Fra gli argomenti in prima pagina sui giornali l’addio di Fitto a Forza italia. «Non è Oltre è fuori», aveva gridato Silvio Berlusconi dal palco. E Raffaele Fitto ieri ha replicato a muso duro: «Non sono io fuori. È Forza Italia che non c’è più». L’ultimo atto dello scontro tra l’ex premier e il suo ultimo delfino è andato in scena ieri a In 1/2h di Lucia Annunziata. Fitto, impegnato in una dura battaglia con il Cavaliere per le regionali pugliesi, dove Berlusconi ha ritirato il sostegno a Francesco Schittulli per candidare Adriana Poli Bortone di Fratelli d’Italia (ora sospesa), annuncia lo strappo. Uscirà dal gruppo dei Popolari europei, per aderire ai Conservatori riformisti europei del premier britannico David Cameron. E alla Camera e al Senato? «FI è un capitolo chiuso, lavoriamo per una prospettiva diversa», dice. Berlusconi replica a distanza: «Chi se ne va ci toglie un peso».
«Vadano! C’è sempre stato qualcuno che va via da Forza Italia. Questi qualcuno, poi, non sono mai finiti bene, si legge sul Corriere della Sera. Via!» Di più: «Ci siamo tolti un peso. Ne siamo felici». Silvio Berlusconi liquida l’ex delfino Raffaele Fitto e nella dolce domenica di maggio sembra un pesce che ritrova la sua acqua, si ritrova nel suo elemento come ormai forse gli capita poco. Una piazza piena, quella centralissima di Lecco, le bandiere del suo partito, dame che cantano «Meno male che Silvio c’è» incuranti degli sguardi severi delle figlie. Ci sono persino alcuni militanti che portano i colori leghisti, come accadeva nei giorni belli della Casa delle libertà: su quel ramo del lago di Como, il candidato sindaco Alberto Negrini mette insieme tutta la vecchia coalizione, o quasi. E pazienza se i maligni attribuiscono la folla in strada più al di di festa sul lungolago che al fascino del leader. Speculazioni. L’importante è una pia zza piena e intorno tutte le donne che gli vogliono bene: Francesca Pascale e Mariarosaria Rossi, Michela Vittoria Brambilla – da queste parti a casa sua – e l’entry più recente, Alessia Ardesi. Fitto non è solo un «qualcuno». È anche il simbolo più recente dei «marpioni che vivono di politica», i «mestieranti che non hanno mai lavorato». Come Matteo Renz