Egli è da osservare che descritta una festa, dal più al meno a Napoli le son tutte dipinte, perocché l’una all’altra si assomiglia nel chiasso e nel tripudio. Non fa quindi bisogno che di accennare i diversi moventi, le cagioni diverse da cui procedono, e le varie circostanze che le fanno distinte e separate. Cosi adunque pel cenno fatto, ogni leggitore saprà figurarsi il concorso del napoletano abitante alle Catacombe: ci vedrà colla sua mente il tripudio sotto quelle volte che un tempo dedicate erano soltanto alla quiete ed al riposo de’ morti; e correrà colla sua fantasia per entro a quegli androni meditabondi, col lazzarone che bestemmia, col zerbino che vezzeggia, col nobile che ragiona, col mercadante che ci va come a ritrovo di affari; e di tutto questo convegno si formerà l’idea del chiasso e della confusione, caratteristici indizii di tutti i napoletani sollazzi.
La festa del 2 novembre
Persino al di de’ Morti è festa di gaudio pel popolo napoletano. Il giorno due novembre di ciaschedun anno la commemorazione dei defunti, celebrata dalla Chiesa con preci e riti mistici, pe’ quali si invoca la pace da Dio alle anime de’ trapassati, a Napoli è solennità che tragge il popolo affollatissimo ai «Giardinetti», non già ad un pio raccoglimento destato all’idea della rapida cessazione della umana esistenza, od alla preghiera, «che molce i mali alla vita seconda», ma ad un baccano, ad una festa gioiosa.
Non tutti ponno sapere quello che siensi codesti Giardinetti: ed ecco che ne diamo un piccolo cenno. Entro a sterrati di sabbia, disposti lunghesso alcuni sacrarii, vengono conservati parecchi umani corpi disseccati. Il giorno de’ morti si tolgono al loro ripostiglio, e si collocano ritti in piedi, e taluni anche vestiti col tergo appoggiato alle muraglie. A’ piedi loro stanno affissi cartelli, su’ quali sono descritti i nomi e cognomi e l’epoca della loro morte. Il popolo vi accorre numeroso, e si raffigura di visitare e conversare co’ suoi vecchi parenti ed amici. Se per ventura ne riconosce taluno, l’argomento è trovato a cento istorie ed a cento racconti che l’uno fa all’altro, e si susseguono da cento bocche. Anche le donne vi si affollano intorno con una curiosità indicibile, ed anziché atteggiarsi a mestezza, alzano un cicalio mdescrivibile, quasi assistessero ad una festa sollazzevole. .… .
Corpi umani disseccati
In questo giorno le rimembranze de’ Giardinetti, vengono in mille foggie riprodotte per tutta Napoli. E più che altrove, lunghesso la via di Toledo i venditori di dolci ne fanno pomposa mostra. Tu vedi per tutto canestri ricolmi di ossi da morto, forme di scheletri e crani fabbricati collo zucchero e con una pasta confettata di mandorle.
Non v’ha chi non ne comperano; è questo il regalo della giornata, come a Venezia la fava de’ morti. Dovunque in Napoli tu vedi divoratori di scheletri e di ossa mortuarie, e bocche, più vezzose di quelle che pingeva l’Albano, pulitamente rosicarsi un teschio, si che ti parrebbe essere tra un popolo di antropofagi.
Ell’è una verità, pretta, schiettissima: Napoli non è fatto per piangere; ivi ride la natura e ridono gli uomini. Fino a coloro cui prende la malinconia di torsi dal mondo, eseguiscono il loro proposito fra i simboli del giubilo. Anni or sono, un bravo suonatore di violino, vecchio podagroso, avea pazza-
mente fermato di volersi ammazzare. Con una barchetta si fece egli condurre in sulla punta di Posillippo, e quando il naviglio fu ben discosto, si mise in mano un arancio ed in bocca un cigarro: fumè, cantò, suonò per buon tratto e spiccò finalmente un capitombolo affogandosi nel mare.
La Napoli che ride anche della morte
Questa è Napoli con tutte le sue spensieratezze; questa è Napoli di cui Goldoni invidiava il vivere giocondo, e dove il prosator Certaldese dettava le sue gioiose novelle; questa è Napoli quando rinnova la vita di Sardanapalo, e ripete gli usi di Sibari e le mollezze di Capua, che perdettero Annibale: ma tutti i giorni non son quelli del tripudio, ed anche i Napoletani si hanno un intelletto ed un pensiero.
(Napoli e le sue costumanze, 1844)
le puntate precedenti:
Un anno di feste
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- La domenica di quaresima – https://www.ilsudonline.it/laltra-storia-del-sud-un-anno-di-feste-nel-regno-di-napoli-la-domenica-di-quaresima/
- 19 marzo, San Giuseppe – https://www.ilsudonline.it/laltra-storia-del-sud-riscopriamo-le-feste-del-regno-di-napoli-san-giuseppe-e-il-mito-delle-zeppole-di-pintauro/
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