Le recenti nomine pubbliche confermano come in Sicilia siamo lontani da un raggiungimento di una Parità di Genere. Infatti, gli ultimi incarichi conferiti della Giunta Musumeci, relativi ai sottogoverni negli Enti autonomi delle case popolari, dei Parchi e dei Consorzi universitari, confermano la mancanza di equilibrio di genere.
Ma non è più consentito ignorare il merito delle donne; le donne ci sono, vogliono essere ascoltate e portare, con la loro presenza e la loro attività, le esigenze, i bisogni e il loro punto di vista, oltre che competenza e professionalità. L’assenza nei ruoli apicali delle donne significa, per loro, essere assenti là dove può avvenire il cambiamento mentre il tasso di occupazione in Sicilia è il più basso d’Europa, condannandole così alla povertà e all’esclusione sociale.
Non entriamo nel merito della preparazione dei singoli nuovi Presidenti; sono certa della loro preparazione e competenza. Ma la non partecipazione nei ruoli apicali condanna le donne a subire scelte e decisioni consacrate da soli uomini; su 12 nuovi Presidenti di enti pubblici c’è una sola donna, nominata alla guida dell’Iacp di Siracusa.
Inoltre, ci chiediamo, nella Giunta Regionale di 12 assessori può essere rappresentata da sola donna? Anche se la legge regionale ha preferito non legiferare nel merito.
Ciò significa che il governo della Regione Siciliana non tiene conto dello spirito della Costituzione che, con l’art. 51 e l’art. 3, ricorda, il primo, che le donne possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di assoluta parità, e con l’art. 3 che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale; e demanda al legislatore ordinario di rendere attuati i principi citati; riteniamo, inoltre, una grande conquista di civiltà la legge Golfo-Mosca (n. 120 del 12 luglio 2011) riguardante le società quotate in borsa, la quale sancisce che il nuovo management degli enti pubblici deve essere formato almeno per un quinto da donne, per aumentarne la presenza fino a un terzo nel 2022.
Tutto ciò non toglie, però, che l’affermazione del principio di uguaglianza venga perseguito in uno Sato-Regione che vuole crescere come corpo unitario di cittadini che abbiano parità di diritti e di doveri. Come Consiglierà di Parità della Regione Siciliana chiedo al Presidente Musumeci, persona che stimo e apprezzo, una nuova stagione di riforme e di attenzione verso la parità di genere.
Il raggiungimento di una democrazia paritaria e di genere non è una sterile rivendicazione femminile, ma la possibilità per la Nostra Sicilia di affrontare e risolvere i problemi da prospettive diverse e con rinnovata energia.
Margherita Ferro
Consigliera di Parità per la Sicilia