Politica interna

M5S – Oggi sarà il giorno dell’importante kermesse di Palermo che dovrebbe ridare slancio al Movimento dopo le difficoltà di Roma. L’incontro durerà due giorni ma sembrerebbe che oggi si concentreranno i discorsi più importanti. Largo spazio verrà concesso ai due “big” del direttorio, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, che dovrebbero salire sul palco insieme a Davide Casaleggio, al suo esordio in pubblico. Dopo il triplice intervento sarà il turno di Beppe Grillo, che chiuderà la giornata. Sarà presente anche Virginia Raggi, che dovrebbe intervenire assieme alla sua omologa torinese Chiara Appendino. Tra i sindaci il grande escluso sarà Federico Pizzarotti, che in giornata ha definito Grillo un “garante del nulla”. Durante la due giorni si alzerà il velo sulla nuova struttura del Movimento che porterà a un direttorio allargato dove gli eletti potranno essere maggiormente protagonisti.

Referendum – Il quesito del referendum (la cui votazione si terrà probabilmente il 4 dicembre) solleva le polemiche delle opposizioni, poiché secondo Brunetta (FI) sarebbe un “vero e proprio sport per il Sì”. Anche dalla minoranza Pd sono arrivate contestazioni, con D’Alema che ha parlato di “arroganza al potere” e di ”plebiscito”. Le contestazioni derivano dal testo che è stato approvato e che cita il titolo della legge di riforma costituzionale, riportandone le modifiche: il superamento del bicameralismo, la riduzione dei parlamentari, il contenimento dei costi, l’abolizione del Cnel, e la revisione del titolo V della parte II della costituzione. Ecco perché Boschi si è limitata a osservare che “il quesito referendario si limita a riprodurre il titolo della legge”. D’altronde “il testo mica se l’è inventato Renzi, l’ha approvato il Parlamento” ha fatto notare Aniello Nappi, relatore del provvedimento finale nell’Ufficio centrale del referendum costituito in Cassazione.

 

Politica estera

Ue – Dopo un’estate di direttorio a tre, il prossimo summit tra i massimi leader europei non contemplerà l’Italia e Renzi tra gli invitati. Mercoledì prossimo a Berlino si incontreranno infatti i soli Merkel e Hollande alla European Round Table of Industrialists, a cui si aggiungerà il presidente della Commissione Ue Juncker. L’incontro si concentrerà sull’Agenda digitale e raggrupperà i maggiori esponenti industriali europei per discutere di grandi progetti d’investimento nel campo all’interno del continente. Dalla Germania hanno dichiarato che si tratta di “un incontro assolutamente ordinario” ma si tratterebbe dell’ennesima esclusione per il premier italiano, uscito polemico dal vertice di Bratislava verso la linea della cancelliera.

Siria – Continua la carneficina ad Aleppo, dopo il ritorno all’offensiva guidata dal presidente siriano Assad. Il bombardamento di ieri ha portato alla morte di 91 persone, in un terribile conteggio che registra 150 raid da giovedì (fonte Al Jazeera). Un attacco che non risparmia nessuno, uccidendo civili (si parla di una famiglia di 15 persone interamente spazzata via) e strutture adibite al soccorrimento. Secondo alcune persone coinvolte nei soccorsi sarebbero stati utilizzati svariati tipi di armi, comprese alcune considerate illegali: bombe a grappolo, barili bomba e fosforo bianco. Si profila intanto la possibilità di un intervento via terra delle truppe di Damasco, teso a rastrellare le case della città in cerca dei ribelli. Mentre continua l’emergenza per gli aiuti umanitari, bloccati da diversi giorni, Usa e Russia hanno dichiarato di aver fatto piccoli progressi sul fronte diplomatico con “alcune rispettive idee, che stiamo valutando in modo costruttivo” secondo il segretario di Stato Usa John Kerry.

Economia e Finanza

 

Legge di Bilancio – Si stringono i tempi per dare forma definitiva alla imminente manovra. Lunedì sarà infatti finalizzato il Documento di economia e finanza e entro quella data dovranno essere sciolti i nodi delle trattative con l’Ue. E’ questo infatti l’ultimo scoglio che dovrà superare il governo, che sarebbe vicinissimo a ottenere un deficit di 2,3-2,4% che si tradurrebbe in dieci miliardi di euro. Nonostante la Ue sia intenzionata a concedere il 2,2% come limite, la situazione potrebbe sbloccarsi molto presto, come confermano fonti da Bruxelles e da Roma. Il ministro dell’Economia Padoan e il premier Renzi si sarebbero incontrati ieri sera per discutere delle ultime ore di trattativa, mentre il premier ha sfruttato Facebook per attaccare nuovamente la rigidità dei conti perché “le politiche di austerity non servono a niente e fanno male”, citando gli Stati Uniti come esempio.

 

Istat – La revisione dei dati riguardante il biennio 2013-2015 rivela che l’Italia è uscita dalla recessione già nel 2014, con un Pil corretto da -0,3% a +0,1%. Il 2015 è invece stato ritoccato in negativo di un decimale, passando quindi a +0,7%. Mentre l’indebitamento netto non ha subito modifiche, cambiano i rapporti tra Pil e debito pubblico: nel 2014 si passa da 132,5% a 131,8% e nel 2015 da 132,7% a 132,2%. Secondo Padoan i nuovi dati riflettono il buon lavoro effettuato dal governo con le riforme.