Laura Bercioux
Ci sono vittime italiane nell’attentato al Museo bardo avvenuto ieri in Tunisia: si tratta di alcuni passeggeri della Costa Fascinosa cadono nelle mani dei terroristi e altri vengono presi in ostaggio.. Un’altra testimonianza, (fonte La Repubblica), è del tecnico di Rainews 24, Alessandro Stefanon, era in crociera a bordo della Costa fascinosa “Siamo arrivati stamane a Tunisi da Palermo e alle 8 circa 200 persone sono salite sugli autobus per andare al museo. Sono giapponesi, russi e italiani e ci hanno spiegato che due o tre terroristi hanno aperto il fuoco contro un autobus ferendo l’autista tunisino. Sono entrati nel museo, hanno chiuso le porte e aperto il fuoco.
Un accompagnatore è riuscito a far fuggire una parte degli ostaggi dalla porta posteriore”. Antonello Tonna di Catania, il pianista che visse anche la tragedia dell’affondamento della Costa Concordia, racconta che si trovava in un villaggio poco distante da Tunisi “Quando ho saputo dell’attentato, sono subito rientrato a bordo. Sulla nave c’è un pò di apprensione, i passeggeri sono attaccati ai cellulari per avere notizie. Non abbiamo notizie certe, non so quanti siciliani sono saliti a bordo della Fascinosa ieri a Palermo. Posso dirvi solo che tutti in passeggeri sono stati invitati a rientrare sulla nave”. Il Bardo ieri era affollatissimo.
In pochi minuti la tragedia. Racconta un testimone, Nicola Previti, che lavoro a bordo della nave da crociera “Siamo scappati a bordo di un taxi, sono stati venti minuti di vero panico. Ma siamo salvi, a bordo della nave», ha raccontato ieri pomeriggio da uno dei ponti della Costa Fascinosa, poche ore dopo che l’Isis aveva ammazzato 20 persone all’interno del Museo del Bardo. Era lì, a un centinaio di metri, mentre si consumava la tragedia. Eravamo scesi poco prima di pranzo per fare un giro in città. Era l’ultima occasione che ci restava per vedere Tunisi, così con alcuni colleghi siamo smontati dalla nave. Avevamo in programma di mangiare qualcosa in città per poi risalire in vista della partenza di stasera (ieri). Al porto hanno fermato un taxi e sono saliti. Gli abbiamo detto di accompagnarci in un giro panoramico per Tunisi. E così è stato.
Dopo qualche chilometro in auto sono passati davanti al Parlamento, esattamente a fianco al Museo del Bardo. Avevamo chiesto al tassista di farci scendere proprio lì. Quando siamo arrivati, però, improvvisamente è stato il caos. Gente che correva, la polizia che arrivava in massa. Non abbiamo capito subito che cosa stesse accadendo. E’ stato il tassista a capire per primo. Appena siamo scesi ci ha urlato delle frasi. Ma era il caos, abbiamo capito che era successo qualcosa di grave: ci ha fatto cenno di risalire, siamo rimontati in auto, ed è sfrecciato via. Tutto questo è durato pochi istanti. Quelli sufficienti, per fortuna, a mettersi in salvo. Se non fosse stato per il tassista avrebbe potuto finire in un altro modo. I venti minuti successivi sono stati quelli della paura. l tassista ha cominciato a correre nelle stradine interne di Tunisi, per evitare le vie principali completamente bloccate, con gente che correva da tutte la parti. La destinazione era il porto, per salire in nave e metterci in salvo. Ma ci abbiamo messo venti minuti ad arrivare”.
L’attentato terroristico avvenuto ieri in Tunisia è una vera minaccia alla democrazia tunisina, rappresenta il crollo della primavera araba. Questo attacco che ha fatto vittime e feriti, tra cui alcuni italiani in visita al Museo Bardo, crocieristi della Costa Crociere, è un segnale forte che fa pensare che la Jihad si fa sempre più vicina alle coste del Mediterraneo dell’Italia e della Francia: la Sicilia è solo a 300 km di distanza. Il significato ell’attacco di ieri ha una forte connotazione politica e un forte legame tra gli attacchi di parigi e Copenaghen. Eppure quel museo, il bardo, colleziona mosaici romani del mondo, tr ai più bei musei arabi e viene colpito proprio quando lo Stato Islamico non fa altro che distruggere siti archeologici in Iraq e musei: l’odio jihadista è diretto alla cultura e tutto ciò che non è islamico.
Ieri in Parlamento si stava discutendo della legge contro il terrorismo, poi l’attacco, ore di puro terrore: nel 2010 Al Qaeda attaccò la Sinagoga di Jerba con tantissime vittime. Un disastro. La Tunisia è il Paese che ha esportato il più grande numero di jahidisti verso la Siria e l’Iraq: si tratta di tremila persone, secondo il Ministro degli Esteri Taieb Baccouche. Eppure per in poco tempo si è eliminato Gheddafi, si è combattuto contro Al Qaeda dopo le Torri Gemelle: ora l’Europa è nella morsa dell’ISIS che uccide, sgozza, brucia. Attacchi che mettono in ginocchio l’economia dellla Tunisia, del Marocco e dell’Algeria: la primavera araba era stata generosa con il turismo, la ripresa era tangibile. Oggi, con questo attacco, si delinea sempre di più la “faccia jihadista” dell’Africa del Nord. Si attende una reazione dell’Unione europea che ha il dovere di intervenire per la sicurezza non solo della Tunisia ma di tutti gli stati membri.