Politica interna
Assetto centrodestra. Annuncia: «Da lunedì torno in campo» dopo uno stop momentaneo, spiegando di aver trascorso «giornate dolorose» per la compilazione delle liste, riconoscendo che è stato «molto stressante», e che dunque ha preferito prendersi una pausa. Berlusconi ricomincia con due appuntamenti radiofonici. Per dire che il suo governo «sarà profondamente europeista», che a Bruxelles «hanno paura del M5S e non della Lega», che della Fornero «correggeremo le ingiustizie, senza mettere in pericolo i conti». Intanto si apre un nuovo fronte per la Lega in Veneto, dove montano i malumori degli uomini del governatore Luca Zaia che non figurano tra i candidati, scelti invece dal segretario della Liga Toni Da Re e dal sindaco di Padova Mastino Bitonci. Il governatore preferisce non entrare nella questione. Il segretario del partito Matteo Salvini, intervistato dal Corriere del Veneto, dice: «Luca mi ha sempre detto: io faccio il governatore. La vita del partito non è in cima ai suoi pensieri ed è giusto così. Anche in privato, giurano i suoi, il Cav rifiuta di chiedersi che cosa succederebbe se la maggioranza assoluta nelle due Camere venisse mancata, di poco o di tanto. Sondaggi alla mano, l’obiettivo gli sembra alla portata; per cui, fino al 4 marzo, l’ex premier fingerà di non udire quanto va dicendo Salvini sull’Europa, sulla Fornero, sui dazi e sui vaccini. Non gli sembra questo il momento di litigare. Ma dal 5 marzo in avanti, se la vittoria dovesse sfuggire, l’atteggiamento cambierebbe da così a così. Prenderebbero corpo tutti i fantasmi, compreso quello secondo cui la Lega preferisce perdere vincendo, piuttosto che vincere le elezioni perdendo il «derby» con Forza Italia. Ciò che nel nome della realpolitik viene per ora tollerato, dopo un mancato trionfo verrebbe addebitato all’alleato leghista. Sul quale penderebbe l’accusa di tradimento. E le «corna», si sa, sono giusta causa per un divorzio.
Assetto centrosinistra. Lo dice col proverbiale humour, ma lo dice: «Cari volontari del Pd, si può vincere nel Lazio, in Italia e persino nel mio collegio!». Davanti ai quadri e ai militanti del partito democratico, riuniti per la partenza della campagna elettorale, Paolo Gentiloni sdrammatizza con una battuta scherzosa ma ambivalente la “falsa posizione” nella quale si ritrova: candidato in un collegio di Roma ad alto rischio. Matteo Renzi – anziché mettere il prestigio del presidente del Consiglio al riparo da un possibile flop – due settimane fa ha chiesto a Paolo Gentiloni di candidarsi in un collegio con un elettorato spaccato in due: per metà di centro-sinistra e per meta di destra e dunque altamente incerto. Intanto, a una settimana dalla composizione delle liste, prende corpo la fronda a Renzi per il dopo voto e non può essere spiegata solo con la rabbia degli esclusi. L’elenco dei congiurati comincia a essere lungo. Lo diventerà ancora di più se il segretario Pd non porterà il suo partito almeno al 25 per cento. Si parte dalle minoranze: Andrea Orlando e Michele Emiliano. Il governatore pugliese è stato esplico rispondendo alla domanda “fare campagna elettorale per il Pd ma poi”? «La deriva di Renzi è perdente, con lui si rischia un processo di disgregazione inarrestabile. Dobbiamo convincerlo a lasciare, perché il suo modo di fare il segretario non porta risultati». Ai due capicorrente vanno aggiunti Goffredo Bettini, Ugo Sposetti e Ileana Argentin che hanno annunciato il tentativo di “golpe” pubblicamente.
