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Politica interna
 
Berlusconi: continua a tenere banco nel centrodestra l’ipotesi che sia uno dei figli a sostituire l’ex premier alla guida di Forza Italia per le elezioni europee. Nonostante l’anomalia della successione per via dinastica, questa soluzione viene da molti considerata come l’unica che possa dare continuità al brand della ditta azzurra, traghettandola verso il futuro. Pier Silvio ha però declinato ormai definitivamente l’offerta e Marina ha sempre dichiarato la sua indisponibilità, crescono invece le quotazioni della figlia Barbara, considerata però negli ambienti di Forza Italia meno “gestibile” del fratello; la sua irruenza rischierebbe di rivoluzionare il partito. La tensione all’interno di Forza Italia è altissima, ma Toti rassicura che nonostante “i molti gufi ed uccelli del malaugurio Silvio Berlusconi comunque ci sarà”.
 
Quote rosa: solo nel 2019, alle prossime elezioni europee, gli italiani voteranno con una legge che prevederà la parità di genere; i candidati saranno per il 50 per cento uomini e per il 50 per cento donne, ed i primi due candidati in lista dovranno essere di sesso diverso. Per il prossimo 25 maggio invece gli elettori si dovranno accontentare di una norma transitoria, potendo esprimere fino a tre preferenze tra le quali come minimo una dovrà essere di genere diverso, pena la cancellazione della terza preferenza. Il faticoso e contestato compromesso è stato votato ieri al Senato da Pd, Forza Italia e nuovo centro destra, ed ora passa alla Camera; tutte le altre forze politiche hanno votato contro, dal testo sono rimaste escluse altre modifiche che erano state presentate.         
 
 
Politica estera
 
Crimea: botta e risposta sulle sanzioni tra Stati Uniti, Europa e Russia, accusata da Washington di avere già imposto un embargo commerciale all’Ucraina, che potrebbe rappresentare il preludio ad un nuovo intervento; il segretario generale dell’Onu sta tentando una mediazione sul terreno, quanto meno per evitare altri passi militari russi. Obama ha parlato ieri nel giardino della Casa Bianca per annunciare nuove punizioni e costi addizionali per Mosca, sottolineando che il mondo “guarda con grande preoccupazione il posizionamento dei militari da parte dei russi, che potrebbe portare ad ulteriori incursioni nell’Ucraina meridionale ed orientale”. L’Europa ha allungato la lista degli individui presi di mira dalle sue sanzioni ed il cancelliere tedesco Merkel ha detto che il G8 è finito, almeno fino a quando la situazione non cambierà; annullato anche il previsto vertice Ue – Russia di giugno.       
 
Hillary Clinton: ufficialmente l’ex segretaria di Stato americana non ha ancora sciolto la riserva sulla propria candidatura alla presidenza del Paese ed ha promesso di farlo entro la fine dell’anno. Ma dietro le quinte gli amici più intimi, molti dei quali donne, hanno dato vita ad una sorta di partito contrario alla candidatura che, temono, comprometterebbe la sua salute già cagionevole dopo il ricovero del dicembre 2012 a causa di un embolo vicino al cervello. Il problema non è l’esito della competizione, visto che i sondaggi vedono Hillary in testa rispetto a tutti i plausibili candidati repubblicani, ma il trionfo potrebbe essere pagato ad un prezzo altissimo dalla quasi 70enne front runner del partito democratico.       
 
 
Economia e Finanza
 
Ue: Matteo Renzi ha vissuto ieri la giornata più problematica del suo tour europeo e di fatto ha ribaltato la logica fin qui seguita dai suoi predecessori in tema di rapporto deficit/Pil. Il premier, alla sua prima uscita al Consiglio europeo, ha evitato di farsi intrappolare nel negoziato su decimali e sforamenti, affrontando invece il tema delle riforme in atto in Italia, ed alla fine della giornata può dire di aver incassato un significativo endorsement del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz. Più teso l’incontro con Barroso, tornato a chiedere il rispetto  degli impegni economici e della soglia del 3% del rapporto deficit/Pil; Renzi ha garantito che l’Italia manterrà fede alle responsabilità assunte, ma ha contrattaccato chiedendo maggiore elasticità all’’Unione Europea, che peraltro  “deve risolvere i suoi problemi”.  
 
Unione bancaria: dopo 16 ore di negoziato Parlamento e Consiglio europeo hanno trovato una sofferta intesa su un nuovo meccanismo unico di gestione delle crisi creditizie, tassello cruciale della nascente unione bancaria. Il pacchetto è più ambizioso delle attese della vigilia, anche se sull’idea di associare al futuro fondo di risoluzione un paracadute finanziario, come chiesto a suo tempo dalla Bce, c’è per ora solo un impegno. L’entrata in vigore del meccanismo è prevista per l’1 gennaio 2015.
 
Inps: Vittorio Conti, commissario straordinario dell’Istituto, lancia l’allarme sulla situazione economica dell’Inps; sintetizzando al massimo, non c’è più niente da tagliare. Secondo Conti, che ha parlato davanti alla commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza, la situazione attuale non consente “ulteriori margini per tagli alla spesa ed al personale, senza incidere sui livelli di servizio alla cittadinanza”.