Il governo Draghi rivela la mancanza delle donne: tra i ministri solo otto donne. Debora Serracchiani ha detto: “Non ci sono più scuse. Al governo Draghi e in particolare al premier, è affidato il compito di risollevare il Paese da una crisi unica nella storia. Non deve piacere, deve lavorare bene e presto. Ma non ci sono più scuse nemmeno per le donne dem, che hanno da imparare una dura lezione: nessuno spazio ci sarà dato per gentile concessione…”. A mio avviso,  è avvilente che nessuna donna sia mai stata collocata in un ministero economico. In pratica, nel nostro Paese, i ministeri strategici, sono sempre andati agli uomini. La prima donna ministro è stata Tina Anselmi nel 1976. Il problema non è il ruolo delle donne in politica. Il problema è come vengano considerate le donne. E’ recentissimo l’insulto dello storico Gozzini verso l’onorevole Giorgia Meloni. Un insulto avvenuto nel corso di una trasmissione radiofonica in cui il docente dell’università di Siena, Gozzini, ha utilizzato dei termini sessisti contro la Meloni. Il presidente Sergio Mattarella ha telefonato a Giorgia Meloni, esprimendole la sua solidarietà. Ribadisco che il problema sia la condizione delle donne in Italia: in genere succede che siano vittime di commenti offensivi. Le donne non sono ritenute capaci di sostenere degli impegni di responsabilità, dei ministeri chiave. Di qui, una donna non è mai stata premier. Perché? Ci siamo trovati di fronte ad un fallimento della politica. Ora deve esistere il tempo della responsabilità. La realtà è in bilico. Le donne in politica e non, sono oggetto di insulti. Una morale corrente va così. E neppure la pandemia ha sradicato questa morale. Oggi parecchi soffrono per la crisi economica, per la crisi sanitaria. Il nostro Paese deve riprendersi. Tutte le forze politiche devono essere affidabili. Antonio Tabucchi scriveva: “La vita è un appuntamento…”. Noi entreremo nella fase della ripresa. Non abbiamo scelta.

Rosa Mannetta