di PAOLA DAMA *
In riferimento alla drammatica situazione sanitaria della Campania, legata non solo ad un acclarato problema di generale inquinamento ambientale – che vede nella combustione incontrollata ed abusiva di rifiuti di varia natura e negli stili di vita non salutari i fattori di
rischio più evidenti – ma anche ad un problema di carenze del sistema sanitario, abbiamo sentito il dovere civile e morale di portare ulteriori chiarimenti sull’argomento tumori e fattori di rischio.
E’ di dominio pubblico credere oramai che le cause dirette dell’inquinamento ambientale siano solo lo sviluppo dei tumori, ma vogliamo piuttosto far presente, che la diretta conseguenza dell’esposizioni ad inquinanti possono essere anche ben altre tipologie di malattie, come la semplice laringite, la bronchite cronica oppure la dermatite. Questo nuovo documento non vuole assolutamente essere esaustivo per la complessità del tema trattato, ma vuole cercare di dare un contributo essenziale ma rigoroso, al di là degli approcci allarmisti o negazionisti, alla discussione sul tema dell’inquinamento ambientale e dei rischi per la salute umana in Campania.
Non esiste quasi mai, tranne in alcune rare forme ereditarie, un’unica causa che possa spiegare l’insorgenza di un tumore. Al suo sviluppo concorrono diversi fattori, alcuni dei quali non sono modificabili, come i geni ereditati dai propri genitori o l’età, mentre su altri abbiamo
la possibilità di intervenire per ridurre il rischio di andare incontro alla malattia.
In questo documento abbiamo cercato, senza alcuna pretesa di essere esaustivi, di illustrare i principali probabili fattori di rischio che possono anche concorrere tra loro tenendo conto sia degli stili di vita, sia delle esposizioni professionali ed ambientali facendo riferimento
soprattutto alle indicazioni dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro).
La Campania vive una situazione ambientale drammatica legata agli sversamenti illegali di rifiuti (le cui dimensioni sono ancora da definire con precisione), alla combustione incontrollata ed abusiva degli stessi con conseguente liberazione nell’aria di prodotti potenzialmente dannosi e cancerogeni, e ad un consistente inquinamento atmosferico soprattutto da traffico veicolare. Vanno però anche considerati stili di vita non salutari, che purtroppo interessano anche la Campania, e le carenze del sistema sanitario regionale, soprattutto riguardo agli screening e in generale alla prevenzione.
Sentiamo il dovere di denunciare questa situazione nel suo complesso affinché le istituzioni preposte si impegnino nel migliorare le condizioni di vita dei cittadini.
Ci rendiamo conto che, in un clima di allarme ed in una situazione di crisi ambientale come quella determinata oggi in Campania e nel resto di Italia, la cittadinanza cerca di comprendere da sola quanto accade intorno anche perché le informazioni ufficiali tardano ad arrivare e ad
essere correttamente diffuse. Indagini epidemiologiche corrette e con risultati attendibili necessitano però di un approccio metodologico rigoroso, di controlli di qualità incrociati, che solo strutture che hanno una specifica esperienza in materia possono effettuare, oltre che di
una validazione da parte di istituzioni scientifiche a ciò deputate. Negli ultimi mesi si è sentito affermare in più occasioni, in relazione alle notizie concernenti gli sversamenti di rifiuti tossici nella “terra dei fuochi”, che in Campania non sarebbe presente un registro tumori. Vogliamo far presente che non uno, bensì tre registri tumori sono già attivi nella regione Campania: ASL Napoli 3 sud, ASL di Salerno e ASL di Caserta.
I primi due istituiti, rispettivamente già dal 1995 e dal 1997, fanno parte della rete AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori) e sono quindi “accreditati” e coprono il 34% della popolazione regionale; il registro tumori di Caserta, nato nel 2012, sta invece completando il suo primo periodo di registrazione, triennio 2008-2010, su cui chiederà l’accreditamento. Inoltre, di recente, è stata istituita la Rete regionale dei Registri Tumori. L’obiettivo è arrivare, nei prossimi anni, a far sì che ogni provincia della Campania disponga di un proprio registro tumori.
L’allarme è tale che la popolazione oramai attribuisce solo all’inquinamento ambientale la causa dei numerosi morti per cancro. Il lento ma progressivo allineamento dei dati di incidenza oncologica della regione Campania ai dati nazionali, va letto, a nostro avviso, come un processo più complesso legato all’uniformazione dei rischi oncologici sul territorio nazionale (stili e abitudini di vita, rischi occupazionali, nuove organizzazioni urbane, inquinamento ambientale, globalizzazione dei circuiti di approvvigionamento e distribuzione alimentare, etc.) e alla perdita di alcuni “fattori protettivi” che storicamente hanno caratterizzato le popolazioni meridionali.
Tale situazione non deve assolutamente tranquillizzare o far abbassare la guardia, anzi deve avviare una seria riflessione sul nostro modello di sviluppo, sia nazionale che regionale, approfondendo gli studi epidemiologici con lo scopo di comprendere i meccanismi che hanno
portato a tale risultato e cercando di individuare le “priorità” da affrontare al fine di invertire il trend nel più breve tempo possibile.
*presidente Task Force Pandora