L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA così come proposta dal progetto Calderoli non ci farà più autonomi, ma più soli. E non solo nelle regioni più deboli, quelle meridionali, ma in tutte le regioni (…). A fronte del sostegno europeo, l’obiettivo fondamentale assegnato all’Italia sono riforme di struttura e politiche di coesione, che riducano il divario Nord-Sud. (…) Un regionalismo ulteriormente differenziato, al di là dei divari storici strutturali, non possiamo assolutamente permettercelo. Al Sud innanzitutto. L’Autonomia di Calderoli se differenzia qualcosa,
sono le regioni e le aree deboli del Paese (…) nell’illusione contraddetta da ogni analisi economica seria che così i vagoni del Nord del treno Italia viaggeranno più spediti. Di fatto, in assenza di reali politiche di coesione, questo ingiusto divario si aggrava da decenni, e gli effetti in ogni classifica europea per il Paese sono sotto gli occhi di tutti. (…) Quale peso in Europa e nel mondo avrebbe un presidente del Consiglio, anche eletto direttamente, che rappresentasse una “repubblica Arlecchino”, più diseguale di oggi, dove le poche leve di politica economica rimaste su scala nazionale fossero controllate dai presidenti delle Regioni? Un presidente Arlecchino impegnato a servire due padroni, l’unità del suo Paese e la differenziazione dei suoi interessi territoriali, è davvero quello che ci serve?
Siamo davanti a un tentativo di svuotare i principi di coesione tra territori e di uguaglianza tra i cittadini fissati dalla nostra Costituzione (…) Per questo invitiamo: tutti gli italiani alle prossime Europee a non votare candidati e partiti che non si impegnino con chiarezza contro l’autonomia differenziata; le istituzioni, innanzitutto le Regioni meridionali, e tutte le regioni che abbiano a cuore l’unità del Paese, a predisporsi fin d’ora, in caso di approvazione della legge Calderoli, al ricorso alla Corte costituzionale; le rappresentanze politiche meridionali a difendere i loro
territori senza tradirli, senza voltarsi dall’altra parte per calcoli “n az i on al i ” di partito, che di nazionale non hanno nulla perché la Nazione la smontano e ne svuotano l’unitarietà dei diritti uguali e sostanziali dei cittadini nei loro territori. Abbiamo bisogno di una grande mobilitazione (…) per arrivare pronti al referendum se fosse necessario.
EUGENIO MAZZARELLA, MASSIMO VILLONE, MAURO
BARBERIS, MICHELE CILIBERTO, PAOLO CORSINI, ROBERTO ESPOSITO, MARCO ESPOSITO, STEFANO FASSINA, CARLO GALLI, ADRIANO GIANNOLA, PIERO IGNAZI, LUIGI MANCONI,LUIGI NICOLAIS, ALDO SCHIAVONE, MARCO TARQUINIO, GIANFRANCO VIESTI