Politica interna
Caso Crocetta: unica certezza a campeggiare nel groviglio scatenato dalla frase attribuita al medico del governatore siciliano contro l’assessore alla Sanità Lucia Borsellino, è la smentita della Procura della Repubblica di Palermo sull’esistenza della stesa frase. Il procuratore Franco Lo Voi lo ribadisce, in contradditorio con il direttore del settimanale che ha pubblicato lo scoop sulla conversazione, definendo la presunta intercettazione “una bufala”; ma Luigi Vicinanza, direttore dell’Espresso, ha confermato che il colloquio esiste e risale al 2013. Rosario Crocetta resta chiuso nella sua casa di Castel di Tusa senza rilasciare dichiarazioni, ma non esclude le dimissioni dall’incarico; il Pd per il momento non lo ha ancora scaricato, anzi il segretario siciliano Raciti ha preso atto della smentita del Procuratore e rinnovato il sostegno del partito al governatore. Atteso per oggi l’arrivo a Palermo del Presidente della Repubblica, che parteciperà alle commemorazioni proprio di Paolo Borsellino e della sua scorta, uccisi il 19 luglio del 1992.
Riforma Madia: la delega legislativa che riforma la Pubblica Amministrazione è riuscita a superare lo scoglio della Camera e viaggia ora verso il Senato, dove sarà necessaria un’ ultima lettura. Soddisfatti il governo e il Pd, protesta da parte dei sindacati e dell’opposizione. Il ministro Madia ha promesso che entro la fine dell’anno tutti i decreti delegati saranno pronti ed operativi; il provvedimento consta di 23 articoli ed altrettante deleghe legislative, i dettagli delle novità che arriveranno nel mondo pubblico si conosceranno solo più avanti. Si va dalla promessa digitalizzazione globale dell’intera PA, al riordino delle società partecipate dagli Enti Locali, fino al via libera al silenzio–assenso per tutte le procedure amministrative; in caso di conflitti fra amministrazioni la decisione spetta al Presidente del Consiglio, novità questa temuta da molti ma che l’esecutivo vuole usare per costringere le amministrazioni ad imparare a dire la loro velocemente.
Riforme: oggi assemblea del Pd a Milano, con relazione di Matteo Renzi e dibattito successivo fra i delegati presenti. Interventi da tre minuti, replica del segretario prevista per le 17, insomma tempi tanto contingentati da scoraggiare anche big del calibro di D’Alema, che ha infatti rinunciato ad essere presente. Toccherà a Speranza ed ai bersaniani cercare di dare un po’ di brio alla kermesse. Tre i temi che Renzi affronterà nel suo discorso odierno, il partito dopo le amministrative, le riforme da fare per cambiare il paese, l’Europa ed il ruolo del Pse, il tutto rivolto all’obiettivo finale delle elezioni nel 2018. I rapporti con la minoranza del partito saranno altro nodo importante della discussione, Renzi farà appello all’unità per fare marciare le riforme, concedendo in cambio il coinvolgimento dell’area che fa riferimento al ministro Martina nella maggioranza e lasciando ai loro posti i presidenti di commissione della minoranza dem.
Politica estera
Golfo e Medio Oriente: l’evento che ha segnato il riavvicinamento tra Riad ed Hamas è stata la preghiera alla fine del Ramadan, fianco a fianco alla Mecca, di re Salman e di Khaled Meshal, capo del movimento palestinese di Gaza sostenuto da Teheran. Arabia Saudita e Iran sono senza dubbio potenze rivali, che da anni si fanno la guerra per procura in Siria, in Iraq e nello Yemen, ma forse saranno costrette a cooperare per evitare il collasso del sistema Golfo-Medio Oriente, dove l’Europa ancora deve trovare una strategia comune. Sulla rivalità tra Riad e Teheran in Medio Oriente si giocano nuovi equilibri da guerra fredda e calda, ma anche affari colossali. Eppure nessuno dei due Paesi uscirà vincitore dal confronto, con Riad sempre più frequente bersaglio degli attentati dell’Isis e Teheran che profonde miliardi di dollari nel conflitto con l’Iraq e nel sostegno ad Assad in Siria e agli Hezbollah libanesi. I campioni degli opposti integralismi rischiano di andare a fondo insieme e come in passato cercheranno di ripartire dal petrolio e dal suo prezzo per trovare un accordo ed evitare il collasso del Golfo.
Economia e Finanza
Grecia: ad Atene è arrivato il giorno del rimpasto, con l’allontanamento dalle cariche di governo dei nove dissidenti che si sono opposti all’accordo con la Ue, approvato ieri anche dal Parlamento tedesco. Alexis Tsipras ha cambiato dieci caselle fra ministri e viceministri, compreso il portavoce del governo; al suo posto invece è rimasto il neoministro dell’Economia Euclid Tsakalotos, che sarà al fianco di Tsipras nella dura trattativa con la Merkel e la commissione europea. Il cammino del presidente del Consiglio greco rimane comunque pieno di ostacoli, lo strappo con la sinistra ha aperto un profondo solco proprio nel momento in cui sarebbe occorsa molta forza politica. Resta sul tavolo la questione della sostenibilità del debito da parte della Grecia, Bce, Fmi e Stati dell’Eurozona sono ormai concordi sulla necessità che il disavanzo rimanga ad un livello accettabile, ma il problema è trovare la soluzione.
Bankitalia: la ripresa economica si va irrobustendo anche in Italia, oltre che nell’Eurozona. Lo certifica la nostra banca centrale, che prevede un incremento del Pil dello 0,7% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016. Lo scenario positivo presenta però una zona d’ombra, i rischi per la crescita potrebbero arrivare dall’accentuarsi della percezione di un indebolimento nella determinazione, da parte del Governo, a portare avanti le riforme necessarie proprio a rafforzare lo sviluppo; non bisogna insomma abbassare la guardia. L’ultimo bollettino economico migliora di oltre mezzo punto le previsioni sul biennio rispetto all’inizio del 2015, ma soprattutto indica come il passo avanti sia legato ad una ripresa degli investimenti, una voce che da molti anni si era invece quasi ininterrottamente ridotta. La ripresa si ripercuote anche sull’occupazione, con un miglioramento stimato all’1,5% nel biennio ed un calo al di sotto del 12% nel 2016. Italia fuori dal tunnel o quantomeno con un piede dentro l’agognata ripresa allora, ma i rischi all’orizzonte non mancano, si spera in un prezzo del petrolio stabile sui valori attuali e sull’assenza di ulteriori scossoni esterni, come è stata la vicenda greca.