Politica interna

Riforme: via libera definitivo del Parlamento alla nuova Costituzione, che diventa legge. Un applauso ha accompagnato i numeri del voto comparsi sul tabellone di Montecitorio, 367 sì, 7 no e 2 astenuti. Le opposizioni hanno disertato il voto, esprimendo giudizi molto duri sulla riforma, che Berlusconi ha definito “sbagliata e pericolosa”. Il grosso dei voti è arrivato dal Pd che ha espresso un sì compatto, anche se la minoranza dem ha posto alcune condizioni in vista del referendum approvativo, chiedendo anche modifiche all’Italicum. Molto soddisfatta ovviamente la ministra Maria Elena Boschi, che ricorda “erano 30 anni che si tentava di cambiare le regole”. Matteo Renzi, in viaggio in Iran, immediatamente dopo essere venuto a conoscenza dell’esito della votazione ha iniziato la sua campagna elettorale per il referendum, che dovrebbe sancire la fine del bicameralismo perfetto e del Senato; per intercettare da subito l’umore degli elettori il premier intende proporre l’avvio di una campagna di raccolta di firme per ridurre i costi della politica.

 

Casaleggio: si svolgerà domani a Milano il saluto pubblico per il cofondatore del Movimento 5 stelle, che si è spento ieri in un ospedale del capoluogo lombardo, dove si era fatto ricoverare sotto falso nome. E’ stato Beppe Grillo a confermare, con poche righe, la notizia sul suo blog. Casaleggio avrebbe lasciato ai suoi fedelissimi un testamento politico, steso nella convinzione che nella primavera del 2017 si voterà. Il cordoglio ufficiale per la sua morte è arrivato dalle alte cariche dello Stato e dai leader politici, anche chi ha voluto sottolineare la distanza politica da Casaleggio ha lasciato un ricordo e le condoglianza alla famiglia. Mattarella lo ha ricordato come “intellettuale, editore, protagonista politico innovativo e appassionato”. Ora il timore all’interno del movimento è quello del caos, conseguente al vuoto di potere lasciato dalla scomparsa di uno dei due fondatori, e che potrebbe scatenare una guerra per bande difficile da gestire per chi rimane.

 

Politica estera

Iran: Matteo Renzi è il primo leader ad arrivare a Teheran dopo la fine dell’embargo, preceduto da altre missioni governative italiane prima della Rivoluzione, tra le quali quelle di Mattei, di Andreotti e di Prodi.  Il premier è arrivato nella capitale iraniana accompagnato da 147 imprenditori in rappresentanza di 50 aziende italiane, ed avrà incontri con il presidente Rouhani e con l’ayatollah Khamenei, Guida Suprema dell’Iran. Prima di rientrare in Italia parteciperà al business forum congiunto con le imprese iraniane. Tangibili i gesti di attenzione nei suoi confronti, Rouhani lo ha accolto personalmente nel giardino della sua residenza, con Khamenei Renzi si è intrattenuto a parlare di dialogo religioso e culturale. Teheran considera l’Italia un partener prezioso, il presidente iraniano auspica che “torni a svolgere il ruolo di primo partner europeo come era prima delle sanzioni”.

 

Libia: “La guerra allo Stato islamico e ai terroristi la faranno i libici, l’Italia e la comunità internazionale aiuteranno il governo di Tripoli a stabilizzarsi, a far ripartire il Paese, ma non ci saranno nuove operazioni avventate”. Il comunicato di Paolo Gentiloni al termine del suo incontro con il premier Fayez Sarraj rispecchia quello che il governo italiano dice da Roma ormai da settimane; niente avventure militari, niente invasioni in Libia, oggi l’importante è stabilizzare il governo di Al Serraj. Gentiloni è il primo ministro accolto dal premier libico nella base navale di Abu Sittah, sede provvisoria del governo prima dell’insediamento negli uffici precedentemente occupati dal ribelle Ghwell. Tema concreto affrontato nel corso dei colloqui quello della riapertura dell’ambasciata italiana, Gentiloni dice che si sta studiando la possibilità ma secondo la sicurezza la situazione è ancora molto fluida ed occorre essere molto cauti. Con Serraj il nostro ministro ha parlato anche di immigrazione illegale, trasporti (Tripoli vuole riaprire al più presto i voli per l’Italia) e soprattutto di lotta al terrorismo.

Economia e Finanza

Padoan: ampia intervista al Sole 24 Ore del ministro dell’Economia, che conferma come anche per il 2016 la crescita resti l’obiettivo primario del governo; nonostante il rallentamento infatti il dato dell’anno in corso sarà del 50% più elevato rispetto a quello del 2015, passando dallo 0,8% all’1,2%, meno di quello che l’esecutivo avrebbe voluto, ma in linea con il deterioramento del quadro economico negli Usa e in Europa, che ha rallentato gli investimenti ed il commercio internazionale. Per rafforzare la crescita il ministro punta in particolare sugli investimenti, privati e pubblici; per promuoverli e facilitarli il governo ha preparato un nuovo pacchetto di misure finanziarie, che cercheranno di spostare una quota del risparmio gestito verso l’impresa italiana. Molti gli argomenti toccati nel corso dell’intervista, dal bonus pensioni allo slittamento del pareggio di bilancio al 2019, dalla flessibilità in uscita dal lavoro alla pressione fiscale. Padoan si esprime in termini positivi sul tema delle misure adottate proprio ieri per il rilancio delle banche, compresi i provvedimenti sul diritto fallimentare presi dal Governo ed il fondo Atlante lanciato dagli investitori privati.

 

Banche: scatterà il 28 aprile il primo closing del fondo Atlante, entro quella data si punta a raccogliere una cifra compresa fra i 4 ed i 5 miliardi. Questa la sensazione di ieri sera, al termine di una giornata negativa per Piazza Affari proprio a causa delle perplessità destate sul capitolo risorse, mentre i potenziali investitori si interrogano sul se e come impegnarsi. Il mercato sospende quindi, per il momento, il giudizio sulla misura economica che dovrebbe contribuire a risolvere da una parte l’annoso problema delle sofferenze del sistema bancario italiano, e dall’altra a favorire il buon esito degli aumenti di capitale in arrivo. Consob ha inoltre avviato verifiche sull’andamento dei titoli del settore bancario nella seduta di ieri, con riferimento in particolare alle indiscrezioni sul progetto Atlante. Non hanno aiutato a rendere più tranquilla la situazione sugli asset del nostro Paese le indicazioni piuttosto critiche contenute nell’outlook semestrale del Fondo monetario internazionale.