Politica interna
Italicum – Con un nuovo annuncio sulla legge elettorale a Radio Popolare Matteo Renzi ha fatto intendere che il suo partito “non proporrà modifiche. Noi andremo a vedere le carte, siamo disponibili al confronto, ma non decido io. Decide il parlamento”. Rimane quindi l’apertura al dialogo, ma non verrà fatta nessuna mossa da parte del Pd. La scelta sembrerebbe orientata a far uscire allo scoperto la minoranza Pd che, secondo Renzi, boccerebbe in ogni caso una proposta arrivata dallo staff del premier. Ecco quindi che si rafforza l’ipotesi di un’intesa con la parte centrista degli alleati (Ala e Ncd) con cui sarebbero avanzati i discorsi per proporre la modifica del premio di maggioranza, permettendo anche alle coalizioni di ottenerlo al secondo turno tramite l’apparentamento. Un sistema quindi che manterrebbe comunque il ballottaggio. Il premier attenderà le mosse degli altri ma potrebbe cambiare strategia nel caso in cui la Consulta manifesti segnali negativi verso l’Italicum: sotto questo punto di vista i moniti lanciati da Napolitano negli ultimi giorni potrebbero suggerire che la Consulta sia proprio orientata a bocciare la legge elettorale.
Berlusconi – Dopo il lieve malore avuto il 30 settembre poco dopo l’atterraggio a New York, i medici confermano la diagnosi per Silvio Berlusconi: riposo e conseguentemente poca politica. Il leader storico del centrodestra non potrà quindi essere protagonista nella campagna referendaria per il No e vi sono dubbi sulla sua presenza all’assemblea nazionale di Forza Italia, in programma per metà novembre. Tutto bloccato quindi nel centrodestra, in attesa di avere notizie più certe sui tempi di recupero dell’ex premier. Gli avvocati di Berlusconi vorrebbero inoltre il rinvio dell’udienza per il processo “Ruby ter” con il legittimo impedimento a causa dei problemi di salute del loro assistito.
Politica estera
Migranti – Proprio durante la prima “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione” (per celebrare le 368 persone che il 3 ottobre 2013 persero la vita in mare) arriva la tragica notizia di altri nove morti nel Canale di Sicilia e di ben 6000 persone recuperate. Presente anche il presidente della Repubblica Mattarella che, commentando la giornata, ha parlato di “una ferita aperta nella coscienza di ciascuno di noi e un monito per l’Europa intera”. E tra i vertici europei ieri è stato commentato a porte chiuse il risultato del referendum ungherese. Nonostante non siano state rilasciate dichiarazioni ufficiali, l’Ue avrà sicuramente tirato un sospiro di sollievo forte della certezza che la redistribuzione dei migranti dovrà ora essere rispettata da Budapest, pena sanzioni di cui ancora non si conosce l’entità. Nonostante questo Orbán ha ribadito la sua intenzione di cambiare le regole con modifiche costituzionali.
Siria – L’escalation di tensioni tra Russia e Stati Uniti ha inesorabilmente portato all’abbandono definitivo della trattativa di tregua, con un velenoso scambio di battute in cui gli Usa hanno affermato che “la pazienza di tutti è finita” mentre Mosca ha accusato che gli ex alleati “non hanno rispettato le intese”. La situazione siriana vira così sempre più verso il caos, con l’asse Putin-Assad intenzionato a bombardare qualsiasi tipo di ribelle, Washington a caccia dell’Isis mentre si formano nuove forze estremiste, come ad esempio la formazione Fatah al Sham, nuova sigla di Al Nusra dopo la rottura con Al Qaeda.
Colombia – A sorpresa è stato bocciato il referendum per stabilire la pace tra lo Stato e le Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia (Farc). Con un risultato di 50,2% di voti per il No e 49,78% per il Sì, ma con bassissima affluenza (37%), viene così rimandato l’accordo che potrebbe mettere fine a un conflitto civile che va avanti da 52 anni. Le parti restano comunque ottimiste per un accordo futuro, conservando la tregua e la continuazione delle trattative. Lo hanno ribadito i dirigenti del gruppo armato manifestando la “volontà di usare solamente la parola come arma per la costruzione del futuro”.
Economia e Finanza
Legge di Bilancio – La giornata di perplessità ha visto Bankitalia e l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) esprimere i propri dubbi sul Def aggiornato e sulla prossima manovra. Secondo Bankitalia il disinnesco dell’aumento Iva non porterebbe a una crescita secondo i valori comunicati dal governo, mentre i conti su Pil e inflazione inseriti nel Def sarebbero troppo ottimistici rispetto al quadro tendenziale. Palazzo Koch ha aggiunto inoltre che bisognerà puntare su investimenti e sulla revisione della spesa pubblica, tenendo come obiettivo strategico la riduzione del debito pubblico. I dubbi dell’Upb arrivano invece dalla trattativa Italia-Ue, con l’incertezza che regna sovrana sulla concessione dello 0,4% in più nel rapporto deficit/Pil (7,7 miliardi) per le spese di emergenza (terremoto e migranti). L’Upb sostiene che le stime riportate nel Def “appaiono contrassegnate da un eccesso di ottimismo” sottolineando che nel 2017 la crescita del Pil non sarà elevata come riportato dal governo e che se i numeri non verranno chiariti l’ente non validerà i conti.
Good bank – L’incontro tra Padoan, Visco e i vertici di banche e associazioni di settore non ha fissato nessun piano per il futuro ma ha permesso di approfondire i molti dossier aperti, con un occhio di riguardo alle possibili conseguenze della vicenda Deutsche Bank. Padoan ha ammesso che “i temi sono ben noti, non c’è nessun tema nuovo” ma ha anche aggiunto che l’incontro ha permesso di fare il punto della situazione e dovrà essere seguito in futuro da nuovi confronti. Il tema caldo è stato sicuramente quello delle banche salvate dal Fondo di risoluzione, per cui Ubi negli ultimi giorni ha ricevuto lo stop dalla Bce sull’operazione di acquisto di tre delle quattro. Potrebbe quindi venire in soccorso il Fondo Atlante, acquistando i 3,4 miliardi di crediti deteriorati delle banche per rendere più sostenibile l’operazione della banca bergamasca. Nei prossimi giorni la situazione dovrà sbloccarsi, dato che scadrà la proroga concessa dalla Ue nei confronti di Ubi.
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