Politica estera
Polonia e Shoah. II governo polacco ha reso pubblico un sito dove raccoglie i documenti per dimostrare che i campi di sterminio come Auschwitz sono stati costruiti e amministrati dai nazisti. Le spiegazioni sul web sono fornite in polacco, inglese, tedesco: il partito nazionalista al potere — Diritto e Giustizia — vuol tradurre le sue motivazioni per sostenere una legge che il resto del mondo non può accettare in qualunque lingua venga raccontata. Non possono accettarla gli israeliani, che si preparano a richiamare l’ambasciatore da Varsavia dopo il voto al Senato di ieri: la norma che vieta di usare la formula «campi della morte polacchi» — la pena sono tre anni di carcere — deve adesso essere firmata entro ventuno giorni dal presidente Andrzej Duda. La legge definitivamente approvata dal Senato polacco, ha creato nel più grande paese orientale di Ue e Nato un clima duro di Memoria divisa.
Russiagate. Alta tensione tra la Casa Bianca e l’Fbi, sulla pubblicazione di un documento che accusa l’agenzia di aver favorito l’inchiesta sul «Russiagate» per boicottare Trump. II confronto ha coinvolto lo stesso presidente e il direttore del Bureau, Christopher Wray, che starebbe considerando di dimettersi. Il rapporto che ha provocato la crisi è lungo tre pagine e mezza, ed è stato scritto dallo staff del capo della Commissione intelligence della Camera, il deputato repubblicano Devin Nunes. II testo sostiene che l’Fbi aveva abusato i suoi poteri nell’autunno del 2016, quando aveva chiesto al tribunale Fisa di autorizzare la sorveglianza di Carter Page, ex consigliere della campagna presidenziale di Trump sospettato di aver fatto da tramite con la Russia. Page, 47 anni, è una figura di seconda fila nella singolare fauna che popola il Russiagate, cioè l’inchiesta sulle possibili collusioni tra il team di Trump e il Cremlino per danneggiare la corsa di Hillary Clinton. . E’ un esperto del mercato petrolifero russo.
Economia e Finanza
Braccialetti Amazon. Amazon, il colosso del commercio sul web, ha brevettato un braccialetto da far indossare ai dipendenti per poterne controllare i movimenti e velocizzare le consegne. La notizia ha scatenato polemiche anche in Italia, dove la multinazionale dà lavoro a tremila persone. Il premier Paolo Gentiloni ha reagito dicendo che «la sfida principale è costruire un lavoro di qualità, non il lavoro con il braccialetto». Duri anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti («In Italia le cose che si possono fare sono quelle ammesse dalla legge») e i sindacati. L’azienda si difende: «Rispettiamo ovunque le leggi: i brevetti impiegano anni per essere approvati». Il braccialetto in teoria, dovrebbe evitare gli errori, mai non aiuta l’operaio dell’e-commerce, anzi lo robotizza, vincola il corpo (le sue mani) ad andare in una direzione o nell’altra togliendo qualsiasi autonomia di movimento. Non sappiamo se questo brevetto verrà utilizzato e in quali Paesi. In Italia sicuramente confligge con lo Statuto dei lavoratori e quindi tutto ciò non avverrà, ma al di là della sua applicazione pratica la sola notizia dell’invenzione del brevetto abbatte una barriera simbolica, l’efficienza «comanda» i movimenti delle mani con un dispositivo elettronico e tutto ciò fa gridare al nuovo schiavismo.
Evasione fiscale. Nel 2017 l’Agenzia delle entrate ha recuperato 20,1 miliardi di euro dalla lotta all’evasione fiscale. Si tratta di una cifra record, che supera anche il primato dell’anno precedente, quando i miliardi recuperati erano stati 19. La crescita è del 5,8%. Anche se a spingere verso l’alto il risultato è soprattutto la rottamazione delle cartelle esattoriali, cioè la possibilità di saldare i vecchi debiti con il Fisco senza sanzioni. Un’operazione, varata dal governo Renzi, che l’anno scorso ha portato nelle casse dello Stato 6,5 miliardi di euro, oltre un miliardo in più rispetto alle previsioni. Un pacchetto di dati positivi illustrati ieri dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, con l’intervento del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. «Dall’incremento della responsabilità e della semplicità fiscale vengono risorse per ridurre le tasse», ha detto il premier facendo riferimento ai due pilastri sui quali si è fondata l’azione del governo e ha invitato ad «impegnarsi a fondo» nella prossima legislatura per ridurre le «tasse sul lavoro».