“Non è il momento di considerare chiuso il capitolo mafia, come troppi nel Paese dimostrano di voler fare. Cosa Nostra è potente e pericolosa oggi, anche se meno visibile”. Parla a Storiacce di Radio24 Nino Di Matteo, il pm di Palermo più nel mirino della mafia. “Commemorare Giovanni Falcone – afferma il magistrato – significa continuare ad indagare sui nodi tra potere e mafia, ma quel fastidio che caratterizzava l’atteggiamento verso il pool antimafia oggi si continua a respirare ogni volta che le inchieste mirano in alto”.
Di Matteo parla anche delle minacce subite e delle polemiche dopo la bocciatura del Csm alla sua candidatura alla Procura Nazionale Antimafia. “Credo che l’eccessivo peso delle correnti, come calcoli di opportunismo e opportunità politica, finiscano per limitare l’ autonomia dei magistrati: ci sono molti magistrati oggi scoraggiati, perché il mancato inserimento nel sistema correntizio li può pregiudicare nella carriera. Non appartenere a nessuna corrente della magistratura finisce per creare problemi e non è giusto”. Ha pensato di lasciare la toga? “Tante volte -risponde Di Matteo – mi sono chiesto cosa mi spingesse a fare ancora lavoro, ma prevale la passione”.