Politica interna
Veleni e dimissioni. Il caso De Luca jr agita i Democratici. Il Corriere della Sera: “Travolto dalle polemiche scoppiate dopo la diffusione, da parte del quotidiano online Fanpage, della puntata dell’inchiesta su appalti e rifiuti in cui il figlio del presidente della Regione Campania riceve nel suo studio l’ex camorrista Nunzio Perrella (spacciatosi per imprenditore) e gli dà indicazioni su come muoversi per ottenere l’appalto per lo smaltimento delle ecoballe stoccate in provincia di Napoli (operazione di competenza della Regione e in cui l’ex assessore di Salerno non ha quindi alcun ruolo ufficiale), De Luca jr rimette l’incarico, ma non ammette responsabilità. È indagato per corruzione dalla Procura di Napoli ma lui dice che «non c’è assolutamente nulla di nulla». Poi parla di «provocazione vergognosa» e di «vicenda oscura»”. “Nella bufera anche De Falco, candidato del M5S”. Sempre sul Corriere infatti si legge: «La prima cosa che ho fatto è stato chiamare De Falco. Lui ha smentito a me e pubblicamente. Ma la violenza sulle donne è inaccettabile: quindi chiedo alla signora di inoltrare la denuncia in modo che possiamo accertare i fatti e capire se c’è stata un’aggressione». Luigi Di Maio risponde così, con estrema cautela, sul caso del capitano di fregata Gregorio De Falco, candidato nei 5 Stelle, di cui ieri il Corriere ha raccontato la vicenda, riportando le parole della moglie che lo hanno accusato (ma senza denunciarlo) di avere aggredito lei e la figlia. Oltre gli scandali: “Nei programmi dei partiti ogni promessa diventa debito. L’analisi dell’Osservatorio diretto da Carlo Cottarelli dà risultati simili per Forza Italia, Pd, Lega e M5S: le loro riforme farebbero decollare il debito pubblico, mettendo a rischio il bilancio dello Stato”, si legge su Repubblica. E anche il Corriere oggi fa l’esame a numeri e coperture delle proposte dei partiti.
Il nuovo premier e le intese tra i partiti. Il Corriere della Sera: «Siamo così sicuri che una investitura di Gentiloni ci porterebbe più voti?». In attesa di risolvere l’enigma, Renzi in tv da Lucia Annunziata fa una mossa verso il premier in carica: «Chi ha fatto il presidente del Consiglio, come Paolo Gentiloni, potrà giocarsi le sue carte anche per il futuro. Ma noi non litigheremo mai». Anche intervistato da Massimo Giletti a Non è l’arena su La7, fa un altro passo in direzione del Gentiloni bis. Tuttavia ad agitare i vertici dem è il ritorno di Romano Prodi sulla scena del centrosinistra. Un’apparizione che potrebbe non essere episodica. La simpatia tra i due è assai scarsa, ma Renzi si dice «contento per il sostegno del fondatore alla coalizione. L’incoronazione di Gentiloni da parte di Prodi, invece, deve averlo rallegrato assai meno. Come dichiara Andrea Orlando l’abbraccio del Professore al premier e la scelta di non votare il Pd, è «un segnale che parla molto di futuro». Orfini intervistato da Repubblica: nessun dualismo tra Renzi e Gentiloni. «Avere più personalità autorevoli è un elemento di forza». E sui sondaggi che danno il Pd in caduta libera dichiara: “Il clima che si percepisce stando tra la gente, e non nei call center degli istituti di sondaggio, è di grande preoccupazione per la vittoria di chi ha già portato il paese sull’orlo del fallimento, ovvero la destra”. La Stampa: “In calo nei sondaggi e preoccupato del sostegno al premier Gentiloni, per tornare a Palazzo Chigi il segretario del Pd Matteo Renzi riprende sotterraneamente i contatti con Silvio Berlusconi e tiene aperto un canale con Roberto Maroni. Il leader di Forza Italia teme però una caduta libera del Pd, che rischia di venir meno come interlocutore di un governo di larghe intese”. Si legge anche della Meloni e della polemica con l’ex Cavaliere e Salvini per l’assenza alla manifestazione «anti-inciucio». Il premier che ha in mente Berlusconi – si legge invece sul Mattino – non è una donna e neanche un neofita delle istituzioni, anche se «l’esperienza che conta – dice il leader di Fi- non è solo quella politica». Gli indizi finora portano al presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. Salvini intervistato dal Giorno-Carlino-La Nazione apre a Berlusconi: «Sì a Tajani o Draghi se prendi più voti di me». L’endorsement del Ppe al centrodestra: «L’Europa non teme i toni della Lega: il Cavaliere è garante». Così il presidente del Ppe Joseph Daul in una intervista a il Messaggero.
