di Concetta Colucci

Con un avanzamento eccezionale, la produzione di grani antichi aumenta di 250 volte dopo 20 anni. E’ il risultato comunicato in questi giorni dalla Coldiretti insieme alla Società Italiana Sementi, che ha meritato per 15 anni l’esclusiva nella produzione e certificazione del grano duro Senatore Cappelli, vincendo un bando del Crea, Centro per la ricerca della cerealicoltura di Foggia.

Nel 2016, un migliaio di ettari destinati alla coltivazione del Senatore Cappelli, grano duro antico, hanno prodotto 25.000 quintali nel 2017, doppiando il risultato dell’anno prima.  Il Senatore Cappelli fu un deputato del Regno d’Italia, ma è anche una varietà di grano ottenuto con il lavoro di uno dei più grandi genetisti agrari italiani, Nazareno Strampelli.

E’ un grano che ha più di 100 anni. Siamo nel 1907, il deputato del Regno Raffaele Cappelli, permise a Strampelli di effettuare semine sperimentali su campi di sua proprietà vicino Foggia, essendo lui stesso interessato all’agricoltura.  I primi studi vennero effettuati nella Masseria Manfredini che costituì a Foggia la Stazione Fitotecnica per le Puglie, diventata poi il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura.
A causa della siccità che caratterizzava il territorio pugliese, Strampelli selezionò e incrociò sia sementi autoctone del sud d’Italia sia provenienti da altri paesi del mediterraneo. Il grano che nel 1923 verrà rilasciato, portò il nome Raffaele Cappelli, nel frattempo divenuto senatore. Strampelli rilasciò altre varietà di grano duro, ma è il Senatore Cappelli a diventare un successo tra gli agricoltori italiani. Era infatti molto più produttivo dei grani duri utilizzati in precedenza. Dopo aver coperto la produzione di grano di più della metà del territorio italiano, negli anni 60, cominciò il suo lento declino. A scegliere di riproporlo sul mercato è stata la riscoperta delle grandi qualità nutrizionali e del contenuto di glutine più basso rispetto ad altri grani, mantenendo una alta presenza di proteine. Questi semi antichi, che costituiscono la storia del made in Italy, trovano ancora oggi il consenso dei consumatori i quali invece rifiutano produzioni che derivano da semi OGM.

Il grano Cappelli, ora emblema di un prodotto da intenditori, fu in passato il grano utilizzato per la pasta utilizzata quotidianamente. E’ considerato un grano italiano sebbene conservi nel suo DNA geni stranieri, tunisini, in fondo la tradizione è solo un cambiamento ben riuscito e a quasi un secolo dalla sua nascita adesso proprio il Senatore Cappelli, l’innovatore, adesso è un grano della tradizione.

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