Politica interna
Ballottaggi – Secondo i primi numeri dei ballottaggi di ieri in 78 Comuni, su 11 capoluoghi sette vanno all’asse Forza Italia-Lega. A Venezia – il vero banco di prova del Pd – l’imprenditore Luigi Brugnaro, sostenuto da centrodestra e Lega Nord, ha superato il candidato dem Felice Casson. Perse anche Matera, Fermo e Nuoro, queste ultime passate a due liste civiche. Nonché, a sorpresa, Arezzo, la città del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Il Pd riconquista invece Mantova ed entra a Trani e nella storica roccaforte “azzurra” Segrate. A Lecco resta il centrosinistra, a Rovigo il centrodestra, che proprio in Veneto fa l’en plein. L’attesa adesso è per i Comuni della Sicilia, dove si vota anche oggi.Le partite più importanti si giocano nel capoluogo Enna, dove è in corsa l’ex parlamentare Pd Vladimiro Crisafulli, e a Gela, dove il M5S ha stretto per il secondo turno un’inedita alleanza con Ncd. L’affluenza è scesa dal 63% del primo turno al 47%.
Reazioni – “Abbiamo dato tutto quello che potevamo dare”. È questo il commento a caldo del quartier generale del Pd, che sottolinea come il conto totale dei Comuni vinti premi comunque il partito. Ma la perdita di Venezia dopo 21 anni di centrosinistra è altrettanto simbolica di quella della Liguria alle Regionali. E i risultati complessivi segnano una nuova battuta d’arresto per il partito al governo. Ad ammettere in modo esplicito la sconfitta, pur nella certezza che la situazione si possa recuperare con le riforme, è il premier Matteo Renzi: “Questo voto conferma che il centrodestra non è affatto morto, anzi è un avversario temibile quando si unisce”. Una lettura simile proprio a quella del leader di Fi Silvio Berlusconi. Il Pd paga soprattutto le inchieste Mose e Mafia Capitale. Su quest’ultima arriva adesso l’analisi della commissione prefettizia: il Campidoglio ignorò l’allarme su appalti assegnati con procedure anomale lanciato dal ministero dell’Economia quasi un anno prima dell’arresto di Salvatore Buzzi e dei presunti complici.
Politica estera
Immigrazione – Si alza la tensione tra Italia e Francia sui migranti bloccati alla frontiera. Per il Viminale, la polizia d’Oltralpe ha violato il trattato di Schengen. Controlliamo solo gli irregolari, è stata la replica francese. Nell’attesa che l’Ue prenda posizione e dalla Libia arrivi un segnale concreto di collaborazione, il governo italiano studia direttive e trattati comunitari su cui basare strategie alternative. Tra i punti del “piano B” annunciato ieri da Renzi dalle pagine del Corriere della Sera, ci sono permessi veloci di un anno ai richiedenti asilo perché possano circolare in Europa, insieme a un’operazione di polizia contro gli scafisti in Libia che coinvolga l’Egitto. Un’altra via passerebbe per accordi separati con Parigi, Londra e Berlino, che oggi si nascondono dietro il no dei Paesi dell’Est alla redistribuzione dei rifugiati.
Gran Bretagna – L’intelligence inglese è stata costretta a richiamare da Cina e Russia alcuni suoi agenti, smascherati a causa delle rivelazioni dell’ex funzionario della Nsa Edward Snowden. È quanto rivela il Sunday Times, secondo cui specialisti cinesi e russi sarebbero riusciti a decifrare il corposo dossier top secret che Snowden aveva portato con sé in formato digitale due anni fa, quando fuggì prima a Hong Kong e poi a Mosca, dove oggi vive da esule. I sostenitori dell’ex agente Nsa negano ogni accusa.
Economia e Finanza
Grecia – Anche se per gli esperti l’ipotesi Grexit resta ancora sotto il 30%, gli ultimi fatti raccontano l’avvicinarsi del default greco. È fallito l’ultimo tentativo della Commissione Ue di sbloccare le trattative tra la Grecia e i creditori internazionali in tempo per la riunione dell’Eurogruppo, in calendario giovedì. Atene ha ribadito il suo no alle riforme strutturali, all’intervento sulle pensioni e all’aumento dell’Iva. A questo punto la riunione di giovedì, programmata per sbloccare gli aiuti necessari alla Grecia per evitare il default, dovrebbe limitarsi a prendere atto della rottura. I tecnici dell’Eurogruppo stanno già lavorando a un piano B per consentire ad Atene di rimanere nella zona euro anche in caso di default: controlli sui capitali, limiti ai ritiri ai bancomat e chiusura delle banche per alcune settimane. Oltre alla richiesta di un nuovo piano di salvataggio, con misure di austerity ancora più dure rispetto a quelle appena rifiutate.
Conti pubblici – Serve un’economia di nuovo in crescita per evitare che i conti dell’Inps peggiorino anno su anno, arrivando perfino a convertirsi in un deficit da 12 miliardi nel 2023. Il rosso potrebbe cominciare già l’anno prossimo, dopo un 2015 con un patrimonio netto sceso da 18 a 11 miliardi. Il tutto con un peso non da poco sui conti pubblici. È questo il quadro esaminato dal Consiglio di vigilanza dell’Istituto. A evitare il passivo non basterà insomma il sistema Inps di vasi comunicanti dove le pensioni delle gestioni in rosso (dipendenti pubblici, fondi speciali, artigiani, dirigenti d’azienda, coltivatori) vengono pagate con gli attivi dei fondi di dipendenti privati, collaboratori e prestazioni temporanee. Intanto, il governo accelera sulle strategie per far andare in porto domani il cambio al vertice della Cassa depositi e prestiti, con il passaggio dal tandem Bassanini-Tempini a quello Costamagna-Gallia.