Marco Nonno piange: ”Ho la coscienza a posto, non so se il pm che mi accusa puo’ dire lo stesso”. Vicepresidente del Consiglio comunale di Napoli, in quota Fratelli d’Italia, Nonno e’ stato condannato in primo grado a otto anni e mezzo con l’accusa di devastazione per gli scontri di Pianura, quartiere a Ovest di Napoli, tra la fine del 2007 e i primi giorni del 2008. In quei giorni, un intero quartiere si oppose all’ipotesi di riapertura della discarica in Contrada Pisani. Nonno, insieme con numerose altre persone, e’ accusato di essere stato a capo di quella protesta, sfociata in una guerriglia urbana. ‘
‘Quando tutto e’ iniziato – racconta – avevo di fronte due scelte: legittimare i 3700 elettori che mi avevano votato oppure no”. E ora ”la condanna non fa onore a quegli elettori”. ”Si cerca di gettare fango sulla mia persona – sottolinea – ma in realta’ si ferisce il mio quartiere, un territorio distrutto da una politica che conosceva, e lo dice Schiavone, che sapevano bene cosa c’era a Pianura dove per anni si era sversato”. ”Ai magistrati dico: guardate le vostro coscienze, il pm Antonello Ardituro guardi la sua, io posso guardarlo in faccia, non ho alcun problema. Non sono io a dover dimostrare la mia innocenza – rimarca – ma il pm a dimostrare se c’e’ colpevolezza”. ”Se l’unico a dover pagare in tutta questa storia sono io – conclude – scegliete pure il plotone d’esecuzione, non ho paura. E se c’e’ da finire in prigione, ci vado, io non scappo”.