Nessuno può prevedere come finirà lo scontro tra Turchia e Germania sui comizi pro-referendum costituzionale che i politici turchi dovevano tenere sul suolo tedesco, cancellati per motivi di ordine pubblico. Berlino sembrava intenzionata a gettare acqua sul fuoco fino a ieri quando il presidente turco Erdogan, durante un discorso a Istanbul, ha insultato pesantemente il popolo tedesco: «Germania, tu non hai niente a che fare con la democrazia. Queste vostre pratiche odierne non sono affatto differenti da quelle del nazismo del passato. Pensavamo fossero finite, ma ci sbagliavamo». La cancelliera Angela Merkel, per ora, ha preferito non replicare. Ma la numero due della Cdu, Julia Kloeckner, ha paragonato la reazione del presidente turco a quella di «un bambino testardo che non riesce ad averla vinta». Non è ancora chiaro se l’incontro previsto per mercoledì prossimo tra i ministri degli Esteri dei due Paesi sarà annullato. Ma Berlino e Ankara non possono permettersi una rottura diplomatica. A parte l’accordo sui migranti, fortemente voluto dall’Europa, in ballo ci sono gli interscambi commerciali (la Germania è la prima destinataria dell’export turco) e la coesistenza nella Nato.