Che cosa pensare – solo per limitarsi ai “monumenti nazionali” – del fatto che quello che tutti ritengono (ed a ragione) il supremo facitore dell’Unità, ancora il giorno prima di morire avesse detto a V. Emanuele II parlando del sud: “li governerò con la libertà e mostrerò ciò che dieci anni di libertà possono fare di quelle belle regioni. Tra vent’anni saranno le provincie più ricche d’Italia. No, basta con gli stati d’assedio, vi raccomando.”‘? Vero è che Cavour non mancava del realismo necessario anche a passare sopra le proprie convinzioni più intime, ma come non pensare che sul letto di morte non dicesse il vero, ossia quel che intimamente avrebbe voluto veramente? Ma è anche vero che non un atto del governo “unitario” di Cavour
andò nel senso dei suoi “intimi” desideri e che la linea ufficiale dei suo governo fu quella ricordata dal suo segretario Artom all’on. Massari già nel gennaio 1861.
(Aldo Servidio)