Benche’ fosse stata liberata gia’ nell’estate del 1943, la Sicilia ha dato un contributo notevole alla Resistenza. La partecipazione dei siciliani alla lotta di liberazione e il loro contributo nelle maggiori formazioni partigiane saranno al centro di un convegno promosso dall’Istituto Gramsci siciliano, che si terra’ a Palermo il 13 e il 14 ottobre prossimi. Interverranno storici, studiosi e il costituzionalista Gaetano Silvestri. Dopo i primi atti di ribellione contro i nazifascisti (che risposero inaugurando la ferocia delle stragi di civili) e la nascita di movimenti indipendentisti, la Sicilia trovo’ una via d’uscita al crollo dello Stato fascista valorizzando il ruolo dei partiti democratici e collegandosi allo spirito del movimento di liberazione nazionale.
Cospicuo fu anche il contributo dei siciliani alla Resistenza nel Nord Italia, soprattutto in Piemonte e in Toscana. Migliaia aderirono alle formazioni partigiane. Erano sbandati, ma anche politici ed ex confinati. Molti ebbero anche ruoli di primo piano e alcuni diventarono figure leggendarie come Pompeo Colajanni, il comandante “Barbato” che libero’ Torino e divento’ una icona della Resistenza, Girolamo Li Causi e Salvatore Di Benedetto. Alla fine della guerra il ritorno in Sicilia fece nascere una nuova classe dirigente. Dal Nord venne anche la spinta per le lotte sociali del dopoguerra che avevano come obiettivo mafia e latifondo. Emblematica la storia di Placido Rizzotto, che fu partigiano al Nord e al ritorno a Corleone organizzo’ le lotte contadine. E per questo venne assassinato dalla mafia. Durante il convegno sara’ presentato un documentario di Enzo Rizzo sulla figura di Pompeo Colajanni.