Rosaria Capacchione, senatrice del Pd, giornalista, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, spara a zero sulla gestione del partito in Campania. E comincia raccontando un aneddoto: “Non riguarda il Pd. Tempo dopo la mia candidatura alle Europee un notlo personaggio politico nazionale, tutto giustizia e legalità, mi contattò per una chiacchierata, io gli contestai la candidatura di alcuni rappresentanti come Sergio De Gregorio e altri locali che mi facevano pensare che le sue fossero chiacchiere. Mi diede una risposta secca: siamo un piccolo partilo, ci servono i voti». Nel Pd , continua la Capacchione, si stanno comportando allo stesso modo. La posta in gioco non è il governo corretto dell’amministrazione locale, della Provincia, della Regione. Siamo in Campania, nel Sud, e per vincere bisogna fare alleanze imbarazzanti. Ma questo è un argomento che non appassiona. Interessa a me e a pochi altri. Bsogna vincere, questo è l’unico obiettivo. Ma per fare cosa? A quale prezzo? Prima o poi qualcuno ti chiederà il conto». Il partito, aggiunge la senatrice, ha fatto “parecchi passi indietro, non c’entra la questione morale, è un banale atteggiamento di autotutela. Che manca. Una disinvoltura imbarazzante. La lontananza del Sud da questo governo sta in queste cose. Non siamo in Veneto dove c’è una parte sana della popolazione che parla e contesta, qui la parte sana sta zitta. Non puoi trattare allo stesso modo la Campania, il Veneto e la Toscana, ma non c’è nessuno che lo dica».