Politica Interna
Referendum: prima di partire per il vertice Nato di Varsavia Renzi scrive una lunga e-news nella quale torna a parlare del referendum istituzionale e chiarisce che non sarà vinto evocando la paura del No, ovvero di una possibile crisi o delle conseguenze per la stabilità del Paese. Il cambio di passo del premier è proprio nella prospettiva della comunicazione, Renzi chiede di costruire una proposta, una speranza, di affermare che se vince il Sì ci saranno meno politici, meno sprechi di tempo e di denaro, più partecipazione e più chiarezza di ruoli. Un sondaggio di Ipr Marketing dava ieri il No in vantaggio sul Sì con il 52% contro il 48%, il ministro Maria Elena Boschi è intervenuta ricordando che “la riforma ci fa fare un passo avanti” e chiedendo ai cittadini di non votare in base alla simpatia verso il governo ma in base ad un dibattito serio ed approfondito sul contenuto delle riforme, che vanno ben oltre la vita dell’esecutivo.
Renzi: l’idea di spacchettare il quesito del referendum istituzionale non era mai piaciuta al premier per una ragione personale, e cioè che moltiplicando le domande nella scheda sarebbe finito l’effetto plebiscito che tanto gli stava a cuore. Ma ora che il risultato del referendum d’autunno è diventato estremamente incerto Renzi sta esplorando le strade che possano eventualmente portare a dividere il quesito in più punti; della questione si è parlato nell’incontro Renzi –Mattarella di due giorni fa al Quirinale, nel corso del quale si è affrontato anche il tema della data per la consultazione; sarebbe stata presa in esame quella del 6 novembre, ma Renzi riterrebbe migliori le tre domeniche successive, il 13, 20 e 27. Entro quelle date la Corte Costituzionale avrà deciso sulla costituzionalità dell’Italicum, una eventuale bocciatura consentirebbe all’esecutivo di riaprire i giochi con la minoranza Pd e con le formazioni centriste.
Politica Estera
Dallas: cinque poliziotti uccisi per mano di un cecchino, cinque rappresentanti della legge massacrati per odio razziale. E’ successo giovedì sera, quando centinaia di persone, bianchi e neri, marciavano per le vie di Dallas in segno di protesta per la morte di due giovani afroamericani uccisi da agenti bianchi in Louisiana e in Minnesota. La manifestazione è finita nel caos dopo che numerosi proiettili sono stati sparati, con precisione millimetrica, sulla folla che sfilava. Il cecchino è stato poi identificato come un ex riservista dell’esercito, furioso per le recenti sparatorie ed animato dalla volontà di uccidere agenti di polizia bianchi. Secondo le autorità l’uomo avrebbe agito da solo, ma ci sono tre arresti ed i dettagli sono ancora tutti da chiarire.
Vertice Nato: aperto a Varsavia il vertice della Nato, l’ultimo al quale parteciperà Barack Obama come presidente americano. Tre le sfide che si intrecciano e si complicano a vicenda, la tenuta dell’Alleanza Atlantica dopo l’uscita del Regno Unito dall’Europa, la crescente insofferenza di alcuni Paesi europei verso le sanzioni alla Russia ed infine l’escalation di attentati dello Stato Islamico, uno dei quali ha colpito pochi giorni fa un paese europeo, la Turchia. Sfide interconnesse perché chiamano tutte in causa il ruolo della Nato verso il suo avversario storico, la Russia. La secessione britannica rinforza oggettivamente Putin ed anche la questione turca chiama in causa Mosca, visto che Erdogan ha intrapreso un’opera di ricucitura dei rapporti con la Russia. Infine l’Isis, sulla quale Obama aveva scommesso di poter contare sull’appoggio del Cremlino, cosa che per ora non pare verificarsi.
Economia e Finanza
Banche: il governatore della Banca d’Italia apre, dalla tribuna dell’assemblea Abi, agli interventi pubblici in aiuto alle banche “a fronte del rischio che problemi circoscritti intacchino la fiducia nei confronti del sistema bancario”. Immediata la reazione di Piazza Affari che decolla chiudendo la seduta in progresso del 4%. Per il rilancio di Mps governo e Bankitalia stanno tessendo la tela di una garanzia pubblica in una eventuale ricapitalizzazione necessaria se la banca dovesse fallire gli stress test. Il tutto nell’ambito di un percorso corretto della direttiva europea che disciplina le crisi del credito, per evitare che nel salvataggio paghino i bondholder istituzionali, visto che i retail sarebbero tenuti fuori. Il ministro Padoan ha confermato che il dialogo con le Autorità dell’Unione è continuo ed ha lo scopo di esplorare tutte le modalità dell’intervento pubblico. Visco ha dedicato ampio spazio ai crediti deteriorati, problema “serio, ma che può essere gestito, già la riduzione della loro consistenza registrata dall’autunno scorso è un segnale incoraggiante”.
Fmi e Moody’s: luci ed ombre sull’economia, da un lato gli Stati Uniti dove gli occupati salgono più delle attese, dall’altro Eurolandia alle prese con i contraccolpi della Brexit. Così Moody’s taglia le stime di crescita all’1,5% per la zona euro ed all’1% per l’Itali;, anche il Fondo monetario internazionale riduce le stime sulla crescita del Pil comunitario e teme un aumento di rischi e volatilità. L’Europa deve anche fare i conti con un invecchiamento galoppante della popolazione, con i lavoratori over 55 anni destinati a salire in modo sostenuto. I risultati americani sono invece piaciuti alle Borse, Wall Street inclusa. Christine Lagarde invia anche un indiretto sostegno alla possibilità di intervento pubblico per il salvataggio delle banche in crisi, convinta come si dice che la Ue debba essere più flessibile sul tema.