In Europa occupiamo il sesto posto. Parliamo di una classifica di cui in molti non vorremmo far parte in una posizione così alta, ovvero quella della pressione fiscale. Ogni italiano dunque, versa all’erario mediamente 8.300 euro di tasse l’anno, tra cui le più gravose sono sicuramente l’Irpef e l’Iva. Queste due voci tristemente famose infatti, da sole incidono per oltre la metà del gettito erariale dello Stato. Vediamo insieme qualche altro numero per capire meglio la situazione.
La pressione fiscale in Italia
Per comprendere meglio come sia strutturata la pressione fiscale in Italia facciamo riferimento ai dati dell’anno 2018. Come anticipato dunque, mediamente ogni italiano versa al fisco 8.300 euro di tasse l’anno. Circa la metà di quanto pagato è composto da due voci, Irpef e Iva. Se in questo conteggio aggiungiamo anche i contributi previdenziali, la cifra totale che ogni nostro compaesano deve pagare ogni anno sale a ben 12.000 euro.
Ma non è solamente il notevole importo totale delle tasse ad essere mal digerito, perché un sistema eccessivamente frammentato rende ancora più complessa la situazione. E questo nonostante solamente dieci imposte rappresentino l’85,2% del totale. Se rapportiamo la nostra condizione al contesto europeo, ne risulta che quella dell’Italia è la sesta pressione fiscale più elevata e si lavora quasi la meta dell’anno per pagare le tasse (vedi qui).
Al primo posto di questa triste classifica troviamo la Francia con il 48,7%. Sul secondo gradino del podio si posiziona la Danimarca con il 47,3%, e subito dopo il Belgio con il 46,5%. Quarto e quinto posto appartengono alla Svezia e alla Finlandia: rispettivamente 44,3% e 43,3. Come detto la nostra Penisola si merita il sesto posto, con il 42,5%. La situazione è ancora più grave se in considerazione viene preso il livello dei servizi.
È risaputo infatti come la strada da percorrere in tal senso sia ancora molto lunga. Il Governo negli ultimi anni ha mostrato una certa volontà nel voler ridurre la pressione tributaria, ma questa dovrà correre parallela ad un miglioramento della qualità di molti servizi. In cima alla lista sicuramente Sanità e Istruzione.
Come si articola il gettito tributario
Nel 2017 l’Irpef, ovvero l’imposta sui redditi delle persone fisiche, ha garantito 169,8 miliardi di euro di gettito alle casse dello Stato, mentre l’Iva per un ammontare di 108,8 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece le imprese, le tasse più pesanti sono l’Ires e l’Irap. La prima ha permesso all’erario un incasso di 34,1 miliardi di euro, mentre la seconda di 22,4 miliardi di euro.
Altrettanto pesante è la tassa sugli oli minerali, che sempre nello stesso anno di riferimento ha garantito ben 26 miliardi di euro di gettito. La somma data da Imu e Tasi invece, si “ferma” a 21,5 miliardi di euro considerando case, capannoni e negozi. La tassa sull’energia elettrica e relativi oneri di sistema ha permesso una riscossione di 14,4 miliardi di euro. E arriviamo alla coda di questa tragica top ten delle imposte pagate dagli italiani.
L’addizionale regionale Irpef garantisce 11,8 miliardi di euro, mentre l’imposta sui tabacchi permette un gettito di 10,5 miliardi di euro. All’ultimo posto troviamo invece le tasse provenienti dal lotto, casino online sicuri, e lotterie in generale: 10,1 miliardi di euro. In particolare l’ultima voce è una di quelle oggetto di una maggiore crescita negli ultimi anni. In questo caso però, il motivo non risiede nell’aumento delle aliquote.
Semplicemente il settore del gioco d’azzardo è stato meglio regolamentato, portando molti operatori illegali ad essere giustamente esclusi dal mercato, in favore di quelli che invece possiedono una regolare licenza. Almeno in questo frangente possiamo dire che la situazione è quindi positiva. Abbiamo detto che le 10 voci elencate rappresentano l’85,2% del gettito totale. A dividersi la quota restante, tutta la miriade di balzi e balzelli che fanno impazzire da sempre gli italiani.