DI LAURA BERCIOUX
La Sicilia non lascia Expo così come si diceva ieri. Cos’era accaduto? La decisione era stata presa dal dirigente Dario Cartabellotta, all’insaputa del Governatore Crocetta e dell’Assessore all’Agricoltura Nino Caleca, perché“al progetto Cluster hanno aderito numerose aziende e territori che stanno subendo un danno economico e di immagine per tutto il tessuto produttivo siciliano. Manca la copertura della zona palco, manca la visibilità del padiglione, non c’è segnaletica, non viene garantita la pulizia e soprattutto manca il collegamento internet”. Per Cartabellotta mancano le condizioni che permettono la regolare realizzazione del palinsesto delle attività “e qui la decisione di sospendere ogni attività dell’area comune sino a quando non saranno i risolti i problemi segnalati e i necessari atti a garantire la sicurezza degli operatori e visitatori”. La lettera inviata a Giuseppe Sala commissario di Expo prende tutti di sorpresa.
“Questa mossa non e’ stata concordata con noi, ma e’ del tutto condivisa. Doveva semmai – dice Caleca – farla prima. Non intendiamo versare a Milano neppure euro dei tre milioni previsti finche’ non saranno risolti tutti problemi e non sarà restituito lo splendore della Sicilia e del Mediterraneo. Su questo saremo molti rigorosi. Spero che la gestione dell’Expo faccia il suo dovere e risolva al piu’ presto tutto. Di certo noi non indietreggeremo di un millimetro“. Così l’Assessore Caleca fa capire che non si ritira da Expo ma che pretende che le cose si mettano a posto e poi “tira le orecchie” al dirigente siciliano perché ritiri e ritratti con l’organizzazione milanese e Cartabellotta dichiara “I problemi sono in corso di soluzione e non è assolutamente vero che la Sicilia è pronta a lasciare Expo”. Escluso dunque che la vicenda finisca sui tavoli dei tribunali, come aveva paventato qualcuno, con i lombardi pronti a chiedere i 3 milioni all’Isola e con la Regione siciliana che avrebbe potuto a sua volta chiedere i danni causati da un flop che è sotto gli occhi del mondo. Quando si parlò di partecipare a Expo, la Giunta fu molto critica verso Cartabellotta.
Intanto l’esecutivo siciliano aveva nominato un comitato di controllo, un atto di palese sfiducia nei confronti del responsabile del Cluster, “la cui gestione – ha ribadito Caleca – si e’ immediatamente rilevata carente sotto tutti i profili. La Commissione appena nominata, d’intesa con il presidente Crocetta, e’ innanzitutto una commissione ispettiva” Sembra un atto di sfiducia nei confronti del dirigente che replica “Poiche’ sinora – scrive Cartabellotta a Sala – i problemi segnalati dal giorno dell’inaugurazione non consentono la regolare realizzazione del palinsesto, sospendiamo ogni attività dell’area comune sino a quando non saranno risolti i problemi segnalati e i necessari atti a garantire la sicurezza degli operatori e dei visitatori“.Dure le critiche del Movimento 5 Stelle “Crocetta si è rivelato ancora una volta Re Mida al contrario, non ha nemmeno sfiorato l’Expo che l’ha distrutta, distruggendo soprattutto l’immagine della Sicilia nel mondo. Doveva essere una vetrina per l’isola è invece si è rivelata un’urna cineraria. Noi, comunque, non ci meravigliamo, l’abbiamo detto in tutte le salse che sarebbe stato un fallimento e tale si è rivelato, addirittura prima di quanto avevamo immaginato. Ora non resta che raccogliere i cocci e tornare a casa con le pive nel sacco, cercando di salvare una parte dei soldi pubblici buttati in questo ennesimo buco nero. Chi ha sbagliato, però, deve pagare, siamo stanchi di tragedie e disfatte senza padri e senza colpevoli. Noi, dal canto nostro, come gruppo parlamentare non escludiamo un’ispezione a Milano a stretto giro di posta”. E pensare che questa “fiera meneghina”, travolta da scandali e tangenti, dove “Nutrire il mondo” significa mangiare un hamburger da Mac Donald’s e bere Coca Cola, costa lacrime e sangue ad una Sicilia in piena crisi economica.