Economia e finanza
Boom degli affitti brevi tra tasse e rendimenti. Dalla prima del Sole 24 Ore: “Cresce il fenomeno degli affitti brevi. Un boom reso possibile dalla facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta permessa da internet e dall’aumento delle case sfitte o inutilizzate. I fattori da considerare per valutare la convenienza rispetto alla locazione tradizionale di lunga durata sono molti e va detto che non tutti gli immobili si prestano agli affitti brevi. Di sicuro si evita il rischio morosità, ma bisogna valutare anche i costi di cui si deve far carico il proprietario e che, invece, con la locazione lunga spetterebbero all’inquilino (tassa rifiuti, condominio e bollette). Va poi considerato il tempo necessario alla gestione: annunci sui portali online, accoglienza degli ospiti e adempimenti burocratici statali e regionali. E per far fronte a questi oneri, che possono arrivare fino al 30%, è sorta la nuova figura professionale dei gestori”.
PA/Pensioni/costo della vita. Dal Sole 24 Ore: “Le regole per colpire assenteismo, “rimborsopoli”, mancata trasparenza o incarichi o appalti distorti si moltiplicano. All’atto pratico, però, la gran parte delle condanne pronunciate dalla Corte dei conti per danno erariale resta lettera morta. Negli ultimi cinque anni, i magistrati contabili hanno imposto ad amministratori e dipendenti pubblici risarcimenti per 1,7 miliardi di euro, ma le Pa danneggiate hanno incassato solo 273 milioni, cioè il 16% del totale. L’altro 84%, finora, è passato in cavalleria. I numeri mostrano che da questo punto di vista rischia di rivelarsi un flop anche la riforma della Corte dei conti, varata nell’estate del 2016″. Sempre sul Sole 24 Ore ma in tema di pensioni: “Tra gli oltre 400mila lavoratori che entro il 2019 potranno optare per l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica molti sceglieranno la via dell’Ape aziendale. Sono i dipendenti privati nati non oltre il luglio del 1956 che potranno uscire grazie a un’intesa con il datore, il quale verserà una contribuzione aggiuntiva. L’Ape aziendale si aggiunge agli altri strumenti di prepensionamento disponibili, come l’isopensione e l’incentivo all’esodo”. Il Sole 24 Ore del Lunedì ne ha messo a confronto gli impatti sui costi aziendali, a parità di pensione netta. Infine si segnala La Stampa: “Vent’anni fa il reddito medio degli italiani sfiorava i 35mila euro. Una leggenda in voga attribuisce la responsabilità di questo calo all’ingresso nell’euro, ma l’euro non c’entra nulla. Nel 2006, prima delle due grandi recessioni – nel 2007 e 2012 – quel reddito medio superava i 36mila euro. Decisive quindi le due recessioni. Ma ora il potere d’acquisto risale piano”. E sul Sole 24 Ore le nuove tendenze nei consumi grazie alla rilevazione degli scanner data. Su un campione di 1.781 punti vendita e 16 catene su tutto il territorio nazionale sono state intercettate le abitudini di spesa degli italiani. Ma lo sguardo va anche verso gli stili di vita di Spagna, Francia, Germania e Stati Uniti.
Politica estera
L’ira di Israele contro l’Iran. Il Corriere della Sera: “Gesti teatrali, minacce reciproche, riferimenti ai capitoli più oscuri del XX secolo. Nulla è mancato ieri, alla conferenza di Monaco, nel confronto indiretto tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro degli Esteri dell’Iran, Mohammad Javad Zarif. Uno scontro verbale dai toni durissimi, a conferma della profondità delle fratture che squassano il Grande Medio Oriente. Alla sua prima apparizione al forum bavarese, Netanyahu ha accusato Teheran di voler dominare la regione, occupando i territori una volta controllati dall’Isis. E ha paragonato l’accordo sul nucleare iraniano, che ha bloccato per 10 anni il programma atomico persiano, a quello di Monaco che nel 1938 aprì la strada ai nazisti in Europa. Netanyahu è inoltre intervenuto a Monaco brandendo il pezzo di un drone iraniano. “Una vignetta umoristica, frutto di un pensiero delirante”, ha definito la scena Zarif due ore dopo, negando che il pezzo sia parte di un drone di Teheran”.
In Turchia. Repubblica: “Continua la repressione in Turchia, dopo il golpe fallito del luglio 2016: risale a venerdì scorso la condanna all’ergastolo per sei giornalisti e scrittori accusati di legami con Fethullah Gulen, l’imam considerato la mente del putsch. Tre sono accusati di aver istigato il colpo di Stato con “messaggi subliminali” la sera prima in un programma tv. Sempre venerdì, è stato liberato su cauzione dopo un anno di carcere il corrispondente di “Die Welt”, Deniz Yucel, su cui pende comunque una richiesta di rinvio a giudizio. Mettono insomma paura gli sviluppi sulla sentenza a vita decisa contro i 6 giornalisti turchi condannati a Istanbul. In aula il giudice è stato offensivo quando si è rivolto ad Ahmet Altan, uno dei maggiori intellettuali, chiamandolo «prigioniero»”.