Di LAURA BERCIOUX
Sabina Guzzanti ha scelto Palermo per l’anteprima del suo film “La Trattativa”. Arriva in una sala gremita. Si siede accanto a Di Matteo, il pm del processo. C’è il Sindaco Orlando, il Procuratore Capo Messineo, Daniele Ciprì, Roberto Alajmo e il cast del film . Ci sono molti ragazzi e le associazioni antimafia. In fila le scorte dei giudici e un’atmosfera da prima molto emozionante. La Guzzanti dice: “Non lo voglio vedere” poi si siede e cala il buio in sala. La Trattativa, da oggi al cinema. Nel film le parti sono chiare: la mafia interpreta se stesse e lo Stato l’Anti-Stato. Una sceneggiatura che va oltre i padrini. Nella “Trattativa” la parte peggiore, paradossalmente, non è la mafia”, la Guzzanti è chiarissima, come quello che vedi nel film. Originale per come la Guzzanti ha raccontato i fatti e gli attori eccezionali. Il procuratore Leonardo Agueci: “Conosco lo stile della Guzzanti, il suo lavoro esprime passione civile”, il sindaco Leoluca Orlando: “È la conferma che si possono realizzare opere che abbiano un significato sociale e civile e aggiunge “Voglio ringraziare Sabina Guzzanti per avere ricordato che vi è stata una ignobile trattativa tra Stato e mafia. Mentre la città di Palermo, costituendosi parte civile, ha chiesto e chiede l’accertamento in sede giudiziaria di responsabilità di uomini delle istituzioni convinti dell’esistenza di quella trattativa che ancora oggi pesa sulla nostra democrazia, in altre parti del Paese, invece, in troppi, complici di corrotti, negano una verità storica e ostacolano anche il lavoro pericoloso e importante dei magistrati di Palermo”. Il pm Di Matteo sceglie di non parlare, assiste al film.
Sabina ha letto un fiume di verbali e di carte, ha portato il teatro al cinema, ha messo “la poesia” ed è stata capace, e lo ha fatto benissimo, di raccontarci un’Italia orrenda ma così vera. Ci sono delle scene cult come quella di Vito Ciancimino, dal barbiere: una classica location degli incontri mafiosi. Amaro e triste la grande bugia dei Servizi Segreti con i depistaggi per la strage di Via d’Amelio. La revoca del 41 bis ai 400 mafiosi. La nascita di Forza Italia. Poi c’è Mori, Dell’Utri. L’anti-Stato ti mette in ginocchio e nelle stanze dei bottoni capisci che restatno i meschini, i corrotti. Un Paese travolto dalla piena della corruzione. Sabina fa un affresco: ecco le stragi Palermo, le autobombe, il progetto di Secessione di Cosa Nostra che tenta di fare con la P2: i Ros. Le indagini manipolate, il covo di Riina mai perquisito, l’arresto di Provenzano dopo 6 anni dalla sua intercettazione. Il presidente Napolitano e la telefonata con Mancino, ovviamente tutto controllato quel riguarda il Presidente.
Il lavoro di sintesi, credo sia stata la parte più difficile: semplificare 20 anni di processi, di fatti e avvenimenti e metterle in “drammaturgia”, in questo film viene fuori: è un bel film. E’ fatto bene. Ti fa emozionare, piangere e ridere, come nella Vita è Bella. Brava Sabina.
Il protagonista del film è Gaspare Spatuzza, il super pentito che ha partecipato a tutte le stragi, 40 omicidi fino ad ammazzare il sorriso di Dio: un colpo alla nuca a Padre Puglisi. Chi lo interpreta non è un attore professionista, è un impiegato alla Regione ma al teatrino regionale ha preferito un palcoscenico vero. La Guzzanti nel film interpreta la professoressa di teologia e Berlusconi, Franz Cantalupo prima è Vito Ciancimino poi un poliziotto, un magistrato, un massone. Massimo Ciancimino è Sabino Civilleri, da adulto è il bravissimo Filippo Luna che commenta così il fim: “«Il film innesca un meccanismo sano, capisci che questa trattativa riguarda tutti” E’ un film che deve assolutamente andare nelle scuole, è un “cucito di Storia” che fa riflettere, lo dice anche Sabina che lo porterà tra i banchi di scuola. Una standing ovation alla fine del film, poi domande agli attori a Lei, lei che non va da Vespa, da Floris, da Giannini perché “ci ammorbano con i soliti pipponi retorici sulla criminalità”. Sabina ha scelto Palermo “bellissima, un’architettura meravigliosa”, scherza pensando al “Sacco di Palermo” di Ciancimino e si scusa per non aver ancora visto il film di Maresco “Belluscone”.
Come finisce il film? Immaginate.