma in Pakistan – Una scossa di magnitudo 7,5 ha fatto tremare Pakistan, Afghanistan e India. Il bilancio è di almeno 250 morti e oltre mille feriti ma si teme che nelle prossime ore il numero delle vittime sia destinato ad aumentare.
Argentina – Alle elezioni di domenica Mauricio Macri, centrodestra, ha preso il 34% e ora andrà al ballottaggio con il super favorito candidato della Kirchner, il peronista Daniel Scioli, che si è fermato al 36%. Diventa decisivo il terzo candidato, Sergio Massa, che deve decidere su chi dei due far convergere il suo 21% di voti.
Economia e Finanza
Agenzia delle Entrate – Il caso Orlandi infiamma la maggioranza. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, ieri il ministro Padoan ha preso posizione in difesa della direttrice dell’Agenzia delle Entrate che invece il sottosegretario Zanetti vorrebbe “dimissionare” considerando inaccettabili le sue esternazioni sulle armi spuntate con cui è costretta a combattere il fenomeno dell’evasione. I retroscena dei giornali svelano che il via libera per una difesa “pubblica” della Orlandi è arrivato dallo stesso Renzi il quale però, pur autorizzando il comunicato del ministro dell’Economia, sembra mantenere tutte le sue riserve sulla figura della direttrice delle Entrate: alle orecchie del premier le critiche della Orlandi in tema di lotta agli evasori presentano una strana assonanza con quelle espresse dalla minoranza bersaniana del suo partito… Ma Zanetti non molla e sul caso, in qualità di leader di Scelta Civica, chiede una verifica politica agli alleati di governo.