Un caso, insomma, destinato ad agitare ulteriormente le acque del Nazareno. Il viceministro Stefano Fassina da parte sua ha replicato a Civati: “Deve ricordarsi che fa parte di un partito. È evidente – ha aggiunto ancora Fassina aprendo comunque uno spiraglio – che il rapporto con il ministro si è incrinato e che una valutazione vada fatta”. Sulla stessa linea Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd: “Non possiamo andare in ordine sparso ma serve una decisione comune. Chi si candida alla segreteria del Pd dovrebbe conoscere le regole per stare in un partito”. Per Gianni Cuperlo, intanto, “non è in discussione la correttezza dell’operato del ministro. Ma il premier e il ministro devono valutare se esistono tutte le ragioni di serenità per adempiere a una funzione particolarmente delicata come quella del Guardasigilli”.
L’affondo di Renzi: Cancellieri faccia un passo indietro. Ma il Pd è diviso
Nonostante la fiducia ricevuta prima da Enrico Letta e poi da Giorgio Napolitano, quella che si apre sarà un’altra settimana difficile per Annamaria Cancellieri. È in arrivo, infatti, una seconda mozione di sfiducia individuale per il ministro della Giustizia dopo quella già presentata dal Movimento 5 Stelle che sarà votata mercoledì dalla Camera. Ad annunciarla sul suo blog è stato il candidato alla segreteria del Pd, Pippo Civati. “Il Pd dice di non poter sfiduciare la Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5S, segnalo che ne possiamo presentare una noi”, scrive l’esponente del Pd. “Martedì presenterò un testo all’assemblea del gruppo. Basta con l’ipocrisia. Non se ne può più”. Una posizione condivisa nello studio di Fazio da Matteo Renzi: “Il ministro Cancellieri deve dimettersi, ha sbagliato. In questa vicenda si intrecciano una serie di messaggi in cui sembra che la legge non sia uguale per tutti, che se conosci qualcuno riesci a svicolare, è un meccanismo atroce. Sono convinto – ha aggiunto il sindaco di Firenze – che prima della mozione si sfiducia dovrebbe fare un passo indietro lei”.