LA DEAD LINE del crollo degli italiani è fissata al 2050. Ma se, guardando alle previsioni demografiche, per quella data il nostro Paese registrerà il 16,7% di cittadini in meno mentre la Francia supererà i 70 milioni di abitanti, un motivo c’è: in Italia fare figli non conviene. O meglio, non come in altri Paesi.
Alla base della consistente differenza di natalità tra l’Italia e i cugini d’Oltralpe vi è, innanzitutto, una differente politica di sostegno, in Francia più generalizzata e non rivolta soltanto alle famiglie economicamente più deboli. L’idea di erogare incentivi anziché meri aiuti, alla fine paga. Mentre l’Italia nel 2018 ha toccato il minimo storico con 449mila nuovi nati totali, in Francia sono venuti al mondo 758mila bebè. Oltre al ‘bonus asilo nido’ (importo massimo di 1.500 euro su 11 mensilità), unico aiuto destinato a tutte le mamme, a prescindere dal reddito, in Italia è il cosiddetto ‘Bonus mamma domani’, un contributo di 800 euro una tantum che può essere richiesto dalle donne all’Inps a partire dal settimo mese di gravidanza. Altri aiuti come il ‘Bonus bebè’ – un assegno mensile di un anno che va dagli 80 ai 192 euro al mese a seconda del reddito – sono, infatti, destinati solo a chi a un Isee pari o inferiore ai 25mila euro.
NON VA MEGLIO per quanto riguarda il congedo parentale, soprattutto per i neo papà a cui lo Stato concede solo 5 giorni di assenza retribuita dal lavoro. Se per le giovani coppie di lavoratori pensare di mettere al mondo un figlio diventa sempre più difficile, a sopperire alle difficoltà, sempre più spesso, intervengono le aziende. Dai dati del Rapporto Welfare Index Pmi 2019 emerge, infatti, che il 21,1% delle piccole e medie imprese italiane attua iniziative a supporto della genitorialità, tramite bonus, permessi retribuiti aggiuntivi e integrazioni dei congedi. Una tendenza supportata anche dal governo con lo stanziamento, nell’ultima legge di Bilancio, di fondi volti a incrementare il welfare aziendale.
«PER NOI la maternità è un valore aggiunto, non un elemento di criticità» afferma Marco Bernardi, presidente di Illumia. Eletta, ieri, eccellenza welfare italiana, l’azienda bolognese che opera nel settore energetico offre ai propri dipendenti un bonus di mille euro per ogni figlio che nasce e un ‘orariomamma’. Ma c’è anche chi pensa ai papà. «Siamo convinti che, dopo il congedo di paternità, le persone torneranno al lavoro arricchite», afferma Francesca Sagramora, Direttore risorse umane di Procter & Gamble Italia, commentando la decisione di offrire ai neopapà un congedo di 8 settimane retribuite al 100% dall’azienda.
fonte: Il Giorno