di SIMONA D’ALBORA
Un’altra giornata nera sulla strada, altre due vittime perdono la vita per colpa di pirati della strada. Queste morti inutili meritano una sola riflessione: in Italia non esiste il reato di omicidio stradale e di conseguenza non esistono pene severe e certe. Ad oggi, un pirata della strada può cavarsela anche con 2 anni e 9 mesi di galera e non è detto.
Nel 2014 in 997 incidenti stradali gravi hanno perso la vita 65 bambini, 13 in più rispetto al 2013, a riferirlo l’Asaps, l’Associazione degli amici della Polstrada che ha registrato anche un’impennata delle vittime di origine straniera (26, circa il 40% del totale).
Inoltre delle 65 vittime, 33 erano a bordo di veicoli (contro i 29 del 2013), tre erano in moto, quattro travolti in sella alla loro bicicletta e 25 erano a piedi.
Secondo l’Istat, si registra una lieve diminuzione dei morti, anche se l’Italia è ancora la nazione europea con il maggior numero di morti.
Insomma, che si tratti di incidenti stradali, di investimenti, si muore sempre troppo in mezzo alla strada ed è incomprensibile che ad oggi, i colpevoli non vengano puniti adeguatamente.
In questi anni le associazioni dei parenti delle vittime della strada hanno più volte chiesto risposte sicure al governo e pene certe per chi ha ucciso i loro cari, tanto che lo stesso ministro Alfano a febbraio aveva dichiarato: “Tra i nostri obiettivi del Patto di Governo fino al 2018, la proposta di una legge per introdurre una nuova fattispecie di reato: il reato di omicidio stradale. Perché la licenza di guida non si può trasformare in licenza di uccidere” Insomma una legge che terrorizzasse chi si mette alla guida con leggerezza o in stato di ubriachezza o di alterazione.
Così, Giuseppe Luigi Cucca del Pd, ha presentato un disegno di legge sul reato di omicidio stradale e nautico, depositato in commissione Giustizia a Palazzo Madama, che alla fine ha deluso in parte le aspettative dei parenti delle vittime della strada. Se era stata annunciata come novità l’ergastolo della patente, alla fine il ritiro a vita della patente si è ridotto nei casi più gravi nella sospensione della licenza da due a cinque anni. Le motivazioni di questa marcia indietro non convincono del tutto, lo stesso relatore parla di incostituzionalità della legittimità della pena, ma sembra più che a spaventare sia la irreversibilità di un provvedimento, perché in fondo, una distrazione in macchina potrebbe capitare a chiunque.
Insomma se potrebbe sembrare adeguata e terrorizzante una punizione in cui si inibisca per sempre la guida a chi è sorpreso a farlo ubriaco è anche vero che purtroppo, una distrazione e guidare ubriachi potrebbe capitare a chiunque ed è per questo che l’ergastolo della patente è stato ritirato. Del resto nei paesi europei non esiste l’ergastolo della patente, ma esiste una legislazione severa e la certezza della pena per gli assassini stradali.