Il 90% di loro guarda la tv, lo fa soprattutto fuori dalla fascia protetta, ma generalmente in compagnia. Sono i minori fra i 4 e i 13 anni che prediligono cartoni animati (81,3%), documentari (22,2) e telefilm (18,1) e si sintonizzano soprattutto su Boing (21,6), seguito da Italia 1 (14,7) e Disney Channel (10,8). Giocano inoltre su internet, dove i preadolescenti ascoltano musica e chattano. A fotografare l’utilizzo dei media da parte dei piu’ piccoli è il Libro Bianco dell’Agcom presentato questa mattina a Roma da Elisa Manna del Censis e Giulio Votano per l’Agcom, con un’introduzione del professor Enzo Cheli. L’indagine ricostruisce in particolare “lo scenario mediale nazionale e il consumo dei minori nella delicata fase di transizione dal sistema televisivo analogico a quello digitale” ha spiegato il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Angelo Marcello Cardani sottolineando che uno degli scopi del lavoro è quello di “misurare nel breve e medio periodo l’intensità e la natura dei cambiamenti che intervengono tanto sul versante più propriamente tecnologico, quanto sul versante del consumo, in termini di contenuti offerti e pratiche di fruizione dei minori”.
Non solo: l’attenzione viene puntata anche sull’impianto legislativo con una riflessione sulla sua adeguatezza: “L’Italia ha un buon quadro normativo si tratta di renderlo effettivamente operativo” ha continuato Cardani, auspicando un coinvolgimento sempre maggiore di “scuola e famiglia”. Proprio quest’ultima ha giocato un ruolo di primo piano nella realizzazione del Libro Bianco che contiene i risultati delle interviste realizzate dal Censis a un campione rappresentativo di genitori che hanno risposto a domande su abitudini, gusti, esigenze dei loro figli quando si parla di media, in particolare di tv e web. Leggendo il rapporto si vede innanzitutto che, indipendentemente dall’età (con una lieve crescita per la classe di età 11-13 anni), si conferma l’utilizzo pieno e diretto del televisore da parte del figlio. Discorso diverso per l’accesso al pc, che viene in generale più “ filtrato” per la fascia 4-5 anni: i piccolissimi accedono dunque liberamente (e in percentuali bulgare) al piccolo schermo e, in maniera sostanziale ma certamente più contenuta, al dvd, mentre sono tenuti più distanti da pc e consolle per videogiochi.
CONSUMO MODESTO? – Ma quante ore al giorno passano davanti allo schermo i bambini? Stando alle risposte dei genitori si dovrebbe ipotizzare un consumo modesto: quasi un terzo (il 28,1%) dichiara che i figli guardano la televisione non a pagamento per circa un’ora al giorno e il 29,7% quella satellitare a pagamento. Percentuali analoghe la consumerebbero per circa due ore al giorno. Nel complesso, le fasce “quotidianamente 3 ore”, “quotidianamente 4 ore” e più, registrano percentuali molto basse. Ma, evidenziano gli autori, a influenzare le risposte c’è l’effetto legato alla “desiderabilità sociale”: “I genitori verosimilmente si adeguano nelle risposte a quello che ritengono ci si aspetti da loro”. E se sulle ore di tv concesse ogni giorno forse “barano”, non esitano invece ad ammettere che i propri figli (oltre il 50%) hanno un’influenza notevole nella scelta e nell’acquisto di contenuti multimediali.
SPOPOLANO I CARTOONS E I SOCIAL NETWORK – Il genere in assoluto preferito sono i cartoni animati, e se questo è vero per i piccini in maniera perentoria (85,7%), lo è anche, (seppur in maniera meno schiacciante) per i ragazzi di 11-13 anni. Per trovare un’altra percentuale significativa, bisogna scendere al 33% degli 11-13enni che ama anche i telefilm, i film e programmi musicali (entrambi al 21% in questa fascia d’età). Non a caso il canale piu’ visto è Boing, mentre i teenagers preferiscono Italia 1. E per quanto riguarda invece internet? Secondo i genitori l’attività preferita dai loro figli è “giocare online con i videogiochi individuali” (42,8% con un picco per la fascia di età 6-10 anni di 56,7%). Tuttavia, bisogna sottolineare un 52,4% di 11-13enni che utilizza internet per le ricerche scolastiche. Anche i social network in questa fascia di età salgono notevolmente con un 45,3%. Se, dunque, nell’infanzia internet è soprattutto gioco, già intorno agli undici anni comincia a rivelarsi uno strumento utile e potente sul piano della costruzione dell’identità. Soprattutto per i preadolescenti si registra, poi, un uso abbastanza diversificato, con un 24,3% che lo usa per ascoltare musica, un 22,2% per cercare informazioni, un 24% per chattare. Scende per loro la pratica del videogioco online.
