Esattamente come avviene in tanti altri Paesi in tutto il mondo, anche in Italia si dà una notevole importanza alla superstizione. Anzi, il gioco d’azzardo e una concezione particolare della fortuna hanno sempre trovato spazio nella cultura del popolo italiano che, non a caso, è uno di quelli che hanno una passione più forte verso tali elementi.
A testimonianza di quello che stiamo dicendo troviamo anche l’imponente boom che è stato realizzato da parte del settore del gioco online che, nel corso degli ultimi anni, ha fatto registrare un trend estremamente positivo e che, secondo gli addetti ai lavori, non smetterà certamente di crescere nel corso dei prossimi anni. Merito anche del fatto che ci sono sempre più portali che propongono bonus giri gratis al casino e altri vantaggi da sfruttare: sempre meglio, però, verificare che la piattaforma in questione sia sicura e operi in modo legale sul mercato italiano.
Il gatto nero che attraversa la strada
In modo particolare, è al Sud che le superstizioni fanno più parte della cultura popolare. Quindi, non bisogna stupirsi se la gente vede l’attraversamento di una strada da parte di un gatto nero un vero e proprio segno nefasto. In questo caso, l’origine di una simile superstizione è da ricercare addirittura nel Medioevo.
Infatti, in epoca medievale, i cavalli, durante le ore notturne, erano terrorizzati dal riflesso degli occhi dei gatti. Per questa ragione, si pensava che fossero il riflesso degli occhi del diavolo. Da quel momento in avanti, quindi, si è formata la convinzione, diffusa di generazione in generazione, che i gatti di colore nero portino sfortuna e tante sciagure.
La scala appoggiata al muro
Un’altra superstizione che dal Sud si è diffusa in tutto il Paese è quella di passare al di sotto di una scala aperta. Nel caso di tale credenza, intercorre un forte legame con la religione. Infatti, una scala che viene appoggiata contro una parete va a formare un triangolo: per i credenti della religione cristiana, il triangolo, per via della Trinità, viene ritenuto un simbolo sacro. Di conseguenza, chi attraversa sotto una scala appoggiata e passa, quindi, all’interno di tale triangolo figurativo, non fa altro che mancare di rispetto alla divinità e alla religione in cui crede.
La scaramanzia a Napoli
Una delle città che hanno un legame più stretto con la scaramanzia è sicuramente Napoli. Una cultura popolare che cominciò a diffondersi in questi luoghi addirittura dalla fine del 1700, nel momento in cui Ferdinando IV di Borbone tenne un incontro con il ben noto archeologo e jettatore Andrea De Jorio. Ebbene, dopo 24 ore da tale incontro, il re scomparve e il popolo, di conseguenza, fu ancora più convinto a credere che gli jettatori esistevano e che la scaramanzia potesse avere un senso.
È bene, però, fare una differenza tra malocchio e jettatura, due parole che spesso e volentieri vengono scambiato e su cui si fa un po’ troppa confusione. Il malocchio corrisponde a quel potere malefico dello sguardo che va a creare delle conseguenze negative sulla persona che viene osservata. La jettatura, invece, è quel potere che, stando alle credenze popolare, hanno in mano alcune persone di influenzare con la loro negatività le persone intorno, in maniera il più delle volte non intenzionale.
Tra i tanti mezzi di difesa rispetto a sventure e iettature varie, il popolo napoletano ha utilizzato spesso il rito dell’olio. In poche parole, si narra che alcune donne anziane fossero in grado di capire se una certa persona era stata colpita dal malocchio e avevano pure la capacità di eliminare l’eventuale jettatura. In che modo? Il segno della croce e varie preghiere portate a termine con un po’ d’olio e di acqua: era questo il sistema liberatorio. Altrimenti, i tipici corni rossi, che ormai sono un oggetto che si dice sia portafortuna.