Intervista del Sole 24 ore al premier Matteo Renzi che affronta diverse tematiche, a partire dalle nuove turbolenze sul fronte finanziario con le banche italiane in difficoltà e dal duro confronto tra Italia e Commissione europea: “La tensione sul fronte bancario ci vede attenti e preoccupati, ma può essere persino una buona occasione per il sistema del credito italiano, a condizione che si agisca presto e bene. Ma i rapporti con l’Europa non sono collegati”, dice Renzi, che aggiunge come “dobbiamo smetterla col provincialismo di chi passa le giornate a pensare che Bruxelles sia infallibile” e che “pretendere un cambiamento di politica europea in favore della crescita è giusto”. Il premier ribadisce poi che le dichiarazioni di Juncker sono state sbagliate nel modo e nella sostanza, e che la prima a cui dovrebbe interessare avere un’Italia forte è la Germania. A proposito di bad bank, Renzi dice che “Il ministro Padoan sta facendo miracoli sapendo che occorre un insi eme di norme, a cominciare da quelle che velocizzeranno il disincagliamento dei debiti. Questione di qualche settimana e tutto sarà più chiaro”. Questione salvabanche: il premier ribadisce che il governo non aveva alternative, confermando l’impegno preso con i risparmiatori penalizzati e negando ogni conflitto di interessi del ministro Boschi. Sulla Legge di Stabilità e sulla flessibilità europea, Renzi è poi molto netto: “La flessibilità non è una concessione. E’ una regola dell’Unione Europea, un preciso impegno di Juncker e dei suoi. Io non ho cambiato idea. Credo neanche lui”. Infine sulle riforme in atto, Renzi dichiara: “Se perdo il referendum, lascio la politica. Non sono come gli altri. Non resto al potere se non posso cambiare le cose. Se vinciamo, invece, concluderemo la legislatura regolarmente: finalmente in ITalia si rispetteranno le scadenze elettorali senza la brutta prassi delle elezioni anticipate”.