IN COMPAGNIA – Una buona percentuale di minori fino a 10 anni (68,9% per quanto riguarda la fascia 4-5 anni e 67,2% per 6-10 anni) guarda la televisione con i genitori. Il dato scende sensibilmente, ma non troppo, per la fascia 11-13 anni (52,5%). Significativa anche la presenza di fratelli e sorelle piu’ grandi (37,7% per i più piccoli, 25,5% per i ragazzi di 6-10 anni, 26,2% per i ragazzi di 11-13 anni). Da notare quel 20,1% dei bambini più piccoli che guarda la televisione con i nonni. Dunque, a quanto affermano i genitori, solo il 4,7% dei più piccoli guarda da solo la tv; la percentuale arriva a sfiorare il 10% (9,6%) per i bambini dai 6 ai 10 anni. Solo il 17,3% dei preadolescenti guarda la televisione da solo.
MA FUORI DALLA FASCIA PROTETTA – La visione congiunta adulti-bambini va di pari passo a un altro dato evidenziato dal rapporto e cioè che le televisioni in chiaro raggiungono la quota più elevata di pubblico dei minori dalle 19 alle 20 e ancor più dalle 20 alle 21. La fascia 19-20 – che nel palinsesto segue quella protetta che va dalle 16 alle 19 – è anche quella privilegiata per il satellitare non a pagamento mentre il satellitare a pagamento raggiunge il massimo ascolto dalle 20 alle 21. Lo stesso vale per digitale a pagamento, e IPTV, che nel weekend aggrega il massimo pubblico minore dalle 21 alle 22. Frequentata è anche la prima mattina, soprattutto dalle 7 alle 8. I genitori sembrano comunque molto attenti alle indicazioni fornite dalle emittenti per orientare la fruizione, giudicate un valido strumento di orientamento. Tutti sanno che cosa siano i “bollini” e, un po’ a sorpresa, oltre un quarto dice di usare abitualmente il parental control mentre il 28,3 dichiara di utilizzarlo saltuariamente. In generale oltre il 90 per cento dichiara di controllare i contenuti audiovisivi fruiti dai figli, percentuale che sale al 93% per quanto riguarda l’uso del pc. Il 70% circa sorveglia videofonini, lettori video e consolle per i videogiochi. In tutti i casi si tratta di percentuali altissime che fanno di nuovo supporre l’effetto della “desiderabilità sociale”.
NO AL GRANDE FRATELLO – Che cosa si teme di più? La volgarità è la cosa che in assoluto i genitori ritengono più negativa in tv (60,6%); seguono violenza, superficialità, sensazionalismo, confusione tra diversi generi. Piace poco, spiegano ancora gli autori, una tv fatta di improvvisazione, scarsa professionalità e fantasia, cui si sopperisce con lazzi di dubbio gusto, spettacolarizzazione di conflitti familiari o tra amici, turpiloquio, atteggiamenti e inquadrature “hard”. E quando si chiede ai genitori di indicare il programma che in assoluto ritengono più negativo per i minori le risposte convergono sul “Grande fratello” (24,5). Segue una polverizzazione delle posizioni di condanna, che non risparmiano “Uomini e donne”, i tg in generale, i reality e neppure i Simpson. Rispetto a internet, invece, gli adulti si dicono soprattutto preoccupati dalla pornografia (52,2%) e degli incontri con utenti pericolosi o malintenzionati (45,1%). Seguono i contenuti violenti con il 37,5% e la diffusione incontrollata dei dati personali (25,1). Ma nel web, infine, si vedono anche opportunità. I minori possono ricevere informazioni da tutto il mondo (53,7), accedere alla tecnologia (49,5) e, perché no, divertirsi (29,8).