Politica interna

 

Pd: l’intervista rilasciata venerdì da Massimo D’Alema è diventata il caso politico della giornata; il due volte premier, nonché ex ministro degli Esteri, ha incassato più critiche che consensi. Giachetti non ha replicato “per evitare di alimentare altre polemiche”, Matteo Orfini, definito “arrogante” da D’Alema, ha rimandato il dibattito alla direzione del 21 marzo, mentre un “vecchio saggio” come Macaluso ha tratto le conseguenze politiche commentando “si direbbe che D’Alema non è più nel Pd”; Cuperlo ha detto di non condividere i giudizi espressi dall’ex premier, molti esponenti democratici lo hanno accusato di slealtà e di “antagonismo radicale”, il presidente della Toscana Rossi ha parlato di “regalo a chi vuol fare fuori la sinistra” ed infine Epifani ha escluso che ci siano rischi di scissione. Ma tra i big della minoranza Pd riuniti a Perugia ci si chiede fino a quando valga la pena di restare nel partito, e sembra che Bersani e D’Alema abbiano ripreso a sentirsi.

 

Primarie centrodestra: ai gazebo è atteso anche Silvio Berlusconi, per dare la carica e forgiare l’evento mediatico nel giorno in cui Forza Italia chiederà ai romani se vogliono Bertolaso come candidato sindaco. La preoccupazione strisciante è quella della scarsa affluenza, Berlusconi è seccato dalla retromarcia di Salvini, al quale anche Bertolaso invia messaggi bellicosi chiedendogli cosa c’entri un milanese con Roma. Ma il candidato del centrodestra ammette che a contare sono i numeri e sui dice disposto a fare marcia indietro in caso di vittoria del no o di affluenza molto ridotta. Torna in campo anche l’ipotesi Giorgia Meloni, che si è di nuovo detta disponibile ad accettare, ma a condizione che la sua sia una candidatura condivisa.

 

 

Politica estera

 

Libia: c’è anche l’Italia fra i “free riders”, gli alleati scrocconi che secondo il presidente approfittano gratis del passaggio della potenza americana. La ragione per la quale Obama non ha citato espressamente Roma, nella sua intervista-sfogo ad una prestigiosa rivista statunitense, è che noi siamo un alleato militarmente meno significativo della Gran Bretagna di Cameron o della Francia di Hollande. Bersaglio principale resta il Regno Unito, che dopo avere spinto per l’intervento ha tagliato le spese della difesa e si è “distratto” dopo la caduta di Gheddafi, che ha portato la Libia nel caos odierno. Ieri un rapporto presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu ha aggravato l’allarme sul Paese nordafricano, dove secondo le Nazioni Unite l’Isis si starebbe espandendo e guadagnerebbe terreno grazie al “vuoto politico e di sicurezza sensibilmente allargato”.

 

Papa Francesco: sono passati tre anni dalla sera del 13 marzo, quando Jorge Mario Bertoglio si affacciò vestito di bianco dalla loggia di San Pietro dopo il conclave lampo seguito alla rinuncia di Benedetto XVI. Un tempo limitato per tracciare veri bilanci, ma sufficiente per individuare alcune linee guida al di là dei semplici numeri che parlano di 12 viaggi all’estero e 20 paesi visitati, 11 visite in Italia, 168 Angelus e 124 udienze generali, 2 encicliche e 15 costituzioni, un’esortazione apostolica e poi lettere, omelie pubbliche e discorsi. Il cuore del messaggio di Francesco, oltre ai cambiamenti di protocollo e la “normalità” distante dalle abitudini consolidate della corte pontificia, è la testimonianza di una Chiesa che mostra il volto di un Dio misericordioso e accogliente. “Senza la misericordia c’è poco da fare per inserirsi in un mondo di feriti che hanno bisogno di comprensione e amore” diceva il Papa ai vescovi del Brasile nel luglio 2013. E temi portanti del suo pontificato rimangono proprio la misericordia insieme all’ecumenismo ed all’ambiente.

 

 

Economia e Finanza

 

 

Mercati: due giorni fa, al di là della fiammata dopo il comunicato di politica monetaria da parte della Bce, le borse avevano chiuso in rosso. Ieri invece, spinti soprattutto dal settore bancario, tutti i mercati hanno archiviato le contrattazioni in rialzo, con una dinamica che può essere considerata la vera reazione al pacchetto di strategie dispiegato dalla Banca Centrale Europea giovedì scorso. Diverse le cause che possono spiegare questo fenomeno, probabilmente nell’immediato hanno giocato gli attori di breve termine, mentre a distanza di 24 ore gli operatori hanno letto meglio nelle pieghe delle indicazioni di Draghi ed hanno maggiormente compreso gli effetti del nuovo finanziamento alle banche, il Tltro, finalizzato soprattutto a sostenere il credito all’economia reale.

 

Governo: l’esecutivo rilancia dopo il Quantitative Easing numero 3 di Draghi e punta a rafforzare i finanziamenti non bancari a favore delle piccole e medie imprese. La principale misura alla quale stanno lavorando i tecnici del ministero dell’Economia, insieme a Bankitalia ed allo Sviluppo Economico, prevede sgravi fiscali a favore del risparmio retail che si orienti verso forme di investimento per la crescita delle Pmi, in particolare quelle che si collocano in un target fra i 50 ed i 250 milioni di ricavi. La detassazione sarebbe garantita per piani individuali di risparmio gestiti da fondi attivi in questo comparto, che in seguito all’iniziativa potrebbero crescere. Con il varo di questo piano il Governo intende incentivare l’acquisto di mini-bond, che secondo recenti dati avrebbero raggiunto il volume complessivo di 7,9 miliardi con 179 operazioni.